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Regione, Ripamonti: “Crisi sindacali, sicurezza e energia: ecco come ci muoveremo”
Chi lo conosce bene lo descrive come il perfetto politico in grado di saper mediare. Sarà anche per questo che il presidente della Regione Marco Bucci lo ha nominato assessore con deleghe alla Sicurezza, Energia, Immigrazione ed Emigrazione, ma soprattutto Area di crisi complessa, vertenze aziendali e rapporti con sindacati. Tutti campi che in carriera Paolo Ripamonti, 55 anni, di Loano, ha già ricoperto: da assessore comunale a Savona si era occupato di sicurezza, da senatore era stato vice presidente della commissione Industria, commercio e turismo.
Negli ultimi cinque anni la provincia di Savona è rimasta fuori dalla giunta regionale, sente responsabilità ora?
“Più che responsabilità direi orgoglio, ho sempre lavorato per la mia terra e continuerò a farlo senza ovviamente tralasciare il resto del territorio. Sicuramente ci sarà molto da lavorare ma ho un grandissimo entusiasmo”.
Quando ha saputo di essere un possibile assessore?
“Quando mi ha chiamato Rixi dicendomi che Bucci voleva un assessore di Savona. Mi ha chiesto se fossi disponibile, senza pensarci un attimo ho risposto presente”.
Lei è molto legato alla Lega…
“Sono dentro al partito da 35 anni, sono entrato nel ’90 quando avevo 21 anni. Gli ho dedicato una vita, è un partito che di fatto è uno stile di vita. Morirò leghista, non ho alcun dubbio”
Assessore, aree di crisi complesse. Cosa sono e quante sono in Liguria?
“Sono aree del Paese fatte con delle convenzioni tra governo e regioni dove ci sono state particolari deficienze dal punto di vista dell’occupazione. In Liguria c’è solo quella di Savona che nel tempo aveva perso circa 5000 posti di lavoro a fronte della chiusura di molte aziende. Il governo, se non ricordo male fu il governo con sottosegretario Bellanova, insieme al tempo assessore regionale Edoardo Rixi, costituì questa area che ha funzionato molto bene. Lo dico con orgoglio: è quella più performante di tutta Italia, tutti i bandi sono andati esauriti per un totale di 100 milioni di euro con tante imprese che sono ripartite. Un motivo di vanto per la nostra regione e in generale per la provincia che rappresento”.
Lei si occupato da vicina delle Funivie di Savona?
“E continuerò a farlo. E’ una tema che conosco molto bene e che intendo sviluppare ancora perché credo nella loro utilità per il porto di Savona”.
Dicono che sia un ottimo mediatore nelle vertenze sindacali…
“Non lo so, sicuramente gestire certe situazioni mi piace, è il mio. Oggi incontrerò per la prima volta i sindacati con i quali voglio avere un canale sempre aperto: dobbiamo essere tutti uniti per vincere certe battaglie”.
Lei ha la delega anche su emigrazione, immigrazione e sicurezza. La Lega ha idee molto chiare in questo senso, le porterà in consiglio?
“Ne parlerò con il presidente. Sicuramente la Regione ha poca competenza, possiamo migliorare un po’ la polizia locale delle province, dedicare attenzione alla zona di Ventimiglia ma sono temi sensibili e importanti a livello nazionale”.
E poi ha la delega all’energia. La Liguria non è sicuramente tra le regioni più virtuose. Come pensa possa recuperare?
“Questo è un tema molto importante, me ne sono occupato quando ero vicepresidente della Commissione industria e energia. e quindi è una materia che conosco. La nostra regione ha una morfologia particolare, sicuramente non potrà essere performante come altre, ma può fare il suo. Punteremo molto sulla parte idroelettrica, la parte più green delle rinnovabili. Quando avremo messo a terra il piano andremo a spiegarlo a tutti i comuni della regione e a tutte le imprese per dare consigli e fargli capire l’importanza e come ricevere incentivi. Sarà un lavoro capillare ma molto importante”.
Ha conosciuto il presidente Bucci, che idea si è fatto?
“Mi piace perché è uno che va al sodo. Ho fatto il militare, rispetto le gerarchie: lui comanda, noi eseguiamo. Certo tutto avrà un disegno e una visione condivisa”.
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Un consiglio regionale che scotta, quali sono i ruoli dell’aula
È un inizio con il botto, scoppiettante, come prevedibile, quello che si sta consumando nelle primissime sedute del consiglio regionale.
