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Consiglio comunale, l’assessore alla Cultura si “pesca” nella giunta

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È partito il conto alla rovescia per il cambio al vertice di palazzo Tursi, esce Marco Bucci ed entra Pietro Piciocchi.

Il passaggio di consegne

L’oramai ex sindaco di Genova, presidente della Liguria, ha iniziato ufficialmente la sua nuova missione in Regione, mentre l’avvocato genovese è pronto a diventare vicesindaco reggente, fino a nuove elezioni. Piciocchi ha iniziato a occuparsi delle giunte, nonostante non si sia ancora concretizzato il passaggio di consegne. Pesano, sul bilancio organizzativo della giunta, le sostituzioni da apportare: oltre a Marco Bucci, a passare in regione è stato anche l’assessore Matteo Campora su cui gravavano deleghe importanti. Un gioco a incastri che deve trovare risoluzioni, presumibilmente già a partire da lunedì prossimo, 9 dicembre. Giorno in cui si terrà l’ultimo e il primo consiglio comunale per Bucci e Piciocchi. All’ordine del giorno, dalle 14, verrà presentata la proposta di delibera di consiglio istituzionale con la dichiarazione di decadenza dalla carica di sindaco ai sensi dell’articolo 69. Lunedì potrebbe anche essere la giornata giusta per presentare i nuovi assessori o la suddivisione delle deleghe. A Primocanale il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba aveva anticipato che sarebbero stati due gli assessori scelti da Piciocchi.

Consiglio comunale, Cassibba lancia Piciocchi e annuncia due nuovi assessori

Una “cultura” che scotta

Nel frattempo sul piatto si fa sempre più calda l’idea, che suona molto più di un’ipotesi, dell’assessorato (o la delega) alla Cultura. Annuncio che era già arrivato nelle scorse settimane dallo stesso vicesindaco, che aveva spiegato come fosse sua intenzione entrare a gamba tesa in ambito culturale. Diversi i nomi che circolano in questi giorni, su chi avrà l’onere e l’onore di occuparsene: se all’inizio sembrava probabile una figura esterna, come il coordinatore del tavolo culturale Giacomo Montanari, oggi pare si stiano alzando le quotazioni di un assessore già interno alla giunta. E il profilo che si sta delineando è quello di Lorenza Rosso, già titolare delle Politiche sociali, Avvocatura, Famiglia e Disabilità. Quello che sembra certo, totonomi a parte, è che il comune di Genova, da qui ai prossimi mesi, prima del ritorno alle urne, avrà un assessore alla Cultura. Sono diverse le novità che si stanno rincorrendo in via Garibaldi, tra queste il progetto di giunte itineranti sul territorio genovese, almeno per le prime settimane.

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Governo-giudici: secondo round sull’Albania

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  • Maxi vertice a Palazzo Chigi sul centro per i rimpatri balcanico: «Andiamo avanti, soluzione innovativa che nell’Ue apprezzano». Giorgia Meloni confida nei paletti messi ai magistrati dalla Cassazione e nel trasferimento di competenze alle Corti d’Appello da gennaio.
  • Il generale Luciano Portolano in Libia per rafforzare la cooperazione, in vista della nuova sfida russa.

Lo speciale contiene due articoli.

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Alfa Romeo Stelvio 2025, anteprima della firma luminosa negli auguri di Natale

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Alfa Romeo Stelvio 2025, anteprima della firma luminosa negli auguri di NataleIl Suv del Biscione cambierà radicalmente design, tecnologia e motori

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Cofferati a Primocanale: “Comunali? I partiti facciano sforzo per convergere”

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È considerato un grande saggio, per esperienza e senso di appartenenza, l’ex segretario della Cgil Sergio Cofferati, già sindaco di Bologna e parlamentare europeo. Sindacalista della prima ora, prestato negli anni alla politica, con il Partito Democratico, Cofferati conosce molto bene il mondo del centrosinistra, e i meccanismi che si sviluppano al suo interno. E sulle spaccature viscerali ne sa qualcosa, considerando quanto accaduto nel 2015, nello scontro totale andato in scena alle Primarie con Raffaella Paita. A vincerle (pur uscendo successivamente sconfitta alle Regionali contro Giovanni Toti ndr) fu proprio la senatrice di Italia Viva.

