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Bucci presidente, la provincia di Imperia ago della bilancia

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Bucci è il nuovo presidente di Regione Liguria“. A due ore dai risultati ufficiali, che vedevano contesa la poltrona di presidente della regione Liguria tra i candidati Andrea Orlando e Marco Bucci, quando il primo era il leggero vantaggio sul secondo, ecco il calcolo chirurgico dell’ex ministro e attuale sindaco di Imperia, Claudio Scajola. 

Rientrato pochi mesi fa a supportare l’attività politica nelle fila di Forza Italia del ministro Tajani, Scajola lancia lungo fornendo un’ analisi precisa su quanto sarebbe accaduto da lì a poche ore. Erano più o meno le 18:30.

“La coalizione costituita dai moderati e dal centrodestra fa cogliere la grande differenza che c’è con la coazione di centrosinistra dove non c’è nulla di moderato. Se sommiamo le due liste di Bucci e quella di Forza Italia i dati mostrano che è largamente il primo partito della Liguria”.

ANALISI. 

A livello regionale Bucci ha vinto per poco più di 8000 voti.  Sulla provincia di Genova sotto di 8000 , su quella di Savona sopra di 3000 e su La Spezia sotto di 3000. I 16000 presi sulla provincia di Imperia vanno a colmare gli 8000 persi sulla provincia di Genova, ed ecco che l’operazione matematica non lascia dubbi sulla vittoria di Bucci grazie alla roccaforte dell’imperiese. 

Tornando a Forza Italia non si può tralasciare il dato eclatante che ha segnato nella provincia di Imperia dove, di fatto, era sparito: 17,58%.

Nel capoluogo il 21% (primo partito della colazione) a Ventimiglia il 22,5% ( primo partito della coalizione) mentre a Sanremo l’ 11,78 dove il primo partito è stato Fratelli d’Italia che ha segnato il 30,37%. La città dei fiori si è dimostrata evidentemente compatta con il senatore Gianni Berrino e con il candidato Luca Lombardi.

 

 

 

 

 

 

 

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Sindaco di Genova, nel Pd c’è chi si dice pronto alla sfida

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GENOVA – Se volessimo una colonna sonora, ad accompagnare queste ore in casa centrosinistra, il jukebox intonerebbe “Ricominciamo” di Adriano Pappalardo. Perché dopo la delusione – una vera e propria doccia fredda che ha risvegliato i sogni di gloria – il cosiddetto campo largo è chiamato al riscatto, in vista del prossimo appuntamento elettorale. Il passaggio di Marco Bucci da palazzo Tursi a piazza De Ferrari apre un nuovo scenario, quello delle Comunali, fissate per la prossima primavera. Il mese da cerchiare sul calendario dovrebbe essere quello di maggio, ma ancora è presto per avere contezza di quando si riapriranno le urne nel capoluogo ligure. E se il centrodestra è al lavoro per formare la giunta del sindaco-presidente, dall’altra sponda del Bisagno è partito il totonomi per chi dovrà sfidare, al momento, il candidato in pectore (sindaco facente funzioni) Pietro Piciocchi. Un dato certo c’è, esiste, ed è quello che riguarda la percentuale raccolta dal Partito Democratico in Liguria e ancora di più a Genova, che ha sfiorato il 30%.

La cartina del capoluogo infatti, si è colorata di rosso, dopo anni di dominio di centrodestra. Prima ancora di decidere chi sarà il volto chiamato a trainare la coalizione, si dovrà decifrare il perimetro di chi ne prenderà parte, “senza sé e senza ma” fanno sapere i delusi della sconfitta regionale. Il Pd, numeri alla mano, sarà il baricentro di un’alleanza che non potrà più permettersi il lusso di mettere veti e di litigare al proprio interno. Se non dovrebbero esserci dubbi sulla presenza di Avs e Azione, al momento le frizioni nazionali nel Movimento Cinque Stelle (da Roma qualcuno ipotizza che Conte possa interrompere qualsiasi rapporto con il Pd ndr) potrebbero allontanare la presenza grillina, nonostante a Genova l’opposizione a Marco Bucci proceda compatta da anni. Alla finestra, al momento, resta Italia Viva, che proprio ai microfoni di Primocanale con Raffaella Paita, ha spiegato che “è ancora presto per capire come si evolverà la coalizione di centrosinistra”.

Nel frattempo però, c’è già chi, forte delle preferenze ottenute alle Regionali, apre il dibattito sulla scelta del candidato sindaco. “Bisogna velocizzare subito questo processo con un nome e una coalizione forte perché abbiamo una responsabilità oggi importante dopo quello che è accaduto a Genova e dopo il risultato di giugno alle Europee – commenta a Primocanale Armando Sanna, riconfermato consigliere regionale del Pd con oltre 8 mila preferenze -. Credo che una persona con 8 mila voti e un passato da amministratore non si possa nascondere sul fatto di lavorare con la città di Genova. Io voglio essere presente in un processo di cambiamento, essere presente e coordinato con la cabina di regia”. Secondo l’ex sindaco di Sant’Olcese il risultato di quasi dieci punti di differenza per il centrosinistra sintetizza quello che non va a Genova. “È stato bocciato il lavoro di Bucci come sindaco, noi siamo pronti e vogliamo ripartire, il lavoro sviluppato in questi anni deve essere portato avanti. E ci tengo a ribadire che non siamo mai stati quelli del no ma abbiamo portato avanti proposte importanti”.

Armando Sanna quindi pronto a candidarsi a sindaco? “Armando Sanna si mette a disposizione perché fa politica, è in mezzo alla gente, non ho trovato ostilità verso le figure politiche e adesso dobbiamo portare a votare persone che non vanno più”. Insomma, il consigliere regionale più votato calca la mano sul ruolo degli amministratori e lancia la sfida: “Ci sono tanti profili pronti che possono fare sintesi in una coalizione che oggi più che mai guardi al futuro”. I primi nomi iniziano a circolare, da Sanna alla suggestione Orlando, passando per il passato e il futuro del Pd, perché a questo giro, per ricominciare, forse bisogna farlo proprio puntando su un politico. E tra i dem i profili non mancano. 

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