Italia
Cavo contro Orlando: “Dice che facciamo cultura da ‘luna park’? Guardi i risultati”
GENOVA – La campagna elettorale in Liguria in vista delle regionali si infiamma anche sulla cultura: Andrea Orlando, ospite a Terrazza Incontra, dopo aver confermato la sua volontà di nominare un assessore alla cultura, ha attaccato il centrodestra per aver puntato sulla spettacolarizzazione degli eventi e non sulla qualità, trattando la cultura come se fosse “un luna park”. La sua visione, invece è quella di voler tracciare “un’identità e l’identità nasce molto dalla cultura. La cultura non è intrattenimento, deve orientare e dare una cifra al territorio ma al momento. Ad esempio, bisogna guidare i processi di trasformazione del turismo e la destagionalizzazione si realizza anche con eventi culturali”. Ha poi attaccato fortemente la scelta di non voler nominare un assessore né in Regione né in Comune nell’ultimo mandato.
La deputata di Noi Moderati, Ilaria Cavo, non ci sta e ai microfoni di Primocanale ribatte duramente alle parole di Orlando. “Do io una notizia a Orlando, c’è stato un assessore alla cultura: io l’ho fatto per più di cinque anni, sono qui in carne ed ossa, e anche quando ho lasciato l’incarico per andare a Roma, tutto quello che è stato impostato è andato avanti”. Solo nel 2022, con le elezioni politiche, la delega è poi passata nelle mani dell’ex presidente Giovanni Toti, che aveva poi nominato nella portavoce Jessica Nicolini la coordinatrice delle politiche culturali.
La deputata arancione tiene a sottolineare che nel “2015, ecco cosa abbiamo ereditato dalla sinistra: un Teatro Carlo Felice con 38 milioni di debiti, che a fatica, con diverse missioni a Roma insieme al sindaco Marco Bucci, abbiamo salvato facendo sbloccare il decreto Bray e il meccanismo di finanziamenti collegato, necessario per farlo ripartire. Non avevamo un Teatro di prosa Nazionale, ora sì, perché con il nostro supporto il Teatro Stabile è diventato il Teatro Nazionale di Genova“. Sono stati anni difficili, a causa del Covid, che però hanno visto anche nuove sinergie, l’arrivo sulla scena genovese del direttore Davide Livermore – alla guida del Teatro Nazionale – e la valorizzazione di festival ed enti culturali. Cavo cita il Riviera International Film Festival di Sestri Levante, la valorizzazione della scuola dei cantautori genovesi, le celebrazioni per De André con la fila fuori da Palazzo Ducale, o per Paolo Villaggio, l’impegno andato a buon fine per salvare l’Opera Giocosa di Savona. Abbiamo ottenuto, con un mio emendamento, di far inserire diversi teatri della nostra Regione come il Sociale di Camogli, il Modena di Genova, il Chiabrera di Savona, il Civico della Spezia, nell’elenco di quelli considerati monumenti nazionali.
“Abbiamo abbinato alla cultura le varie iniziative di promozione, che sono servite a fare turismo e non si rinnega nulla. Ma se vogliamo parlare di cultura, quella dei teatri, quella dei musei, noi abbiamo trovato un budget che era di 3 milioni e l’abbiamo portato a oltre 7”
Sono state diverse le progettualità portate avanti anche nel “dopo Cavo”, come il sostegno al Teatro di Camogli per realizzare la produzione de “I maneggi”, che Tullio Solenghi ha poi portato in tutta Italia e in Svizzera, e la prima diffusa negli ospedali e nelle rsa, ribadisce Cavo, ricordando che “in questi giorni il Carlo Felice in questi giorni è ambasciatore della lirica a New York. Sul bilancio regionale, cultura e spettacolo valgono in Liguria 30 milioni di euro e rappresentano un motore di crescita e di sviluppo diffuso su tutto il territorio”.
Italia
Per le Comunali di Genova Italia Viva tende la mano al centrosinistra
Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, le prime dolci effusioni natalizie sono iniziate sotto l’albero del centrosinistra. Il primo passo per provare a scambiarsi doni e non carbone è stato l’incontro organizzato da Andrea Orlando, nonostante qualche defezioni ci sia stata. Sia per scelta che per necessità. Al teatro Stradanuova di via Garibaldi però, non sono mancate personalità di spicco della società civile come la professoressa Adriana Del Borghi, prorettrice alla sostenibilità dell’Università di Genova o il giornalista Marco Ansaldo (che ha moderato l’evento ndr) e che da anni scrive sulla rivista internazionale di geo politica Limes, e ancora il primario del San Martino Claudio Gustavino.
