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Scuole paritarie, Cavo (Noi Moderati): “Non si fa propaganda sull’istruzione dei ragazzi”
Un contributo extra di 100 milioni di euro per le scuole paritarie che rischiano la chiusura. L’emendamento proposto nei giorni scorsi dai centristi a Roma ha fatto saltare sulla sedia le opposizioni, tra cui il Movimento Cinque Stelle. Secondo il partito di Giuseppe Conte l’obiettivo del Governo è quello di sviluppare e rendere ufficiale un bonus che incentivi – dicono dal Mov5s – “gli studenti a iscriversi e frequentare le scuole private a discapito di quelle pubbliche”. A loro e alle critiche risponde la deputata genovese Ilaria Cavo: “Le scuole paritarie fanno parte del sistema scolastico del nostro Paese, a pieno titolo. Le critiche sollevate oggi da certa opposizione contro l’emendamento di Noi Moderati che chiede un sostegno finanziario per le famiglie che scelgono l’istruzione paritaria confermano come non si voglia accettare l’idea che le famiglie e i loro ragazzi possano effettuare una scelta libera”. Cosi Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati.
Sostegno finanziario alle famiglie per scuole paritarie
“Ho firmato con convinzione l’emendamento del mio gruppo così come da assessore regionale ligure all’Istruzione, in passato, ho sempre sostenuto i bonus per le famiglie con necessità che hanno optato per questo percorso di istruzione paritaria. Non è rigettando il valore di tutto questo che si possono risolvere i problemi della scuola pubblica, sicuramente da affrontare. Non è dividendo le scuole tra serie A e serie B che si possono fare passi avanti”.
Quanto costa allo Stato uno studente iscritto alla scuola paritaria
Continua la deputata Ilaria Cavo: “Rigettiamo ogni posizione ideologica e agiamo con concretezza: uno studente iscritto alla scuola paritaria, allo Stato costa meno di un decimo di quanto costa uno studente iscritto alla scuola pubblica – conclude Cavo -. E questa differenza di costo non può interamente ricadere sulle famiglie, che devono poter essere libere di scegliere. Senza contare che spesso la scuola paritaria rappresenta l’unico presidio formativo in alcuni territori”.
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Il programma elettorale di Primocanale, verso le Comunali (puntata di venerdì 15 novembre)
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I giovani fuggono dalla Liguria, Cisl: “Chiediamo a Bucci collaborazione”
Giovani sempre più in fuga dalla Liguria. E a testimoniarlo ci sono i dati: al primo gennaio 2022 i liguri iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero (AIRE) erano 162.818 mentre al primo gennaio 2024 sono 176.144.
Cosa dicono i dati
In due anni la percentuale dell’iscritti all’AIRE sulla popolazione residente è cresciuta quasi di un punto passando da 10,8% nel 2022 all’11,7% nel 2024. Crescono gli iscritti soprattutto a Genova (da 90.866 a 99.462) e Savona (da 30.880 a 33.163). Più lieve a Imperia (da 22.513 a 23.679) e La Spezia (da 18.559 a 19.840). Rimane stabile dal 2022 al 2024 la fascia d’età 18-34 passata dal 22,7% al 22,6% del totale degli iscritti. Il report 2024 indica che sono 17.102 i liguri con meno di un anno di anzianità di iscrizione all’AIRE: 6.160 sono in Europa, 223 in Africa, 368 in Asia, 10.135 in America e 216 in Oceania.
Il monito del segretario della Cisl Liguria Luca Maestripieri
“La fotografia della Liguria rispecchia anche lo scenario nazionale visto che l’Italia rispetto al resto dell’Europa ha una scarsa capacità di attrazione dei giovani. La fuga di giovani dal territorio genera effetti devastanti, e non solo a lungo termine – spiega il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri -. È un problema epocale che mina le fondamenta della nostra società. I motivi sono tanti, ne cito solo tre. Rinunciare alle forze giovani, al loro entusiasmo e alla loro capacità di vedere ciò che la nostra generazione fatica a percepire, significa fare diventare insostenibile il sostegno economico e sociale dell’invecchiamento, compromettere il futuro del sistema di welfare, intaccare la capacità di innovare e crescere delle nostre aziende. Marco Bucci, grazie alla sua esperienza da sindaco della sesta città italiana, sa benissimo che quando una società non riesce a trattenere i suoi giovani talenti, costringendoli a emigrare, perde risorse vitali per il proprio sviluppo. Con il nuovo presidente della regione dobbiamo affrontare questa situazione per creare un migliore rapporto tra giovani e territorio. Possiamo farlo favorendo sinergie tra poli formativi e aziende, incentivando l’inserimento professionale di giovani formati e ben pagati, dotando il territorio di servizi e infrastrutture all’altezza delle aspettative delle nuove generazioni”.
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