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I giovani fuggono dalla Liguria, Cisl: “Chiediamo a Bucci collaborazione”

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Giovani sempre più in fuga dalla Liguria. E a testimoniarlo ci sono i dati: al primo gennaio 2022 i liguri iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero (AIRE) erano 162.818 mentre al primo gennaio 2024 sono 176.144.

Cosa dicono i dati

In due anni la percentuale dell’iscritti all’AIRE sulla popolazione residente è cresciuta quasi di un punto passando da 10,8% nel 2022 all’11,7% nel 2024. Crescono gli iscritti soprattutto a Genova (da 90.866 a 99.462) e Savona (da 30.880 a 33.163). Più lieve a Imperia (da 22.513 a 23.679) e La Spezia (da 18.559 a 19.840). Rimane stabile dal 2022 al 2024 la fascia d’età 18-34 passata dal 22,7% al 22,6% del totale degli iscritti. Il report 2024 indica che sono 17.102 i liguri con meno di un anno di anzianità di iscrizione all’AIRE: 6.160 sono in Europa, 223 in Africa, 368 in Asia, 10.135 in America e 216 in Oceania.

Il monito del segretario della Cisl Liguria Luca Maestripieri

“La fotografia della Liguria rispecchia anche lo scenario nazionale visto che l’Italia rispetto al resto dell’Europa ha una scarsa capacità di attrazione dei giovani. La fuga di giovani dal territorio genera effetti devastanti, e non solo a lungo termine – spiega il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri -. È un problema epocale che mina le fondamenta della nostra società. I motivi sono tanti, ne cito solo tre. Rinunciare alle forze giovani, al loro entusiasmo e alla loro capacità di vedere ciò che la nostra generazione fatica a percepire, significa fare diventare insostenibile il sostegno economico e sociale dell’invecchiamento, compromettere il futuro del sistema di welfare, intaccare la capacità di innovare e crescere delle nostre aziende. Marco Bucci, grazie alla sua esperienza da sindaco della sesta città italiana, sa benissimo che quando una società non riesce a trattenere i suoi giovani talenti, costringendoli a emigrare, perde risorse vitali per il proprio sviluppo. Con il nuovo presidente della regione dobbiamo affrontare questa situazione per creare un migliore rapporto tra giovani e territorio. Possiamo farlo favorendo sinergie tra poli formativi e aziende, incentivando l’inserimento professionale di giovani formati e ben pagati, dotando il territorio di servizi e infrastrutture all’altezza delle aspettative delle nuove generazioni”.

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