Italia
Liguria, il primo “partito” è l’astensionismo che arriva al 54%
LIGURIA – Il primo partito in Liguria è quello dell’astensionismo: solo il 46% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne per esprimere la propria preferenza in merito al presidente di Regione Liguria per i prossimi cinque anni. L’affluenza è scesa di 5 punti percentuali rispetto alle ultime elezioni regionali nel 2020. Una campagna elettorale lampo, il maltempo e l’alluvione in Val Bormida, l’effetto maxi inchiesta, un disinteresse crescente nei confronti della politica: sono tante le cause che possono giustificare dati allarmanti per partiti e movimenti civici. C’è chi ha ricercato la causa
Il dato più basso è a Imperia, dove si è recato alle urne soltanto il 38%. Segue Savona con il 44% scarso, poi La Spezia con il 47% e Genova con il 48%. Ma nello stesso capoluogo la partecipazione è a macchia di leopardo, con i quartieri ritenuti “più benestanti” come Castelletto, Albaro e il levante che arrivano anche a punte di 70%, mentre zone più popolose come Certosa e Marassi sono scese al 30%. Il feudo della Valpolcevera, invece, ha premiato i candidati del territorio, Federico Romeo ed Armando Sanna.
Numeri con cui entrambi gli schieramenti dovranno fare i conti, anche in vista delle prossime comunali: oggi non votare si traduce sempre più spesso in un’espressione di delusione e sfiducia nei confronti della politica.
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Primo consiglio regionale con Bucci presidente, martedì il giuramento
C’è attesa per l’insediamento di Marco Bucci alla presidenza del consiglio regionale, dopo la vittoria alle Regionali del 27 e 28 ottobre scorsi. La data fissata sul calendario è quella di martedì 26 novembre.
Tra “vecchi” e “nuovi”
L’oramai ex sindaco di Genova siederà sulla poltrona più prestigiosa di via Fieschi e presterà giuramento per il suo nuovo percorso. La convocazione è stata diramata per le 11 e quella che andrà in scena sarà una seduta rigida, da protocollo. In via provvisoria, ovvero fino all’elezione del presidente, sarà presieduta dal consigliere anagraficamente più anziano, Giovanni Boitano, che sarà coadiuvato dai due consiglieri più giovani, Federico Bogliolo e Federico Romeo, che avranno il ruolo di segretari.
Le tre fasi della mattinata
Il primo step sarà la nomina della giunta per le elezioni che è composta da cinque membri (eletti in modo tale da garantire la rappresentanza dei gruppi in rapporto alla loro consistenza numerica), che entro un mese dall’insediamento è tenuta a proporre all’assemblea la convalida degli eletti, dopo aver verificato se esistano condizioni di ineleggibilità e/o incompatibilità, relativamente a ciascuno dei componenti dell’assemblea. Nella seconda parte della mattinata si terranno le votazioni separate dell’ufficio di presidenza. Il presidente e il vicepresidente dell’assemblea legislativa sono eletti a scrutinio segreto in un’unica votazione: ogni consigliere potrà esprimere nella scheda un solo nome in modo tale da assicurare la rappresentanza delle minoranze. I profili, a onor del vero, sono già stati individuati: come presidente del consiglio regionale è stato indicato Stefano Balleari, in quota Fratelli d’Italia; come vicepresidente il dem Roberto Arboscello; e infine il consigliere segretario sarà il forzista Angelo Vaccarezza. A seguire si terrà il giuramento del presidente della giunta regionale Marco Bucci che giurerà fedeltà alla Costituzione della Repubblica e allo Statuto secondo la formula indicata dall’articolo 11 del regolamento interno. Nella prima seduta non si terrà nessuna forma di dibattito.
Cosa cambia nell’aula di via Fieschi
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Entro dieci giorni, quindi il martedì successivo, 3 dicembre, Bucci presenterà al consiglio la giunta (già ufficializzata lunedì scorso, 18 novembre ndr) e il programma della sua maggioranza. Il 10 dicembre invece, andrà in scena il dibattito con la minoranza e i lavori dell’aula inizieranno a entrare nel vivo. Il consiglio regionale della nuova legislatura 2024-2029 sarà composto da 17 consiglieri di centrodestra e 14 di centrosinistra, nella scorsa presieduta da Giovanni Toti lo scarto era maggiore, 13 a 18. Sono quindici i nuovi assessori, su trenta totali, a cui si aggiunge il presidente Marco Bucci. Su questi sono solo cinque le donne che si siederanno sugli scranni dell’aula.
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