Guerra Ucraina
“Se la guerra arriverà a Mosca cambierà tutto”
Mosca potrebbe presto diventare un obiettivo di Kiev portando il conflitto in Ucraina ad un’escalation senza precedenti. Più delle sanzioni internazionali e dei droni lanciati dall’esercito ucraino contro gli impianti energetici russi, la strategia di Putin che ha trasformato l’operazione militare speciale in una logorante guerra di trincea potrebbe presto essere messa in discussione da una decisione al momento al vaglio dell’amministrazione americana. Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal la Casa Bianca sta infatti valutando la possibilità di fornire all’Ucraina, tra gli altri, missili a lungo raggio quali i Tomahawks e i Barracuda in grado di raggiungere obiettivi nel raggio di circa 1500 miglia arrivando così ad includere la capitale russa nella lista dei target.
Gli analisti rilevano che sino ad ora la gran parte dei volontari arruolati nell’esercito russo proviene dalle regioni più povere della Federazione come il Dagestan nell’area del Caucaso settentrionale e nella Buryatia al confine con la Cina. A fare presa sulle nuove reclute, di etnia non russa, la prospettiva di ricevere paghe sostanziose pari ad oltre il triplo degli stipendi medi locali. Secondo esperti consultati dal The Sun, tale politica ha di fatto garantito agli abitanti di Mosca di continuare a vivere indisturbati nonostante il conflitto in corso in Ucraina. Una considerazione che trova conferma nei numeri pubblicati da Bbc Russia e Mediazona che stimano che dall’inizio della mobilitazione nazionale scattata nel settembre del 2022 sarebbero morte “solo” 242 reclute provenienti dalla capitale russa.
La relativa quiete di Mosca – secondo il Levada Centre un moscovita su due dichiara di non conoscere nessuno che combatte in Ucraina – potrebbe però avere i giorni contati. L’esperto Keir Giles dichiara al The Sun che Vladimir Putin ha creato una bolla attorno alla capitale russa ma che “se la guerra colpisce direttamente le grandi città come Mosca e San Pietroburgo” si otterrà un effetto “ben diverso dal far ricadere i costi della guerra solo sulle fasce più svantaggiate della popolazione”. Al momento l’analista descrive l’invasione in corso come “qualcosa che gli abitanti delle città possono tranquillamente fingere che accada solo ad altre persone che vivono molto lontano”.
Mark Galeotti, un altro esperto consultato dal quotidiano britannico, sostiene che Mosca sia ben difesa e che per Kiev sia difficile colpirla, come ha già fatto in più occasioni, con droni a lungo raggio che vengono in gran parte abbattuti dal nemico. Il via libera degli Stati Uniti all’invio di missili Tomahawk – gli stessi usati dagli Usa contro gl impianti nucleari iraniani – potrebbe però permettere all’Ucraina di centrare obiettivi nel cuore della Russia e seminare il caos nella capitale.
Intanto nelle scorse ore Putin ha commentato la prospettiva di una possibile fornitura all’esercito ucraino di missili a lungo raggio da parte di Washington. “Questa” potenziale decisione, ha affermato il capo del Cremlino, “rovinerà le nostre relazioni o almeno il trend positivo emergente in queste relazioni”. Se il presidente americano Donald Trump non ha ancora preso una decisione definitiva, il Wall Street Journal ha però reso noto che la Casa Bianca ha già autorizzato le agenzie di intelligence e il Pentagono a passare all’Ucraina informazioni classificate necessarie per condurre attacchi con missili a lungo raggio contro le infrastrutture energetiche della Federazione.
Guerra Ucraina
L’Ue approva il 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Zelensky: “Cessate il fuoco possibile”
Kallas: “Per Putin ora è più difficile finanziare la guerra”. Riad russo su Kiev: quattro feriti. Zelensky: “Esercitare più pressione”
Guerra Ucraina
Giallo sui super-missili Usa a Kiev. Ma Trump colpisce l’energia russa
Dopo quasi quattro anni di conflitto, parole, indiscrezioni e mesi di trattative a vuoto, emerge quello che tutti già sapevano: la Russia di Putin non ha nessuna intenzione di fare la pace. A meno che non abbia in regalo l’intera o quasi Ucraina solo parzialmente invasa. E anzi, continua a fare ciò che vuole, colpendo per l’ennesima volta obiettivi civili, addirittura un asilo mentre lancia una nuova esercitazione nucleare. Quando al contrario Zelensky apre al compromesso per chiudere il conflitto e Trump diventa oggetto di scherno in Russia. E la pazienza del presidente americano potrebbe essere al limite. Il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, ha annunciato nuove sanzioni alla Russia, le più dure mai imposte fin qui, contro i giganti energetici russi Rosneft e Lukoil. «Sono state causate dal rifiuto di Vladimir Putin di mettere fine a una guerra senza senso», si legge nella nota dell’amministrazione americana. Il Wall Street Journal ha anche riferito che Washington avrebbe consentito a Kiev di usare missili a lungo raggio, come accaduto martedì con un missile da crociera Storm Shadow fornito dalla Gran Bretagna per colpire un impianto russo a Bryansk. Trump si è affrettato a smentire, definendola una «falsa notizia» e alla Casa Bianca con il segretario della Nato Mark Rutte ha spiegato che vedrà Putin in futuro, «ora non è il momento».