La prima volta degli assessori in consiglio regionale
I fatti precedenti
Il livello di scontro si è innalzato soprattutto nella giornata di ieri, quando il presidente Marco Bucci ha accusato l’opposizione, in particolare i consiglieri del Partito Democratico Andrea Orlando e Simone D’Angelo, di maleducazione. Rei, secondo il sindaco di Genova, di averlo interrotto durante la presentazione del suo programma di Governo. Un botta e risposta condito dal presidente del consiglio regionale Stefano Balleari, che ha chiesto silenzio dalla minoranza ma che ha ribadito (un messaggio per tutti) che è lui a decidere chi deve parlare in aula e a dettare i tempi. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino quello ligure è al vetriolo. La presa di posizione di Bucci, durante l’intervento in consiglio, è stata dura. Il manager ha accusato l’opposizione di essere violenta, di utilizzare la violenza per prevaricare. Parole che hanno scatenato l’ilarità (sarcastica) dell’opposizione. Marco Bucci è stato accusato di aver scavalcato i ruoli istituzionali, del presidente dell’aula e del vicepresidente. Ma certe rigidità “perditempo”, non sono mai piaciute al velista genovese.
La presa di posizione del vicepresidente Arboscello
Il vicepresidente del consiglio regionale Roberto Arboscello prende posizione, netta, nei confronti di Marco Bucci. Arboscello, consigliere regionale del Partito Democratico al secondo mandato, sveste i panni del politico e parla con la sua carica istituzionale. “Il presidente Bucci che prevarica il ruolo del presidente del consiglio è una cosa secondo me inaccettabile, ed è per questo che sono scattato dai banchi, perché non esiste che il presidente di giunta regoli i lavori di un consiglio regionale – la presa di posizione di Roberto Arboscello -. Il consiglio regionale è regolato dal presidente del consiglio e dall’ufficio di presidenza per cui Bucci deve imparare a stare al suo posto, a svolgere il ruolo che la normativa e la legge gli consentono. Bucci ha detto che sono bravo? Sì ma bravo a far rispettare il buon regolamento del consiglio regionale, sono il vicepresidente e questo sta a me, sta a me far così. Infatti non mi sono permesso di intervenire quando il presidente Balleari ha interrotto i consiglieri di minoranza, però mi sono permesso di intervenire quando Bucci ha intimato al presidente del consiglio di sospendere il consiglio regionale. È una cosa inaccettabile”.
Balleari e il ruolo di “mediatore”
A sostenere la presa di posizione in aula del presidente Marco Bucci è stato Stefano Balleari (presidente del consiglio regionale), che conosce bene da vicino il carattere “fumantino” del sindaco uscente di Genova. Balleari tira in ballo il suo vice, Roberto Arboscello. “Spiace ascoltare da una persona mite come il consigliere Arboscello frasi come ‘Bucci prevarica il presidente Balleari’. La richiesta del presidente Bucci di sospendere i lavori, non essendo stata accolta proprio perché, e su questo sono d’accordo con Arboscello, il consiglio regionale è regolato dal presidente del consiglio regionale e dall’ufficio di presidenza. A volte bisognerebbe guardare i fatti, senza fare processi alle intenzioni e, magari, senza ricorrere all’uso inappropriato delle parole”.
Qual è il ruolo del presidente del consiglio regionale?
Il presidente del consiglio regionale è un organo interno del consiglio stesso, eletto a scrutinio segreto. Il suo ruolo è quello di rappresentare, convocare e dirigere i lavori secondo le modalità previste dal regolamento interno. Il presidente del consiglio regionale tutela le prerogative e l’esercizio del mandato di tutti i consiglieri, insedia le commissioni consiliari e ne verifica il buon funzionamento, richiede inoltre al presidente della giunta regionale lo svolgimento di comunicazioni in consiglio su argomenti di interesse generale, garantisce il rispetto delle norme dello statuto della Regione e del regolamento interno del consiglio con particolare riferimento a quelle inerenti la tutela dei diritti delle opposizioni, esercita ogni altra funzione prevista dallo statuto della Regione, dal regolamento interno del Consiglio e dalle leggi regionali. Il presidente non può far parte delle commissioni consiliari e nel caso di assenza o impedimento temporaneo è sostituito dal vicepresidente vicario. Infine, può essere rimosso dalla carica per gravi motivi, previa approvazione a scrutinio segreto di una mozione di decadenza presentata da almeno due terzi dei consiglieri regionali in carica e approvata da due terzi dei componenti il consiglio.
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