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Italia

Giunta Bucci, chi sono gli assessori che entrano spinti dai partiti

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Una vera e propria tempesta perfetta, quella che sta andando in scena in vista dell’ufficializzazione della nuova giunta di Marco Bucci. Tra chi entra e chi esce, due le new entry politici: Luca Lombardi, in quota Fratelli d’Italia e Paolo Ripamonti, della Lega. 

L’uomo del popolo che si occupa di sociale

È l’imprenditore amato dal popolo. Luca Lombardi, sanremese, 55 anni, sposato, un figlio di 23 anni di nome Mattia. È lui una delle tre new entry della giunta di centrodestra, targata Marco Bucci. In quota Fratelli d’Italia, raggiunge la sua collega di partito Simona Ferro. Per lui dovrebbero aprirsi le porte a Turismo e Lavoro. È stato eletto nell’imperiese con oltre 3 mila voti, attualmente è consigliere comunale di Sanremo ed è fedelissimo del senatore Gianni Berrino. La storia politica di Lombardi nasce diversi anni fa, quando da giovanissimo inizia prima una esperienza nel Popolo delle Libertà, per poi approdare in Fratelli d’Italia. Luca Lombardi è un imprenditore di professione, titolare di un negozio di vestiti, è molto stimato nella sua città. Appassionato di sport, ha praticato football americano fino in serie A2 nazionale, tifa Inter ed è iscritto agli irriducibili della Sanremese. Prima di aprile il suo negozio in centro, aveva un’azienda che trattava la moda dei paninari anni ’80. È molto attento al sociale, pratica associazionismo, ha fondato il Festival e mezzo, una parodia del Festival di Sanremo per acquistare macchinari per gli ospedali. Chi lo conosce lo descrive come una persona molto disponibile con tutti, il cosiddetto “uomo del popolo” che ha in parte trasformato il suo negozio in un point.

L’esperienza politica nel savonese

L’ex senatore prestato alla Liguria. Paolo Ripamonti, 55, originario di Loano, sposato e con un figlio. Leghista da oltre 30 anni, è stato senatore con il Carroccio nella scorsa legislatura, dal 2018 al 2022. È pronto a entrare nella giunta del presidente Marco Bucci, dopo un tira e molla che dura da diversi giorni. Per lui doveva esserci una delega “di peso”, come quella allo Sviluppo economico, ma con gli scossoni in corso, pare che lo Sviluppo economico torni a Piana, mentre a Ripamonti verrà assegnata Agricoltura e Caccia. La sua esperienza politica inizia nel lontano 1999, quando viene eletto come consigliere comunale a Laigueglia, per poi essere eletto consigliere nel 2009 della provincia di Savona e nominato nel 2011 assessore a Caccia, Pesca, Polizia locale. Sarà anche assessore alla Sicurezza del comune di Savona dal 2016 al 2018. A novembre dello stesso anno, dopo il crollo di ponte Morandi, è relatore del cosiddetto “decreto Genova” per l’emergenza del viadotto Polcevera nella commissione congiunta Trasporti e Ambiente e diventa membro della commissione d’inchiesta sui reati ambientali. Si è sposato nel 2022, legatissimo all’amato padre, di professione è contitolare di un’agenzia immobiliare. Ama il sole della Liguria. Tifosissimo dell’Inter, ha trasmesso la sua passione al figlio.

 

 

 

 

 

 

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Audi A5, nuovo capitolo per una icona di stile e innovazione

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Design accattivante, interni raffinati e motorizzazioni ibride efficienti. Le caratteristiche della berlina e della wagon Avant

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Italia

Mov5s, vince la linea Conte: addio garante e ok alle alleanze

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Conte-Grillo 1-0. Si è chiusa la Costituente del Movimento Cinque Stelle e l’ex premier è uscito trionfante da quello che era considerato da molti un vero e proprio appuntamento con la storia.

