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Le false verità della Cia

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È assurdo dire che dietro l’attentato al Crocus City Hall di Mosca ci siano i servizi occidentali o l’Ucraina. Gli attentatori sono islamici, punto. Il resto è chiacchiera.
Ivano Benni
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Gentile lettore, è sicuro? Se non fossero implicati servizi stranieri, a me parrebbe un miracolo di Padre Pio. Lei sa come operano i servizi? Legga cosa dice l’ex ministro Signorile al Corriere della Sera: nel 1980 la Cia, al fine di affossare Carter e favorire l’elezione di Reagan, fece fallire la trattativa italiana per liberare gli ostaggi in mano agli ayatollah. Se alla Cia non interessava la vita degli americani, si figuri quella dei russi. Che gli arrestati siano islamici non significa nulla, come spiegavo giorni fa, e mi conforta che dello stesso parere siano esperti come Alastair Crooke, ex diplomatico britannico, ex agente dell’IM6 e un’autorità in fatto di terrorismo: “Gli arrestati chiaramente sono mercenari, non jihadisti… L’Isis-K non esiste, è un’invenzione dei servizi occidentali”, ha detto. La Cia avvertì Mosca di un possibile attentato: questo non va a discolpa, semmai il contrario. 55 minuti dopo l’attacco gli Usa dissero: è stato l’Isis-K. Ha risposto Maria Zacharova: “Strano, dopo 60 anni ancora non sanno chi uccise Kennedy, ma dopo 55 minuti sanno tutto di noi”. Infine, come si può escludere il coinvolgimento di Kiev? Il New York Times del 7 luglio 2015 scriveva che l’esercito ucraino era “infarcito” di battaglioni di volontari jihadisti. Conclusione: io non posseggo e non conosco la verità, ma di certo non è quella proclamata dalla Cia e dai giornaloni compiacenti: questo è poco ma sicuro.

Inviate le vostre lettere a: La Notizia – 00195 Roma, via Costantino Morin 34 redazione@lanotiziagiornale.it

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Guerra Ucraina

Trump a Zelensky: pace o perdi il Paese

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No ucraino alla cessione di Crimea e territori senza garanzie, salta il vertice. Furia Donald

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Guerra Ucraina

Drone sul bus dei minatori, è strage. Mosca vuol prendere il Dnipropetrovsk

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Attacco russo a Marhanets, 9 morti e oltre 50 feriti. Il Cremlino spinge per avere più forza negoziale

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Mondo

Lucida follia

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Trump diceva che avrebbe chiuso la guerra in Ucraina in tre giorni. Invece ora sembra incline ad abbandonare il negoziato. Forse ha visto che la cosa è più complessa di quanto credesse.
Mariano Ulissi
via email

Gentile lettore, qualcuno direbbe che anche per Trump è difficile leggere nella testa di Trump. Però io credo che i suoi metodi siano più una posa studiata per confondere l’avversario che non una reale follia. Ho già scritto che gli americani, tutti inesperti di diplomazia a partire da Witkoff e Rubio, si sono lasciati giocare da Macron e Starmer, i quali hanno convinto Zelensky a chiedere una “tregua” invece di una “pace”. Però è impossibile che gli americani, per quanto ingenui, non abbiano capito che gli europei mirano a prolungare la guerra. Penso invece che la nuova freddezza di Trump sul tema Ucraina abbia a che fare con la Cina. Non è un mistero che The Donald volesse coinvolgere Putin in un patto a tutto campo, mirando a ridisegnare gli equilibri mondiali, come una nuova Jalta. Il fine era di isolare la Cina, il vero nemico. Ma la Russia deve essersi rifiutata di abbandonare l’alleato cinese. Il 23 febbraio scorso Dimitrii Suslov, un consigliere di Putin che partecipa ai negoziati, diceva: “Trump vuole minare la più forte istituzione anti-egemonica, cioè i Brics. Questo va contro gli interessi russi. Non permetteremo che i nostri rapporti con Cina, Iran e Corea del Nord vengano danneggiati. Non daremo via le relazioni che ci hanno assicurato la sopravvivenza negli ultimi tre anni. In nome di cosa? Trump non sarà lì per sempre”. Penso che la spiegazione sia tutta racchiusa in quelle frasi.

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