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Toti: “Patteggiamento? Noi non ci pensavamo, è stata la procura a proporlo”

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Dopo sette mesi da quel 7 maggio 2024 è arrivato il patteggiamento dell’ex presidente di Regione Liguria Giovanni Toti che sconterà le 1620 ore di lavori socialmente utili (2 anni e 3 mesi) presso la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) di Genova. 

L’ex governatore della Liguria parla dell’inchiesta che lo ha portato alle dimissioni

Toti è tornato sul tema patteggiamento ammettendo che lui e i suoi legali non ci aveva pensato durante i giorni dei domiciliari. “In realtà ad offrire un patteggiamento è stata la procura di Genova, non avevamo in testa di farlo noi, quando ha riconosciuto che di fatto non c’era stata alcuna corruzione in quello che avevamo fatto. Nel senso che gli atti erano tutti legittimi, i soldi, come diciamo da sempre, sono sempre stati i soldi tracciati e dedicati all’attività politica del governo regionale e delle liste che lo appoggiavano” ha spiegato l’ex presidente di Regione.

Toti: “Patteggiamento non è un’ammissione di colpa”

Toti ha rilasciato le dichiarazioni presentando il suo libro ‘Confesso: ho governato’ al Caffè de La Versiliana in edizione invernale, a Marina di Pietrasanta (Lucca). Dopo 80 giorni di domiciliari a casa sua ad Ameglia arrivarono le dimissioni da presidente di Regione. Poi il primo agosto arrivò anche la fine della misura cautelativa dei domiciliari. “Il patteggiamento non è un’ammissione di colpa ma è un accordo extragiudiziale – ha aggiunto – e io credo che non debba essere affrontato in un’aula di giustizia ma in un’aula parlamentare” per quanto riguarda quello “che si chiama asservimento della funzione”, “reato introdotto nel 2012 con il governo Monti”. 

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Bilancio Regione, le opposizioni attaccano Bucci: “Nessuna risposta su buco sanità”

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Duro attacco da parte dell’opposizione in consiglio regionale alla giunta di Marco Bucci, rispetto al bilancio previsionale per il 2025. A renderlo noto la minoranza, attraverso una nota stampa unitaria.

Dal buco al buchino: l’attacco di Sanna a Bucci

Il capogruppo del Partito Democratico Armando Sanna accusa Bucci di continuare a schernire il buco della sanità, definito dal presidente buchino. “Oggi in ufficio di presidenza la maggioranza si è presentata senza una programmazione economica finanziaria, dire che il buco in sanità è diventato un buchino, se non supportato da documenti e conti, è una falsità, visto che l’ultimo bilancio approvato è stato quello di luglio che vedeva un buco di oltre 250 milioni di euro” commenta Armando Sanna. 

Dov’è la programmazione? L’accusa

“Siamo perplessi che la maggioranza si sia presentata questa mattina in ufficio di presidenza senza una programmazione dei lavori per l’assestamento di bilancio – dichiara invece il capogruppo della Lista Orlando Presidente Gianni Pastorino – . Nella scorsa legislatura è stato approvato a luglio un bilancio tecnico per salvaguardare l’ente Regione e oggi a gennaio dovremmo iniziare un assestamento vero, perché la manovra economica finanziaria della Regione Liguria manca. Bucci dice che non esistono buchi in sanità e vorremmo capire come è stato coperto, se mai fosse stato coperto, e come procede la copertura dell’ordinaria amministrazione. Soprattutto vorremo capire come intende programmare i lavori della Regione senza una manovra economica finanziaria”.

In Liguria “grossi problemi nella sanità”

Alle parole di Sanna e Pastorino si aggiungono quelle della capogruppo di Avs Selena Candia. “Siamo rimasti interdetti dal fatto che la giunta non abbia parlato di nessuna misura di assestamento di bilancio, visto che ci sono grossi problemi nella sanità. Riteniamo che sia fondamentale occuparsene subito e fare delle scelte, mettendo mano al bilancio in modo politico” spiega Candia.

Le priorità della giunta che non convincono l’opposizione

“La variazione di bilancio è necessaria oltre che urgente. È anzi inaccettabile che questa giunta continui a comportarsi come se l’opposizione non esistesse: chi escogita piani straordinari di risparmio nella sanità per “sanare” il buco milionario causato dalla precedente amministrazione di centrodestra, deve rispettare tutta l’Aula consiliare – incalza il capogruppo in Regione del Movimento Cinque Stelle Stefano Giordano -. Chi ha vinto le elezioni ha l’obbligo della trasparenza e della condivisione soprattutto alla voce “sanità”, che da sola cuba l’80% del bilancio regionale. Siamo molto preoccupati: mentre da un lato abbiamo un presidente di Regione che definisce “buchetto” la voragine da oltre 250 milioni di euro, dall’altro abbiamo una sanità allo sbando. Ricordiamo che di fronte all’urgenza quotidianamente comprovata dalla cronaca, un presidente di Regione dovrebbe avere altre priorità: Bucci è ancora convinto che la prima più urgente legge regionale debba essere quella che riguarda i sottosegretari?”.

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Le mosse centriste nel centrodestra, i partiti tornano a prendere quota

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L’aula rossa del comune di Genova è un grande puzzle, composto da almeno 50 pezzi (assessori e sindaco inclusi) che stanno cercando di trovare la propria collocazione, che si incastri con il resto della composizione. Il passaggio di Marco Bucci da via Garibaldi a piazza De Ferrari ha scoperchiato il vaso di Pandora, con movimenti e tatticismi, interni ed esterni.