Cosa hanno scelto i sostenitori del Mov5s

Gli iscritti alla piattaforma pentastellata hanno votato gli oltre dieci quesiti, tra i quali quelli dirimenti sul futuro del partito di Giuseppe Conte. L’assemblea si è espressa per modificare la regola dei due mandati, sono passate con più del 50% dei voti tutte le opzioni di revisione dello statuto. A questo si è aggiunta l’eliminazione del ruolo del garante. Tradotto: stop al padre fondatore Beppe Grillo che oramai quindici anni fa aveva dato avvio al Movimento con il suo “Vaffa day”. La platea di “Nova” dove si sono riuniti i pentastellati ha accolto con un applauso la notizia relativa alla fine dell’era del garante Grillo.

La vittoria di Giuseppe Conte

Soddisfazione non è stata nascosta dal presidente del M5s Giuseppe Conte che ha dato ufficialmente il via a una nuova epoca, senza mancare la stoccata finale a Grillo: “Non mi sarei mai aspettato che il garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa, un garante che ci ha detto da subito e lo ha ripetuto con pec e video che ci sono alcune cose di cui potete discutere e altre no”. Altro quesito fondamentale per il futuro del M5s e ancor di più per il centrosinistra, era legato alle alleanze. C’è il disco verde da parte degli iscritti, a patto che ci sia un accordo programmatico preciso. L’esito del voto è stato schiacciante con il suo 92,4%. L’81,2 % dei votanti non vuole vietare alleanze al M5s. Il 13,9% invece vorrebbe che il M5s non si alleasse con altre forze. Sono poi diversi i quesiti approvati dalla piattaforma sui poteri del presidente. Tra questi, gli iscritti vogliono che il ruolo di presidente del M5s sia compatibile con il ruolo di premier e quello di ministro. Insomma, un M5s che ha seguito pedissequamente la linea del suo leader Giuseppe Conte e che di fatto lo ha incoronato alla guida del partito.

Il futuro del campo progressista

Fari puntati sulla Costituente grillina anche da parte del centrosinistra, a partire dal Partito Democratico, che sperava in un prosegue del dialogo con i 5s. Anche in Liguria, ma soprattutto a Genova, c’era interesse sull’esito del voto in vista delle Comunali del prossimo anno. Questo non significa che l’alleanza sia già cosa fatta ma apre le porte a un proseguo avviato oramai da anni sul territorio. Insomma, il campo progressista è salvo, o comunque non è uscito azzoppato da questo fine settimana, ma il lavoro che dovranno portare avanti i partiti di opposizione è solo all’inizio.

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Italia

Regione, Lilli Lauro pronta ad entrare per la terza volta

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Da mezza napoletana qual’è, Lilli Lauro aspetta l’ufficializzazione della sua nomina a consigliere regionale di Fratelli d’Italia per commentarla ufficialmente. Ma ormai è questione di giorni perchè il presidente Marco Bucci ha chiesto ai quattro consiglieri eletti che passeranno in giunta (Scajola, Piana, Ferro e Lombardi) di dimettersi dal consiglio in tempo per garantire, già dal 3 dicembre, il subentro di Chiara Cerri, Armando Biasi, Lilli Lauro e Veronica Russo. 

Lilli Lauro, che a settembre aveva lasciato l’incarico di coordinatrice della Lista Toti, si appresa ad entrare quindi per la terza volta consecutiva nel consiglio regionale della Liguria. Lo aveva fatto la prima volta nel 2015 con Toti quando era in Forza Italia ed era subentrata a Ilaria Cavo che era stata nominata assessore pur senza correre ma essendo stata inserita nel listino.

La seconda volta Lauro era invece entrata grazie ai 4.500 voti conquistati dentro la Lista Toti che aveva preso il 24%, mentre questa volta le preferenze raccolte sono scese a 2.730 ma dentro Fratelli d’Italia che si è fermato al 15% con soli due consiglieri eletti (Balleari e Ferro).

Ora quindi al via per lei un’altra stagione in Regione Liguria ma con un occhio già alle comunali dove i suoi voti e la sua presenza sul territorio potrebbero fare la differenza per il partito di Giorgia Meloni.

 

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