Italia
Incontro Pd-Italia Viva senza veti e con un possibile candidato politico
Qual è la prima grande differenza tra le Regionali e le Comunali, guardata con gli occhi del centrosinistra? Che a questo giro non ci saranno veti. Né dati, né subìti. È questo ciò che è emerso dalla prima tornata di incontri tra il Partito Democratico e gli altri partiti o movimenti che gravitano nel mondo del centrosinistra.
Il centrosinistra si muove tra consultazioni e lanci di pamphlet
Le Regionali sono un vecchio ricordo
Sotto la lente di ingrandimento è andato in scena il primo faccia a faccia tra alcuni esponenti dem e Italia Viva, che sembra sempre più intenzionata a far parte della partita. Seduti al tavolo il segretario metropolitano di Genova Simone D’Angelo (che ha il compito di tessere le fila), il capogruppo in Comune Davide Patrone, la consigliera regionale Katia Piccardo, l’ex senatore Vito Vattuone e l’ex segretario Simone Farello. Dall’altra parte il presidente regionale di Iv Eugenio Musso e la presidente provinciale Arianna Viscogliosi. Un incontro informale e interlocutorio durato oltre un’ora durante il quale si è parlato di programmi ma anche di possibili candidature. Ma la primissima regola da rispettare, quella che avrà il compito di spianare la strada in vista delle Comunali, riguarda proprio i cessati veti da parte del Movimento Cinque Stelle e di qualsiasi altro partito. D’altronde, l’esito delle Regionali del 27 e 28 ottobre scorsi, con quel diktat contiano poco prima di consegnare le liste, ha spaccato un fronte che avrebbe potuto dare esito diverso ad Andrea Orlando. E se è vero che dagli errori si impara, la partita per piazza De Ferrari persa al fotofinish è stata un brutto banco di prova. I dem sono intenzionati ad allargare al centro, come già spiegato a Primocanale dal segretario metropolitano D’Angelo. Ed è da qui che può ripartire un nuovo fronte anche in vista del voto della prossima primavera, con un listone civico che unisca diversi partiti e movimenti.
Dal programma al candidato: dialogo serrato
Si è parlato di programma da stilare per compattare il più possibile tutto il fronte progressista, Italia Viva ha puntato sui suoi temi principali: infrastrutture, sicurezza, innovazione. Ogni partito avrà il compito di portare i propri cavalli di battaglia, con l’auspicio che in molti casi possano coincidere. E quando si lavora alla molteplicità, all’eterogeneità, sarà necessario farlo condividendo da una parte i punti cardini, scendendo a qualche “pulito” compromesso dall’altra. Dai programmi ai potenziali candidati a sindaco: sono diversi i nomi che circolano in questi giorni. Non si è parlato di profili specifici, di volti, ma di categorie: civico o politico? Per Italia Viva non ci sono preclusioni sulla figura politica (che sarebbe certamente espressione del Partito Democratico ndr), anzi da quello che si evince la scelta di pescare tra la dirigenza dem potrebbe rivelarsi più vincente, in un’epoca dove il civismo sembra perdere aderenza. “E a Genova si è perso negli anni quel substrato industriale e imprenditoriale che porterebbe a un cosiddetto civico puro” sibilano a denti stretti anche dal partito di Matteo Renzi. Insomma, se la richiesta è comunque quella di essere coinvolti nella scelta del candidato, non ci sono però veti sul politico di professione. E i nomi che circolano, da Sanna a Terrile passando per Romeo, non dispiacciono ai dirigenti genovesi e liguri di Italia Viva.
La spinta a sinistra di Renzi
A sugellare un riavvicinamento tra Pd e Iv l’evento Next organizzato per i suoi cinquant’anni da Matteo Renzi, che sabato scorso ha invitato al suo compleanno sia Andrea Orlando che Roberta Pinotti. Un’occasione per festeggiare i primi 50 anni dell’ex premier ma anche per confrontarsi sul tema delle alleanze perché, nonostante il clima festoso, la situazione era ghiotta. E da Firenze a Genova, il passo è breve. L’approccio tra i banchi del capoluogo ligure, a pochi passi da palazzo Tursi, è stato positivo, l’appoggio a quel che fu la giunta Bucci sembra acqua passata, nonostante dal 2022 Italia Viva non abbia mai rinnegato la stima nei confronti del presidente di Regione Liguria. Ma adesso conta l’oggi, e l’oggi si chiama centrosinistra, così come indicato da Matteo Renzi. Il partito è di centro, ma con lo sguardo più a sinistra. Ed è da qui che si deve ripartire. Tra programmi, temi e profili una deadline per la scelta del candidato è stata data e fissata: fine gennaio. Che poi si possa traguardare a febbraio è possibile se non probabile, ma l’intenzione è quella di chiudere entro un paio di settimane, massimo tre. E gli incontri, con i vari partiti e movimenti, non si fermeranno a uno, ma saranno raddoppiati o triplicati. E dovranno essere, nei prossimi step, non più singoli ma di gruppo, per dare l’idea, dentro e fuori, che un’unità di intenti inizia a esserci.