Mondo
I denari di Giuda
Ursula von der Leyen e gli altri europei ci stanno portando alla rovina. Da tre anni non fanno che fomentare la guerra. E li paghiamo anche, per farlo. Vorrei tanto sapere che stipendi hanno costoro.
Olga Fiume
via email
Gentile lettrice, i leader dell’Ue, a braccetto con quelli nazionali, ci stanno avviando alla fine dell’Occidente e di ciò che esso ha significato nella storia. E saremo fortunati se questo non avverrà con una nuova, spaventosa ecatombe bellica. Quanto alle retribuzioni europee, le mie notizie si fermano all’anno scorso. Stando al resoconto di Euronews, nel 2024 la von der Bomben incassava uno stipendio base di 26.971 euro lordi al mese, ma la cifra totale raddoppiava grazie a varie indennità e benefit. Per esempio c’è un’indennità “di rappresentanza”, 1500 euro, e un’altra “di residenza” pari al 15% dello stipendio base (dunque € 4.045, tassati al 7%). Inoltre lei e gli altri della Commissione riscuotono un’indennità famigliare in rapporto al numero dei figli, e Ursula con 7 figli sbaraglia chiunque. Stipendio identico va al presidente del Consiglio europeo, l’anno scorso Charles Michel, ora Antonio Costa. Di poco inferiore (si fa per dire) il reddito del capo della politica estera, l’anno scorso Borrell, ora la guerrafondaia Kaja Kallas: stipendio base 25.846 euro, più indennità e benefits a pioggia. Le tasse che pagano all’Ue sono molto più “leggere” di quelle nazionali. Come dicevo, queste sono le cifre dell’anno scorso, ma tra il 2024 e il 2025 per stipendi e indennità è scattato un aumento generale dell’8,2%, perché giustamente anche i 30 denari di Giuda nel tempo vanno rivalutati.
Inviate le vostre lettere a: La Notizia – 00195 Roma, via Costantino Morin 34 redazione@lanotiziagiornale.it
L’articolo I denari di Giuda sembra essere il primo su LA NOTIZIA.
Mondo
Meloni s’intrufola
La strategia della Meloni di tenere un piede in due staffe, con l’Europa e con Trump, mi pare abbia prodotto solo il nostro isolamento.
Ugo Staini
via email
Gentile lettore, più che isolamento, direi irrilevanza. La furba Meloni è stata così sprovveduta da farsi sgamare. Tanto che gli europei l’hanno emarginata non invitandola alla riunione del quartetto pro Ucraina (Francia, Germania, Polonia, Uk). L’assenza dell’Italia sarebbe stata un bene – alla larga dai guerrafondai –, se fosse stata una nostra scelta. E invece l’esclusione è stata decisa dagli altri. “Non siamo andati perché non vogliamo mandare soldati in Ucraina” ha detto Meloni. “Fake news” ha replicato Macron, “non si parlava affatto di truppe a Kiev”. Si noti che venerdì il quartetto ha chiamato Trump, in volo di ritorno dal Medio Oriente, e lui è sembrato aver trovato una buona sintonia con l’Ue. Ne consegue che Meloni retrocede verso l’insignificanza, di qua e di là dell’oceano. Fa ridere ricordare che la propaganda dei “fratelli” la dipingesse come “il ponte tra America ed Europa, colei che avvicina le due sponde dell’Atlantico”. Certo, come no. Accortasi d’essere caduta in un fosso, Meloni ha preso ad arrancare. Dopo aver detto (venerdì) che riteneva inutile partecipare al quartetto, domenica ha insistito per essere messa in call quando i quattro volenterosi hanno chiamato di nuovo Trump al telefono. Insomma, da leader mondiale a scroccona che sgomita e s’intrufola tra quelli che contano. La verità è che conta qualcosa solo in Albania, perché Tirana non ha neppure gli occhi per piangere e spera magari di lucrare qualcosa con l’Italia.
L’articolo Meloni s’intrufola sembra essere il primo su LA NOTIZIA.
Mondo
Da Macron a Meloni fino a Merz, i leader Ue non si danno pace
È alta la confusione tra i leader europei. Che siano volenterosi o che, per loro stessa ammissione come la premier Giorgia Meloni, non lo siano.
Venerdì è andato in scena, com’è ampiamente noto, un duro botta e risposta tra il presidente francese Emmanuel Macron e Meloni. A Tirana venerdì, a margine del vertice della Comunità politica europea, Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk si sono isolati con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. E hanno sentito telefonicamente il presidente Usa Donald Trump.
