Italia
Bucci a Primocanale: “Paita? Cercherò di convincerla”
GENOVA – “Italia sì, Italia no”, questa non è la terra dei cachi (come cantavano Elio e le Storie Tese) ma l’Italia Viva che è al centro, di nome e di fatto. Il partito di Matteo Renzi ha intrapreso, al momento, una scelta di campo-largo, decidendo di appoggiare il centrosinistra per lavorare a una coalizione allargata. Un progetto che parte da Roma, dopo l’abbraccio calcistico tra l’ex premier ed Elly Schlein durante una partita del cuore. La segretaria del Partito Democratico non ha solo spinto in rete il passaggio di Renzi ma continua a voler segnare sempre lo stesso gol, quello “dell’unità e dell’alternativa alla destra”. Così, il senatore di Iv, ha colto la palla al balzo e ha deciso, in quest’estate rovente, di chiudere un progetto solitario al centro e di provare ad aderire a quello dell’opposizione. Con buona pace, sembrerebbe, di coloro che hanno deciso di uscire dal partito, come Luigi Marattin. Dalla capitale alla Liguria, il messaggio di Renzi ai suoi è stato chiaro: “Appoggiamo Andrea Orlando, candidato alla Regione per il centrosinistra”. E a portare avanti la missione renziana ci ha pensato, e ci sta pensando, la coordinatrice di Italia Viva Raffaella Paita, fedelissima dell’ex premier.
Un compito tutt’altro che semplice, considerando che a Genova Iv appoggia dal 2022 la giunta del sindaco Marco Bucci, oggi candidato per il centrodestra, e che sia il Movimento Cinque Stelle che la Sinistra non ne vogliono sapere. Non si sono fatti attendere, infatti, i veti incrociati. “Ok a Italia Viva ma senza simboli” aveva sentenziato il senatore pentastellato Luca Pirondini. Un sì che sa, però, soprattutto di nì, perché dal Movimento e a Sinistra non si vuol sentir parlare di Renzi. Nel frattempo in queste settimane di campagna elettorale da motore a scoppio, il centrodestra ha giocato la carta del sindaco Marco Bucci, creando una tempesta perfetta in casa renziana. Il partito genovese e ligure si è spaccato, tra chi ha deciso di rimanere al fianco di Renzi e Paita correndo con il centrosinistra, e chi invece è uscito per proseguire un percorso a sostegno di Bucci. Il manager genovese resta alla finestra, provando a far presa sul rapporto personale instaurato negli anni con la senatrice di Iv.
“Io da quando ho ricevuto la chiamata (Bucci si riferisce a quella della premier Giorgia Meloni, che lo ha convinto a candidarsi ndr) cerco di convincere chiunque trovo davanti a votare da questa parte quindi, certamente, cercherò di convincere anche lei (Raffaella Paita ndr)” ha risposto Marco Bucci a una domanda postagli durante il format “Terrazza Incontra” in onda su Primocanale, organizzata dal presidente Maurizio Rossi. L’obiettivo, ha sottolineato Bucci, è quello di perpetrare un’opera di convincimento nei confronti di chi potrebbe ancora essere indeciso, in vista del voto del 27 e 28 ottobre prossimi. “È mio dovere farlo – ha proseguito il candidato alla presidenza di Regione Liguria -. Con Raffaella (Paita ndr) i rapporti sono ottimi, ci sentiamo anche via WhatsApp parecchie volte e non vedo nessun problema nel sentirla. Sono contento che molta gente di Italia Viva e di Azione sia rimasta con noi perché dimostrano di avere una visione di futuro, significa che abbiamo lavorato bene”.
Nei giorni scorsi sia Renzi che Paita avevano speso parole di stima nei confronti del sindaco genovese, ribadendo però l’intenzione di stare nel centrosinistra. Non si è fatta attendere, infine, una stoccata al centrosinistra e al candidato Andrea Orlando. “Il problema grosso è che dall’altra parte la visione non si è ancora vista. Chiedo a loro di tirar fuori visione, progetti, strategie e il modo di lavorare – ha incalzato Bucci -. Quando avremo anche quelli ci potremo paragonare e potrei anch’io andare dall’altra parte (ride ndr). Chiedo solo di trovare qualcosa su cui parlare e di confrontarci e paragonarci. Mettiamo sul tavolo tutto e parliamo, ma dall’altra parte non c’è nessuno”. Insomma, la sfida a colpi di fioretto, o forse spada, prosegue. E il telefono di Raffaella Paita, presumiamo, è pronto a suonare ancora.
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“Il programma elettorale lo fate voi”, a Pegli: “Ci sentiamo dimenticati”
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Pulizia, cura del verde, miglioramento della qualità balneabilità delle acque “oggi scarsa”, stop all’espansione del porto di Prà, sì alla delocalizzazione dei depositi costieri di Carmagnani e Superba, no all’ipotesi progettuale del nuovo casello di Pegli che passerebbe proprio sotto i depositi: ecco una sintesi delle domande dei pegliesi al futuro sindaco di Genova, raccolte nella nuova tappa de “Il programma elettorale di Primocanale lo fate voi”.
Italia
Raffaella Paita soddisfatta del Ddl vittime incuria
Via libera al Senato al disegno di legge che introduce benefici per le vittime di cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali e autostradali di rilievo nazionale.
Di cosa si tratta
Il provvedimento, nato su iniziativa del Comitato ‘Ricordo vittime del ponte Morandi’, prevede una serie di interventi in favore delle vittime, dei loro familiari e delle persone danneggiate da eventi simili. Lo Stato interverrà in termini di sostegno alle vittime, grazie alla costituzione di una misura di civiltà sociale e giuridica necessaria. Ora manca solo il voto finale alla Camera, e il provvedimento diventerà legge.
Il commento della senatrice Paita
“Questa è una giornata importante per il Parlamento, perché considero l’atto di oggi doveroso per le vittime del crollo del ponte Morandi e di tutti gli altri incidenti per incuria delle infrastrutture. Un percorso iniziato con il primo disegno di legge a mia prima firma con Alessia Rotta. Una reazione a quell’immane tragedia che ha provocato 43 vittime, e che ha segnato un momento doloroso per Genova, per la Liguria e per tutto il paese. La persona che voglio ringraziare più di tutti è la presidente del comitato delle vittime Egle Possetti, per la dignità e la tenacia con cui ha portato avanti la battaglia per le vittime del Morandi e contro l’incuria e l’assenza di manutenzione delle infrastrutture nel nostro paese. Istituzionalmente si tratta quindi di qualcosa di doveroso. Ma c’è ancora qualcosa che non va ed è il tema della capacità di controllo del pubblico sul privato per tutte le concessioni, ferroviarie, portuali, stradali, autostradali, per avere il margine di rischio il più possibile ridotto. Su questo dobbiamo lavorare in modo il più possibile coeso”.
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