Italia
Candidato cercasi ma il centrosinistra per ora non batte un colpo
C’è chi lo considera, numeri alla mano, un rigore a porta vuota, quello che si appresta a calciare il centrosinistra alle prossime Comunali di Genova. Il cosiddetto campo progressista è uscito sconfitto dalle Regionali del 27 e del 28 ottobre scorsi, ma il dato più rilevante e dal quale ripartire (come hanno dichiarato i protagonisti nelle ore successive al voto ndr) era quello genovese, dove Pd e alleati hanno battuto il centrodestra di quasi dieci punti percentuali. Il distacco, in termini di preferenze, è stato di circa 20 mila voti. Trend confermato già durante l’appuntamento delle Europee, nel giugno del 2024, quando le forze di opposizione avevano vinto, sommate, rispetto a quelle di maggioranza.
Regionali, a Genova città è dominio Pd: è il partito più votato
Primi incontri, ma il centrodestra è già in campagna elettorale
Di fronte a questo ribaltone (il centrosinistra a Genova non tocca palla dal 2017) l’elettorato rianimato si aspettava un’accelerata, una presa di coscienza della luce infondo al tunnel ma, al momento, all’orizzonte non si vede né la formazione della coalizione né, tantomeno, il nome del candidato sindaco. Lo scorso 20 dicembre Andrea Orlando aveva riunito al teatro Stradanuova i reduci della tornata regionale dell’autunno 2024, un primo incontro per parlare e confrontarsi, che ha anticipato quelli che si terranno nei prossimi giorni a Savona (venerdì 10 gennaio) e in Val Polcevera a Genova (giovedì 16 gennaio). Ascolto, programma, chiarezza di pensiero e contenuti, tutti valori importanti che incarnano le idee della sinistra, ma i cittadini ancora non sanno quali partiti troveranno sulla scheda e quale volto, profilo, votare una volta entrati nell’urna. E allora, quella che sembra una strada potenzialmente in discesa, rischia di trasformarsi in una nuova salita, considerando che il centrodestra, nonostante le difficoltà evidenti a palazzo Tursi, corre già come se fosse in procinto di andare al voto, con un candidato sindaco in pectore. Se è vero che Pietro Piciocchi deve fare i conti con una maggioranza risicata in aula rossa, è altrettanto vero che, come sottolineato dal presidente Bucci, il centrodestra “un candidato già ce l’ha, gli altri mi pare proprio di no”. Piciocchi non è ancora stato investito ufficialmente e qualche sorpresa dietro l’angolo potrà sempre palesarsi, ma a oggi spinge, trascina, organizza incontri e giunte itineranti. Insomma, è già in campagna elettorale. Che gli elettori abbiano bisogno di un nome, di un viso e del suo carisma, per fidelizzarsi, è oramai un’ovvietà. A dimostrarlo l’esperienza di Orlando che, se fosse partito a giugno, invece che a settembre dopo mesi di melina, forse avrebbe avuto più chance di battere Bucci.
Quattro profili sul tavolo del Partito Democratico
Il tempo è prezioso, e dovrebbe saperlo bene la sinistra, che spesso ci gioca, come se fosse fuoco. I nomi dei potenziali candidati, individuati nell’alveo del Partito Democratico, in realtà ci sono e circolano, dentro e fuori gli ambienti politici, ma nessuno di questi sembra al momento essere confermato, proprio per le difficoltà interne al partito e alla potenziale alleanza. Dai consiglieri regionali Armando Sanna e Federico Romeo, passando per l’ex consigliere comunale Alessandro Terrile, fino ad arrivare alla già ministra della Difesa Roberta Pinotti. Tutti profili apprezzati, a parole, dall’entourage, ma forse troppo pungenti per il resto della coalizione, che chiede chiarezza e spazio per decidere se confluire o meno nel percorso intrapreso dai dem. Mentre il Movimento Cinque Stelle si arrovella su se stesso – dopo l’ultimo atto andato in scena tra Conte e Grillo – e non conferma né smentisce l’ipotesi di correre da solo (con tutti i rischi del caso, considerando che se il centrosinistra vincesse non potrebbe dirigere nemmeno un municipio ndr), Avs sembra sulla carta la formazione più fedele e meno spinosa, anche se qualche appunto, in queste settimane, è stato espresso. Tra questi, la richiesta di confronto anche sul nome del candidato. Tradotto: “non può essere solo il Pd a scegliere il candidato, può certamente dare degli input”.
Chi farà parte della partita?
Questo, per quanto riguarda la parte più a sinistra del campo progressista, se si guarda al centro, resta ancora incerta la presenza di Italia Viva e Azione, nonostante qualcosa, nelle stanze del potere, si stia muovendo. Attualmente pare essere più intenzionata a essere della partita Iv, con Arianna Viscogliosi che parla e si confronta con i dem (seguendo le indicazioni nazionali del leader Renzi, che ha individuato nel centrosinistra il suo humus attuale), qualche dubbio in più c’è per il partito di Calenda, che non esclude la corsa in solitaria. E una candidata, in pectore, già l’avrebbe: si tratta della segretaria regionale Cristina Lodi. A questo cocktail esplosivo ed eterogeneo si fa strada quel progetto nazionale, in embrione, della Comunità Democratica, che a Milano si incontrerà il 18 gennaio, e che fa capo a Del Rio, Ruffini, Prodi, Sala. Un esperimento che potrebbe partire proprio a Genova. Nomi e programmi permettendo. La frammentazione del centrosinistra è come un puzzle che deve essere ancora composto ma che avrà il compito di non perdere pezzi per strada facendo. Nel frattempo i giorni scorrono, l’appuntamento con le Comunali si avvicina (manca solo l’ufficialità per la primavera 2025 ndr) e ricommettere gli stessi errori non è poi così impossibile. Che le vacanze abbiano portato consiglio? Lo scopriremo solo vivendo ma fine gennaio (data in cui dovrebbe essere annunciato il candidato ndr) si avvicina. Il tempo stringe e la “filippica” del “prima il programma e poi il nome” rischia, ancora una volta, si diventare un boomerang. E il rigore a porta vuota si può trasformare in un fuorigioco clamoroso.