Una foto li ha immortalati. La premier italiana era assente. Come era assente sul treno per Kiev. E assente dalla foto a San Pietro, a margine dei funerali di Papa Francesco, in cui comparivano Trump, Zelensky, Starmer e Macron.
Alta tensione tra Eliseo e Palazzo Chigi ma entrambi vanno in cortocircuito
“A chi si lamenta, all’opposizione per esempio, chiedo la stessa chiarezza e la stessa coerenza: ci si chiede di partecipare a questi formati perché dobbiamo mandare le truppe in Ucraina o perché dobbiamo farci una foto e poi dire di no”, ha replicato la premier italiana. Parole sulle quali, poco dopo, si è soffermato Macron. Smentendo che si sia parlato di invio delle truppe sia a Tirana sia nell’incontro di domenica con Zelensky a Kiev. “La discussione è sul cessate il fuoco, guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe”, ha tenuto a precisare l’uomo dell’Eliseo.
Macron smentito dal ministro della Difesa britannico
Ma a smentire Macron ci ha pensato il ministro della Difesa britannico John Healey. “Truppe in Ucraina? La pianificazione è condotta dai militari e include trenta paesi: stiamo considerando piani per la sicurezza in mare e in cielo, perché una Ucraina forte è il deterrente contro Putin. Se è necessario siamo disponibili a mandare truppe in Ucraina, assieme ad altri attori”, ha detto Healey. E qui c’è il primo cortocircuito che lambisce Macron.
Meloni non fa parte dei volenterosi, anzi sì
Ancora forse più macroscopico quello che riguarda Meloni. La premier si è chiamata fuori dalle riunioni dei volenterosi e allora, se così è, dovrebbe spiegare come mai domenica, secondo quanto ha riportato ieri Starmer, si è unita a loro nella call a Trump. I leader di Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia hanno parlato telefonicamente ieri sera (domenica, ndr) con il presidente degli Stati Uniti, un giorno prima della sua telefonata con Vladimir Putin per cercare di porre fine al conflitto in Ucraina, ha affermato ieri Downing Street.
I Capi di Stato e di governo “hanno discusso della situazione in Ucraina e del costo catastrofico della guerra per entrambe le parti”, ha spiegato il portavoce dell’ufficio di Starmer. “Prima della telefonata tra il presidente Trump e il presidente Putin, i leader hanno discusso della necessità di un cessate il fuoco incondizionato e della necessità che il presidente Putin prenda sul serio i colloqui di pace”, ha aggiunto. E ancora: “hanno discusso anche dell’uso di sanzioni se la Russia non si impegna seriamente in un cessate il fuoco e in colloqui di pace”, ha argomentato Downing Street.
Il portavoce di Merz: Trump ha deciso il format della call con i volenterosi con dentro Meloni
E non è finita. Meloni ha sempre auspicato di voler fare da pontiera tra Europa e Stati Uniti.
Ma, sempre ieri, il portavoce di Merz ci ha informati che il format della telefonata di domenica tra Trump e i volenterosi, a cui si è aggiunta Meloni, è stato auspicato dagli americani.
Secondo il Financial Times, poi, è stato Merz a cercare di smussare le tensioni emerse tra Meloni e Macron. Il quotidiano ha ricordato pure che Meloni aveva un rapporto più teso invece con il predecessore del nuovo cancelliere tedesco, Olaf Scholz che, insieme ai suoi partner di coalizione, i Verdi, aveva preso le distanze dalla politica migratoria del governo italiano di centrodestra.
L’articolo Da Macron a Meloni fino a Merz, i leader Ue non si danno pace sembra essere il primo su LA NOTIZIA.
Mondo
Mosca apre al cessate il fuoco, gli Usa spingono sui negoziati
Quello di ieri era il quarto colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump dall’insediamento di quest’ultimo alla Casa Bianca. È durato oltre due ore e ha lasciato entrambi soddisfatti, facendo sperare in una tregua vicina tra Mosca e Kiev e, in prospettiva, nella fine della guerra.
Il presidente russo ha definito “significativa, franca e molto utile” la telefonata. È andata molto bene, ha commentato Trump.
Il presidente americano ha espresso la posizione di Washington su un cessate il fuoco, ha detto Putin che ha anche ringraziato il capo della Casa Bianca per aver fatto riprendere le trattative dirette tra Russia e Ucraina.
