Italia
Primarie nel centrosinistra, Pastorino le definisce un “suicidio”
GENOVA – Primarie sì, Primarie no, questo è il problema. Ma senza scomodare William Shakespeare, ad attanagliare il centrosinistra uscito sconfitto dalle Regionali, ci sta pensando la suggestione circolata nelle ultime ore rispetto alla possibilità di ricorrere alle Primarie per scegliere il candidato sindaco di Genova. Un’ipotesi che non dispiacerebbe alla base soprattutto civica di sinistra, che chiede un confronto con la cittadinanza per decidere chi meglio possa rappresentare palazzo Tursi. Un’idea che non sembra, al momento, appassionare i partiti, a partire dal Partito Democratico, che non è orientato a giocarsi una carta che da sempre è stata gioia e dolore. A confermarlo, ai microfoni di Primocanale, il neo consigliere regionale dem Federico Romeo: “Si leggono sui giornali queste notizie, ma nelle riunioni del Pd non si parla di Primarie, piuttosto auspico che si tracci una linea rapida, inclusiva e con un perimetro vero della coalizione per mettere al centro i temi che toccano la città, rimboccarsi le maniche e tracciare il lavoro già partito con queste regionali. Soprattutto – incalza Romeo – eviterei il toto-nomi, ma lavorerei su un’alleanza certa”.
Più dura, invece, la presa di posizione di Gianni Pastorino, consigliere regionale eletto con la lista Orlando Presidente, che taccia come “follia”, visti i tempi stretti, l’ipotesi di confrontarsi nelle urne per scegliere il candidato. “Le Primarie sono utili se avvengono molto tempo prima, se per ipotesi si votasse tra un anno e mezzo e si decidesse di fare le Primarie tra due mesi, il candidato che vince avrebbe tutto il tempo di elaborazione di un programma e di fare percorsi politici partecipati – commenta durante “Il programma politico di Primocanale” Gianni Pastorino -. Fare le primarie a gennaio di quest’anno, se si votasse in aprile, maggio, a mio giudizio è quasi un suicidio e lo dico con molta fermezza. I partiti e le forze politiche e civiche di cui faccio parte devono assumersi la responsabilità di decidere al più presto delle cose, perché i gruppi dirigenti sono tali se sanno fare sintesi e non soltanto se si credono rappresentativi per i voti che prendiamo”.
Secondo il fondatore di Linea Condivisa il candidato sindaco dovrà avere la capacità di fare sintesi avendo un’idea di città e per farlo dovrà cercare le forze migliori per creare percorsi partecipati. “Eviterei quindi conte suicide dove non ci sarebbe partecipazione ma soltanto una rappresentazione di chi conta di più nei vari partiti e nei vari schieramenti, mi interessa un altro tipo di discussione e in questo caso le Primarie non sono assolutamente utili” ha aggiunto Pastorino. Insomma, la via maestra non sembra quella delle Primarie, che arriverebbero troppo a ridosso del voto, ma soprattutto manderebbero un’idea di poca capacità decisionale all’interno di una coalizione che deve ancora capire quale sarà il perimetro. Gianni Pastorino però, senza entrare in casa 5stelle, ha comunque un auspicio: “Non ho consigli da dare al Movimento e non mi permetterei ma spero si evolva verso l’area progressista e di opposizione al centrodestra, senza se e senza ma, perché il perimetro presentato è stato vincente e comunque abbiamo recuperato molto, 18 punti di distacco dal 2020″.
Rispetto alle forze che dovranno comporre l’alleanza, Pastorino esprime ancora perplessità e critiche rispetto al ruolo di Italia Viva. E allora, messo il veto all’ipotesi Primarie, Gianni Pastorino e Federico Romeo rispondono in “politichese” rispetto alla possibilità di candidarsi a primo cittadino di Genova. “Se mi chiedessero di candidarmi significherebbe che ci sarebbero stati uomini e donne che hanno formulato questa proposta ed elaborato un ragionamento con me, quindi ci sarebbe una mia assunzione di responsabilità” le parole del consigliere regionale Gianni Pastorino. “Io credo che serva una coalizione inclusiva e di programma introspettivo, con un confronto all’interno di quale sia la figura più inclusiva per incarnare il programma” ha invece risposto Federico Romeo, che ha ribadito che le richieste di partito pesano di più di quelle personali. Come dire, nessuna fuga in avanti per i due consiglieri, “al servizio” però delle richieste dall’alto.