Dialogo e confronto, la ricetta di Cofferati

Da quel giorno, quel senso di unità e di compattezza che non ha comunque mai contraddistinto il centrosinistra, si è definitivamente inclinato. Nel tempo la storia è cambiata, alcuni meccanismi sono mutati, ci sono state prove d’intesa – nonostante i risultati non positivi – tra Pd, Mov5s, Avs e in parte il centro, di Azione. Alla finestra adesso ci sono le Comunali e il cosiddetto campo progressista è alla ricerca non solo del candidato migliore da poter proporre ma anche del perimetro della coalizione. E se da una parte la partenza, numeri alla mano, ha consacrato una ripresa “rossa” a Genova, dall’altra la corsa verso palazzo Tursi, al momento, sembra essere ancora nebulosa. “Io credo che il rapporto tra le forze politiche dell’area progressista sia indispensabile, occorre trovare una soluzione con elementi di convergenza che partano dal merito, ci vuole una piattaforma comune che porti all’individuazione della sindaca o del sindaco che sceglieremo – commenta a Primocanale Sergio Cofferati -. Io ritengo che uno sforzo vada fatto”. L’ex sindacalista non nega che la crisi del Movimento Cinque Stelle, con la rottura tra Conte e Grillo, abbia condizionato anche la Liguria, ma secondo Cofferati queste difficoltà non possono e non devono fermare la convergenza e il lavoro da svolgere insieme.

Primarie sì Primarie no, questo è il problema

La ricerca del candidato sindaco per il centrosinistra, per alcuni, dovrebbe passare proprio da quelle famigerate Primarie che Cofferati ha sperimentato molto bene sulla propria pelle, oramai dieci anni fa. Che sia questa la soluzione? “Non credo all’utilità delle Primarie ma le forze politiche dell’area progressista, del centrosinistra, si devono trovare e devo discutere tra loro su quali siano le priorità da indicare, e discutano anche su quali possano essere le candidature – spinge Cofferati -. L’accordo va fatto lì, va trovato un accordo dopo i confronti, perché bisogna anticipare il pronunciamento con l’intervento dei cittadini, che segnerebbe una divisione, perché inutile negarlo, i nomi sarebbero diversi, e tutti si concentrerebbero su questi, diventerebbe un’attrazione. Quindi eviterei le Primarie, ma farei uno sforzo grande per trovare la candidatura da proporre, facendo convergenza, senza dividersi all’interno”. Sergio Cofferati torna a parlare indirettamente di Raffaella Paita, facendo riferimento al ruolo che potrà avere Italia Viva in questa partita, dopo il diktat di Conte alle Regionali. La premessa è che il partito di Matteo Renzi, a livello nazionale sempre più convinto di stare nel centrosinistra, anche a Genova ha teso la mano, dopo la reunion al teatro Stradanuova organizzata da Andrea Orlando (a cui però non è stato invitato, come hanno sottolineato gli esponenti centristi).

D’Angelo a Primocanale: “Chi non si sente di destra guardi al nuovo centro”

Italia Viva decida “cosa fare da grande”

La richiesta è che vengano coinvolti nei tavoli di confronto, con rispetto, ma che comunque si inizi a dialogare. “Ritengo che sia molto importante cercare di lavorare tutti insieme – il pensiero di Cofferati, che però tende a separare le varie anime del centro -, in Liguria però Italia Viva si è schierata a Genova (con Marco Bucci nel 2022 ndr) con il centrodestra, con assessori e condizioni anomale rispetto alle altre Regioni al voto”. Arriva poi il monito alla stessa Iv: “Decidano loro da che parte vogliono stare e lo dicano con grande chiarezza e con la franchezza che serve”. In conclusione, il sindacalista genovese si rivolge direttamente ai dem, che sono alla ricerca del profilo da presentare per le elezioni della prossima (presumibilmente) primavera. “Serve sicuramente una riunione ristretta del Pd che deve avanzare proposte, può essere anche una candidata ma bisogna tenere conto degli orientamenti degli altri partiti e movimenti. I gruppi dirigenti si ritrovino insieme per soluzione più opportuna ed efficace”. Quale candidata abbia in mente Sergio Cofferati non è dato sapersi, ma i bookmaker della politica scommetterebbero su una vecchia conoscenza politica, già ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

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