Le mosse a sorpresa di Italia Viva
Il suo intervento è stato il più ascoltato perché Gustavino ha anche la tessera di Italia Viva, nonostante dal partito facciano sapere che era lì come esponente di spicco della sanità ligure. Ma non è caso, perché nulla accade così, senza un motivo, soprattutto in politica. E soprattutto a pochi mesi dalle elezioni Comunali. E il terreno, Gustavino lo ha sondato, e ha anche mandato un messaggio forte e chiaro: “Basta divisioni, bisogna correre verso la stessa meta”. Parole che suonano come musica per le orecchie di chi, da tempo, chiede di unirsi e non di dividersi. Richiesta che arriva, spesso, dalla cittadinanza, e a cui i partiti dovrebbero ispirarsi. Anche se la lezione, commentano a denti stretti i dirigenti del Pd e non solo, sembra essere stata sonora, soprattutto dopo le Regionali del 27 e 28 ottobre scorsi. All’appello, nell’evento di ieri pomeriggio (venerdì 21 dicembre ndr) mancava Azione. La segretaria regionale Cristina Lodi però, ha fatto sapere che è pronta a sedersi a tavoli di lavoro politici. Monito che arriva anche da Italia Viva, con la sua presidente provinciale Arianna Viscogliosi. “Se il centrosinistra vuole vincere, Italia Viva deve essere chiamata al tavolo e trattata con rispetto. È necessario il coinvolgimento di tutte le forze politiche, compresa Iv, per un progetto coeso e attrattivo – ha commentato la consigliera comunale del Gruppo Misto -. Mi auguro che si possa lavorare insieme a tutte le forze politiche, poiché l’esclusione non rappresenterebbe un buon inizio. Coinvolgerci non è solo un gesto di apertura e dialogo, ma soprattutto un segnale di coesione che dimostra alla cittadinanza l’esistenza di una squadra unita, pronta a governare con responsabilità e visione comune”. Insomma, l’intento è netto, soprattutto dopo la tre giorni di discussione sul bilancio che si è tenuta in aula rossa e l’unità di intenti andata in scena tra tutte le forze di opposizione.
Prime prove di dialogo
D’Angelo a Primocanale: “Chi non si sente di destra guardi al nuovo centro”
L’idea di Arianna Viscogliosi è quella di provare a costituire tavoli di lavoro specifici con la minoranza e per farlo, voci di corridoio, confermano diversi scambi di vedute proprio con il segretario metropolitano del Partito Democratico Simone D’Angelo. È proprio il neo consigliere regionale il deus ex machina di questa operazione, di allargamento, a tutte le forze politiche “che non si sentono di destra”, come spiegato ai microfoni di Primocanale. “Il centrosinistra va costruito, anche con la parte moderata” ha ribadito Viscogliosi che chiede alle forze di centro e di sinistra di provare a collaborare su una base comune, come avvenuto nella costituzione del bilancio. Ed è proprio da qui che è iniziata la conta anche in consiglio comunale. A non votare quello presentato dalla giunta sono stati tutti gli esponenti del Gruppo Misto: dalla capogruppo Cristina Lodi ai consiglieri ex maggioranza Arianna Viscogliosi e Stefano Costa. È quindi più che un’intenzione quella che smuove le anime di Italia Viva, che però avvisato, dopo i diktat delle Regionali da parte del Movimento Cinque Stelle. “Se la coesione venisse a mancare, il progetto perderebbe attrattività, con inevitabili ricadute negative anche in termini di consenso elettorale come è avvenuto alle regionali – incalza la presidente provinciale Viscogliosi -. È fondamentale costruire un percorso che metta al centro il lavoro di squadra e il bene comune, rafforzando la fiducia dei cittadini verso chi è chiamato a rappresentarli”. L’intendo, non ancora dichiarato ma convintamente definitivo, è quello di cercare di confluire nel centrosinistra, l’alternativa se no, al momento, sembrerebbe quella di correre da soli. All’orizzonte non sembra profilarsi l’ipotesi di appoggiare il centrodestra. Progetti, condivisioni, nomi e volti di candidati alla mano, da Genova il messaggio sibillino ai leader nazionali è quello di “muoversi in autonomia”, senza ingerenze romane.
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