Putin pronto al cessate il fuoco ma con compromessi buoni per entrambe le parti
Putin ha detto a Trump che “la cosa più importante per la Russia è eliminare le cause di fondo” del conflitto ucraino e si è detto favorevole a una “risoluzione pacifica della crisi ucraina” e pronto a collaborare con Kiev per un “memorandum” sui futuri colloqui di pace e su un cessate il fuoco, purché i due Paesi trovino compromessi in grado di soddisfare entrambe le parti.
Per lo zar i colloqui con Kiev sono “sulla buona strada” dopo l’avvio dei negoziati venerdì scorso tra russi e ucraini a Istanbul. “La Russia e l’Ucraina inizieranno immediatamente le trattative verso un cessate il fuoco e, ancora più importante, per la fine della guerra”, ha detto il presidente americano. “Le condizioni saranno negoziate tra le due parti, come deve essere, perché conoscono i dettagli di un negoziato di cui nessun altro sarebbe a conoscenza”, ha spiegato Trump.
Trump: tutti possono beneficiare dalla pace
“Il tono e lo spirito della conversazione sono stati eccellenti. Se non lo fossero stati, lo avrei detto subito, piuttosto che dopo. La Russia vuole avviare un commercio su larga scala con gli Stati Uniti quando questo catastrofico ‘bagno di sangue’ sarà finito, e io sono d’accordo. C’è un’enorme opportunità per la Russia di creare milioni di posti di lavoro e ricchezza. Il suo potenziale è illimitato. Allo stesso modo, l’Ucraina può trarre grande beneficio dal commercio, nel processo di ricostruzione del suo Paese”, ha affermato il presidente Usa.
Europa in tilt: minaccia ancora sanzioni
Al termine del colloquio con Putin, Trump ha informato diversi leader del fatto che i negoziati tra Russia e Ucraina per la pace “inizieranno immediatamente”. “Ne ho informato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro italiano Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente finlandese Alexander Stubb, durante una telefonata con me, subito dopo quella con il presidente Putin”, ha scritto su Truth Trump. E ha aggiunto che “il Vaticano sarebbe molto interessato ad ospitare i negoziati”. “Che il processo abbia inizio”, ha concluso.
Nel loro colloquio telefonico Putin e Trump hanno discusso, anche, un possibile nuovo scambio di prigionieri.
Zelensky pronto a studiare l’offerta russa
Prima di sentire Putin, Trump aveva già avuto una conservazione con Zelensky che ha rilanciato l’invito allo zar a negoziati diretti. E ha chiesto a Trump di non prendere decisioni sull’Ucraina “senza di noi”. Zelensky ha affermato di non avere dettagli su un possibile “memorandum” con Mosca, ma è pronto a studiare l’offerta russa.
Ad ogni modo, alla luce di questi piccoli ma importanti passi in avanti nei negoziati, appare ancora più incomprensibile la posizione dell’Europa.
Nella call con Trump, i partner europei hanno annunciato di voler aumentare la pressione su Mosca con le sanzioni. Lo si legge in una nota del portavoce del cancelliere tedesco. “I partecipanti europei hanno annunciato che aumenteranno la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni”, ha detto.
Ma almeno von der Leyen ha ringraziato. “Voglio ringraziare il presidente Trump per i suoi instancabili sforzi per portare un cessate il fuoco in Ucraina”. Già, perché se fosse per Bruxelles
staremmo freschi.
L’articolo Mosca apre al cessate il fuoco, gli Usa spingono sui negoziati sembra essere il primo su LA NOTIZIA.
-
Cultura e fashion4 settimane ago
The Box Milano: uno spazio per eventi tra gusto e design
-
Italia4 settimane ago
La potenza nascosta dei locker per pacchi in Europa: la rete leader… di cui probabilmente non avete mai sentito parlare!
-
Economia e Lavoro4 settimane ago
Come si adatta la nuova azienda logistica Nova Post alle richieste del mercato italiano?
-
Guerra Ucraina2 settimane ago
Il 9 maggio non deve diventare il paradiso della vendetta di Putin
-
Serie A4 settimane ago
L'anno dell'Inter, lo dice anche Figo: "Triplete possibile, non è solo difesa"
-
Italia4 settimane ago
Commemorazione Francesco, Cavo alla Camera: “Gratitudine al Papa di tutti”
-
Cultura e fashion4 settimane ago
Library of Light: 100.000 visitatori in 6 giorni. L’Installazione a Brera prorogata fino al 5 Maggio
-
Italia4 settimane ago
Forse è giunto il tempo di un Papa italiano