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Italia
Piciocchi candidato del centrodestra: “Sono pronto”
https://www.youtube.com/watch?v=wal7Augso1A
Domani dovrebbero cadere i veli sul candidato del centrodestra alle prossime elezioni amministrative di Genova. Il presidente della Regione Marco Bucci vuole stringere i tempi e per questo ha convocato gli esponenti della maggioranza nel suo ufficio per convergere compatti su Pietro Piciocchi. Al tavolo, all’ora di pranzo, ci saranno il viceministro ai trasporti Edoardo Rixi, il coordinatore di Forza Italia Carlo Bagnasco e il deputato di Fratelli d’Italia Matteo Rosso oltre alla deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo.
“Non lo so cosa succederà – spiega Piciocchi ai microfoni di Primocanale – l’unica cosa che posso dire è che la discussione interna sta accelerando e questo è un bene, staremo a vedere. Io metto a disposizione tutte le cose che ho imparato in questi sette anni e mezzo durante i quali ho gestito 25 deleghe, molte cose devo o ancora imparare ma la politica e la gestione della cosa pubblica non è materia facile. Io comunque ci sono, sono pronto: non mi nascondo”.
Umberto Lo Grasso, consigliere comunale eletto nel 2022 con la Lista Toti, ha recentemente lasciato la maggioranza per aderire al Gruppo Misto. Questa decisione ha portato a un pareggio sostanziale nel Consiglio comunale di Genova, con 20 consiglieri di maggioranza e 20 di opposizione. La scelta di Lo Grasso segue l’uscita dalla maggioranza di altri consiglieri, come Arianna Viscogliosi, Stefano Costa e Paolo Gozzi, contribuendo a rendere la situazione politica più instabile per il centrodestra.
“La cosa non mi preoccupa – spiega Piciocchi – perché si tratta perlopiù di scelte personali che prescindono completamente dal sottoscritto. Chi è uscito non è uscito in disaccordo l’amministrazione o con la giunta ma sono scelte individuali che devo rispettare. Sono anche delle scosse di assestamento per tutto quello che è successo in questi mesi. Quello che conta poi è la prova dei numeri e ricordo che veniamo dalla chiusura di un ciclo di bilancio dove questa maggioranza ha resistito agli attacchi continui dell’opposizione che provava a far mancare il numero legale e e non c’è riuscita in nessuna occasione. Il bilancio è stato approvato con larga maggioranza e quindi sono convinto che chi si è preso degli impegni con gli elettori, magari anche in collocazioni diverse, però li manterrà fino in fondo e sosterrà il lavoro nei prossimi mesi di questa amministrazione”.
Italia
Elezioni, Del Borghi e Conti i nomi nuovi per il Pd
I giorni passano e il centrosinistra continua la ricerca del candidato alle prossime elezioni amministrative di Genova. Oltre ai quattro nomi “caldi” e cioè quelli dell’ad di Ente Bacini Terrile, del capogruppo del Pd in Regione Sanna, dell’ex ministro Pinotti e del consigliere regionale Pd Romeo, nelle ultime ore sono stati avvicinate due nuove figure entrambe della cosiddetta società civile. Il primo è quello della professoressa Adriana del Borghi, prorettrice alla sostenibilità dell’Università di Genova, l’altro quello del professore di Economia Maurizio Conti.
Del Borghi, esperta di ambiente e sostenibilità, è molto vicina ad Andrea Orlando che l’aveva coinvolta nella campagna elettorale e invitata a parlare sul palco in occasione della presentazione della sua piattaforma programmatica al teatro Stradanuova. La professoressa, che è stata anche nel Cda di Amiu, ai tempi della giunta Doria, avrebbe dalla sua le competenze su temi che stanno molto a cuore all’area progressista come quelli dell’ambiente e della transizione ecologica.
Maurizio Conti, professore ordinario al Dipartimento di economia dell’Università di Genova, è l’autore del libro
“La Liguria è (ancora) una regione del nord?” molto utilizzato dal centrosinistra durante la campagna elettorale in regione dell’ex ministro. Conti ha accompagnato spesso orlando in giro per la Liguria, era al suo fianco per parlare dei dati economici della nostra regione ad esempio in occasione della prima uscita di Orlando a Savona.
Mentre il Pd si arrovella alla ricerca di un candidato forte il tempo passa e per ora non è chiaro come intendano muoversi i suoi veri o presunti alleati ad iniziare dal Movimento Cinque Stelle che ancora non si è espresso sulla possibilità di correre da solo. Italia Viva e Azione poi cosa faranno? E intanto il tempo passa…
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