Aula rossa in fermento

I partiti, che hanno attraversato anni complicati dopo l’exploit delle liste civiche, sembrano pronti a ripartire da dove si erano fermati, provando a riconquistare persone e consensi. Ultimo, solo in ordine di tempo, il passaggio della consigliera comunale di Vince Genova Tiziana Notarnicola a Forza Italia. Notarnicola ha deciso di aderire al partito di Antonio Tajani, come già preannunciato (fuori sacco) negli scorsi giorni. La lista civica che faceva capo al presidente di Regione Liguria rimane al momento con sette consiglieri: il capogruppo Walter Pilloni, Paolo Gozzi, Chicco Veroli, Elena Manara, Barbara Grosso, Davide Falteri e l’assessore Mauro Avvenente (passato a VG dopo la fuoriuscita dalla maggioranza da parte di Italia Viva ndr). Ma Vince Genova, partita con otto membri, e forte del successo ottenuto nel 2022, deve fare i conti con qualche altra – possibile – defezione. Durante la tre giorni di discussione del bilancio previsionale Chicco Veroli ha avuto un dialogo fitto fitto con il consigliere del Partito Democratico Alberto Pandolfo (fresco di promozione alla Camera ndr). A pochi mesi dalle elezioni, cosa farà Veroli? Voci di corridoio parlano di un possibile avvicinamento al centrosinistra. Nel frattempo però, mentre si registrano potenziali spostamenti, Vince Genova resta forte del suo consenso ma soprattutto pensa già alle prossime elezioni, con il lavoro dietro le quinte del presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba, fondatore del movimento. L’obiettivo è quello di anticipare i tempi e di stilare una lista competitiva.

Il centro visto da Paolo Gozzi

Altro esponente di spicco che ha sparigliato le carte è Paolo Gozzi, l’ex dem che parla “civico”, e che nelle ultime settimane si è trovato in dissenso con Marco Bucci e con alcune decisioni della maggioranza. “Io ho sempre rivendicato di aver aderito a una lista civica e a un percorso civico e di non aver aderito al perimetro della destra di governo – commenta a Primocanale Paolo Gozzi -. Io non sono un uomo di destra e ho un passato nel Partito Democratico, ne sono uscito nel 2014 quando il Pd era in auge. Io sono stato fuori dalla politica e poi ho aderito a un percorso civico che ha avuto il merito di allargare il perimetro della destra ideologica di governo”. Insomma, Gozzi rivendica il suo centrismo e la sua equidistanza dalla destra e dalla sinistra. “Ogni volta guardo le proposte e decido, anche da cittadino, ora c’è il grande tema del partito alla destra del Pd, vicino ai dem”. E che cosa ne pensa del tandem Sala-Ruffini di cui si parla molto a livello nazionale? “Da elettore lo guardo con grande interesse perché se no non sarei coerente con quello fatto fino ad adesso”. Paolo Gozzi quindi, che al momento non sembra volersi candidare alle prossime elezioni Comunali, rimane comunque un profilo da monitorare, per i suoi movimenti (partitici).

Il nuovo corso di quel che resta del totismo

Altro capitolo, attenzionato dagli osservatori politici, riguarda il futuro di Liguria al centro-Toti per Bucci, che dovrebbe essere in procinto di cambiare nome ma soprattutto di perdere due esponenti, Nicholas Gandolfo e Federica Cavalleri. Pronti, si vocifera nei corridoi di palazzo Tursi, a passare a Fratelli d’Italia, su sollecitazione di Lilli Lauro, che in Regione lasciò la Lista Toti proprio a favore di FdI. L’obiettivo, che arriva su pressioni romane, sembrerebbe quello di trasformare LaC in Noi Moderati, nel solco di Maurizio Lupi e Ilaria Cavo. A trainare il partito che faceva capo a Giovanni Toti è Lorenzo Pellerano, che in questi giorni starebbe sondando il terreno per provare a reclutare alcuni consiglieri centristi. Tra questi non è escluso il passaggio di Lorenzo Pasi, attualmente capogruppo di Genova Domani e molto vicino a Giacomo Giampedrone, e di Barbara Grosso, fotograta qualche giorno fa, a Roma, con la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo. Con Lorenzo Pellerano c’è anche Umberto Lo Grasso, che cosa farà quest’ultimo? Non è escluso, al momento, un suo possibile passaggio a Vince Genova. Al centro invece, quello che guarda più a sinistra, si sta ragionando sul da farsi: provare a trovare una convergenza con il Pd e le altre forze progressiste o seguire quella che sembra più di una suggestione, correre da soli, almeno al primo turno, per poi dare l’appoggio (a destra o a sinistra) al ballottaggio. Un Natale tutt’altro che tranquillo sotto il cielo della politica genovese. E siamo solo all’inizio. D’altronde le Comunali si avvicinano e la nuova composizione dell’aula rossa è pronta a riprendere forma, in vista della chiamata alle urne.

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Alfa Romeo Stelvio 2025, rinascita (non solo) elettrica e ispirazione vintage

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Nuovo Alfa Romeo Stelvio, come sarà il modello del 2025la seconda generazione si prepara a debuttare con motorizzazioni elettriche e ibride, design ispirato alla Junior e tecnologie innovative

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