Italia
Orlando pensa di restare in Liguria: “Opposizione senza sconti”
GENOVA – A poche ore alla sconfitta al fotofinish contro Marco Bucci, l’oramai ex candidato del centrosinistra Andrea Orlando affida ai social il suo commento su quanto accaduto nella giornata di ieri. Non è bastato per il deputato dem il boom di voti del Partito Democratico, che ha riconquistato Genova trasformandola nuovamente in una roccaforte “rossa”. Ad aver mozzato la volata a piazza De Ferrari ci hanno pensato gli elettori del Movimento Cinque Stelle, tritati nella guerra intestina tra il presidente Conte e il fondatore Grillo. Dati alla mano, sembrano essere proprio mancati i voti grillini, anche nel capoluogo ligure. Insomma, con la legge elettorale vigente, il Pd non sarebbe comunque riuscito a far vincere Orlando, nonostante abbia sfiorato il 30%. L’ex ministro, che da subito non ha nascosto la sua amarezza – pur senza puntare il dito contro nessuno – era visibilmente deluso, e per questo ha lanciato una stoccata alle cosiddette prove di “campo largo”. “Noi come delle cavie” le sue parole.
Nel frattempo sono ore di riflessione in casa dem, con il segretario metropolitano di Genova Simone D’Angelo che starebbe pensando alle dimissioni, nonostante sia entrato in consiglio regionale e, nonostante abbia fatto rialzare dalle sabbie mobili genovesi il suo partito. “Grazie. Del sostegno. Dell’affetto. Dell’entusiasmo che mi avete dato”, esordisce così il post su Facebook di Andrea Orlando. “Siamo arrivati a un passo dalla vittoria, ma non è bastato. Non è tempo di recriminare nulla. Sapevamo che era una partita difficilissima, un sistema di potere non lo scardini in pochi mesi, ma il centrosinistra è tornato finalmente competitivo in Liguria dopo quasi 10 anni” prosegue il dem. “Adesso ci riprendiamo e ripartiamo, tutte e tutti insieme” parole che ancora non sciolgono i dubbi su quello che Orlando deciderà o meno di fare, rimanere in consiglio regionale in opposizione o tornare a Roma. Certo è che l’uso del plurale potrebbe far presagire un possibile proseguo del percorso intrapreso fin qua. “Complimenti a Bucci per la vittoria. Gli auguro buon lavoro, l’opposizione sarà senza sconti, ma sempre corretta”.
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Genova nelle mani di Piciocchi: le prime mosse e gli scenari futuri
GENOVA – Non ci volevano esperti di strategia per capire che le Regionali avrebbero aperto scenari differenti e per certi versi rivoluzionari. Sarebbe successo in caso di sconfitta di Marco Bucci, succede ora anche dopo la sua vittoria. Bucci non è più il sindaco di Genova. Al suo posto, fino alle elezioni della primavera 2025, Pietro Piciocchi, assessore con tante e importanti deleghe e già vicesindaco.
Classe 1977, Piciocchi è sposato, ha sei figli più due in affido e di professione fa l’avvocato specializzato in diritto amministrativo. La città oggi è quindi nelle sue mani. Avrà il difficile compito di gestire una fase delicata, con un consiglio comunale leggermente mutato e con tanti progetti da portare avanti provando a sbagliare il meno possibile per farsi trovare pronto in primavera quando ci saranno le elezioni che lui vorrà vincere.
Le sfide di Piciocchi: un piccolo rimpasto e le grandi opere
Tra le prime sfide da affrontare per Piciocchi la sostituzione di Matteo Campora, l’unico assessore comunale ad aver ottenuto un seggio in Regione, che ha lasciato scoperte deleghe di grande peso come Mobilità, Trasporti e Ambiente.
Chi prenderà il suo posto? Qualche idea c’è, come quella di Davide Falteri, consigliere comunale e candidato a consigliere regionale nella lista Vince Liguria. Falteri è vicepresidente di Federlogistica, con competenze su trasporti, filiera logistica e shipping.
Piciocchi dovrà poi dare un’accelerata alle grandi opere che segue da tempo come Skymetro, funivia e waterfront per farsi trovare pronto all’appuntamento delle urne consapevole che le stesse opere sicuramente scontenteranno qualcuno e quindi potrebbero essere un boomerang. A chi affiderà le sue tante e importanti deleghe? La sua volontà è quella di spalmarle su più persone in modo che tutti sentano coinvolti e nessuno si sieda. La sua intenzione è quella di mettere un po’ di pepe alla giunta insomma.
Un mandato breve e l’orizzonte delle elezioni
Il nuovo assetto della giunta, però, si troverà a operare in un contesto temporale molto ristretto perché già dai primi dell’anno nuovo inizierà la campagna elettorale tanto per dare un’idea.
Insomma per Piciocchi una partita tutta da giocare ma ancora da vincere. Lui ha già accettato, mentre il vicepremier Salvini, ai microfoni di Primocanale, lo ha “investito” ufficialmente. Ma non è detto che alla fine qualcuno nell’area del centrodestra non cerchi una soluzione differente. Sicuramente il fatto che dalle ultime regionali sia uscita una Genova più rossa può suonare come un campanello d’allarme e il suo essere un fedelissimo di Bucci potrebbe penalizzarlo nella scelta finale. Ma Piciocchi, ne siamo sicuri, in questi mesi lavorerà per il bene di Genova, iniziando dalla sicurezza e dalla pulizia, e non per la sua campagna elettorale. E per la città e’ un bel vantaggio.
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