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Conte-Grillo, l’ultimo atto per “prendersi” il Mov5s

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Si chiama Costituente ma si legge appuntamento con la storia parte II: così il Movimento Cinque Stelle è in attesa dell’esito del voto per capire da dove ripartire.

Mov5s, vince la linea Conte: addio garante e ok alle alleanze

Sfida all’ultimo voto

In questo caso non è stata buona la prima (tornata), quella dal 21 al 24 novembre, nella quale gli iscritti alla piattaforma si erano espressi a favore di Giuseppe Conte, perché il nuovo corso è stato interrotto da Beppe Grillo che, da fondatore, ha potuto richiedere che la votazione venisse ripetuta. Così è stato e dalle 10 di giovedì scorso, 5 dicembre, i quasi 90 mila aventi diritto sono potuti tornare a esprimere il proprio punto di vista. Le urne online si chiuderanno domani, domenica 8 dicembre, alle 22. A quel punto sarà il momento della verità e ci sarà attesa per l’esito finale. Sul sito del Mov5s, in fondo alle indicazioni tecniche, si legge un messaggio che sa di monito, emblematico, per il proseguo di Conte (o di Grillo): “Il futuro del Movimento è nelle vostre mani. Tenetevi pronti a decidere!”. I sostenitori del M5s stanno votando solo i quesiti relativi alle modifiche statutarie e non quelli su cui già avevano dato un’opinione due settimane fa. Nonostante siano poche quindi, le domande a cui si stanno sottoponendo, è comunque dal loro contenuto che passa il futuro di Giuseppe Conte e di Beppe Grillo.

Beppe Grillo contro il mago di Oz

Grillo dal carro funebre: “Il Mov5 è morto per colpa di Oz (Conte) ma nuovo decorso”

L’ex premier ha vinto il primo round, grazie al raggiungimento del quorum. Disco verde alla sua linea: è stata modificata la regola dei due mandati, sono passate con più del 50% dei voti tutte le opzioni di revisione dello statuto, è stato eliminato il ruolo del garante ed è stata concessa l’opzione delle alleanze, a patto che siano sui contenuti. Insomma, una presa di posizione che taglia le gambe al comico genovese, che ha risposto colpo su colpo. E per farlo, da “animale da palcoscenico” quale è, ha deciso di mandare un messaggio da de profundis a bordo di un carro funebre, consacrando la morte del Movimento Cinque Stelle. Un video criptico, soprattutto nel finale, che lascia spazio a possibili e diverse interpretazioni. “Il mago di Oz (alias Conte ndr) ha portato alla morte i 5s” ha sentenziato Grillo, che ha definito la sua creatura compostabile, poiché all’interno si trova ancora dell’humus. E che cosa farne di questo humus? Qualche idea, Grillo, sembra averla, nonostante ancora non si sia espresso sul da farsi, ma si è limitato solo a dare appuntamento con un nuovo messaggio, “prossimamente”.

Progressisti e di sinistra o solo progressisti?

All’orizzonte quindi, potrebbe palesarsi qualche novità, dell’ultimo dell’anno magari, come la creazione di un altro movimento, ex novo. Ma chi mastica politica lo sa, le ciambelle non nascono mai, per due volte consecutive, con il buco. Tradotto: il primo tentativo andò molto bene, sopra le aspettative forse, il secondo potrebbe avere un esito ben differente. Nel frattempo, mentre la base si divide su quale dev’essere il nuovo corso del Movimento Cinque Stelle, progressista ma indipendente, e che vuole mantenere le distanze dal Partito Democratico e dai potenziali alleati, gli esponenti genovesi e liguri prendono (in parte) una posizione più lontana dal loro primo mentore. Il senatore Luca Pirondini, che si è detto da sempre grato a Grillo, auspica che possa essere raggiunto il quorum, che permetterebbe di avvallare il voto degli iscritti. “Bisogna andare a votare, è importante farlo, quando si può avere la possibilità. È quello che contraddistingue il nostro Movimento” il commento laconico di Pirondini. Insomma, il conto alla rovescia è iniziato e l’appuntamento con una storia, nuova, è pronto a svelarsi. E gli occhi del centrosinistra, nonostante le stilettate continue, saranno puntati proprio su Conte e il suo Mov5s, soprattutto se l’obiettivo continua a essere quello di un’alleanza, più o meno solida, del campo progressista.

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Il Natale di Pietro Piciocchi: “Troppe situazioni di “buio”, servono luce e gioia”

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https://www.youtube.com/watch?v=ZFRtk8IzBOA

Non è un Natale come gli altri per il vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi. Quest’anno siede sulla poltrona più importante di Palazzo Tursi ed è alla guida di un’amministrazione che probabilmente prima dell’estate andrà al voto. 

“Cerco di essere me stesso sia fuori che in famiglia e quindi cerco di attingere dal significato profondo del Natale e credo che quella gioia che noi dobbiamo portare nella famiglia sia quella che ha tanto bisogno la città. Se mi chiedete che proposito mi sono fatto per questo Natale: voglio essere una persona gioiosa, dobbiamo portare la luce nelle famiglie ma anche nella città dove ci sono ancora tante troppe situazioni di buio, di solitudine e di fragilità.. Poi non è facile perché è un impegno con se stessi, una sfida personale. Prima di andare alla sera mi chiedo: “com’è andata la giornata? Sono riuscito a diffondere questa fiducia intorno a me?S0ì, no” ecco credo che sia un bel interrogativo, un bel proposito da fare: io ce la metterò tutta”.

Quanto incide la sua fede nel suo lavoro quotidiano?
“Molto. Tutte le scelte della vita, anche il fatto di aprirmi insieme a mia moglie che condivide questa fede ad una famiglia numerosa, chiaramente la derivazione è quella. La fede mi aiuta a cercare di vivere ogni giorno con attenzione particolare agli altri, a mettermi in discussione, a essere umile e devo dire è un aiuto enorme anche per avere un approccio un po’ di distacco da se stessi cercando sempre di mettere al centro le persone il servizio alle persone. Io quando mi sono insediato due settimane fa volutamente nel mio intervento ho citato il gesto della lavanda dei piedi che, secondo me è una ispirazione straordinaria per chi deve fare un lavoro politico. Credo che il Vangelo, a cui mi ispiro, contenga degli elementi molto potenti, molto significativi per un compito politico che poi naturalmente deve essere in grado di accogliere tutti: la fede non è chiusura è grande stimolo verso l’apertura, verso l’integrazione verso l’accoglienza e noi dobbiamo lavorare per una città accogliente per una città in cui si vive veramente a fondo la solidarietà, una città dove le relazioni siano di qualità e allora costruiamo una Genova forte e coesa. Lavoriamo per le grandi opere ma senza perdere l’attenzione alla qualità delle relazioni”.

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