Altro che diplomazia. Per l’Ucraina è stata un’altra notte di fuoco. «Almeno sei persone, tra cui due bambini, sono morte e altre 17 sono rimaste ferite negli attacchi delle forze russe contro diverse regioni ucraine», ha confermato Zelensky. Un attacco, in particolare con droni kamikaze, che è proseguito anche ieri mattina quando a Kharkiv è stato colpito un asilo. Un uomo di 40 anni è morto e per puro miracolo non si registrano vittime tra i bambini. Le immagini dell’evacuazione dei piccoli dalla struttura hanno fatto il giro del mondo. Alcuni bambini sono rimasti feriti, molti sono sotto choc. «La Russia sta diventando sempre più sfacciata. Banditi e terroristi possono essere messi al loro posto solo con la forza», lo sfogo di Zelensky. Che ieri è stato in Norvegia e in Svezia, dopo ha stipulato un accordo per acquistare 150 caccia bombardieri Gripen ma non abbandona la via della diplomazia portata avanti da Donald Trump, aprendo a un compromesso potenzialmente decisivo. «L’appello del presidente americano di congelare le attuali linee del fronte è un buon compromesso», ha confermato Zelensky. «Restiamo dove siamo e iniziamo il dialogo, ma non sono sicuro che Putin lo sosterrà, e l’ho detto al presidente», ha aggiunto. E infatti il Cremlino viaggia su un altro registro. Mentre «un’esercitazione delle forze nucleari strategiche» è stata approntata ieri («era programmata da tempo», assicura Putin), nonostante le forze russe sul campo siano ferme alle posizioni di due anni fa, Peskov, Lavrov & company insistono nel dire che la posizione russa non cambia, ferma alle pretese già manifestate.
La variabile in grado di cambiare le carte in tavola resta Trump. Fino a quando dureranno la pazienza e l’apertura di credito a Putin? Il vertice di Budapest è sempre più lontano. E i segnali da Mosca non sono buoni. Tanto che Trump nei più importanti talk show di Stato russi è stato ripetutamente sbeffeggiato e accusato di essere un «fesso». Non esattamente un buon auspicio ed ennesima conferma su chi davvero non vuole fermare il conflitto.
Guerra Ucraina
Drone russo su asilo a Kharkiv in pieno giorno. Zelensky atteso al Consiglio europeo: “Congelare la linea del fronte”
La Russia non si sbilancia. Dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto capire che in questo momento non sarebbe utile un incontro con il suo omologo russo Vladimir Putin, da Mosca sono arrivate dichiarazioni più caute. Il viceministro degli Esteri, Sergey Ryabkov, ha detto che non sussistono “ostacoli significativi” al faccia a faccia tra i due leader previsto a Budapest e che “i preparativi per il vertice stanno continuando”. “Era un desiderio comune”, ha dichiarato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. Anche dall’Ungheria sono arrivati segnali più ottimistici, con il ministro degli Esteri e del Commercio Peter Szijjarto che ha detto che i preparativi proseguono nonostante le voci contrarie. Ma intanto, la situazione sul campo appare chiara e non certo a favore di una soluzione pacifica del conflitto.
La Russia ha continuato anche ieri a bombardare diverse regioni dell’Ucraina. Nella regione di Kyiv sono state registrate sei vittime, tra cui, a Brovary, un neonato di sei mesi, una bambina di 12 anni e una donna. Altri bambini sono stati feriti a Zaporizhzhya. A Kharkiv è stato colpito un asilo, e l’attacco ha provocato la morte di una persona e il ferimento di altre sette. Mentre diverse zone del Paese hanno subito gravi blackout a causa dei danni alle infrastrutture energetiche, da sempre obiettivi prediletti di Mosca. Una giornata drammatica, l’ennesima, che conferma come il lavoro della diplomazia non frena le azioni di Putin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, impegnato nel gestire questa complessa fase tra resistenza e possibili negoziati, ieri ha di nuovo avvertito l’Occidente. “Le parole russe sulla diplomazia non significano nulla fin quando la leader russa non avvertirà problemi seri. E questo può avvenire solo con le sanzioni, capacità a lungo raggio e diplomazia coordinata tra tutti i nostri partner”, ha detto il capo dello Stato. “È tempo che l’Ue adotti un pacchetto di sanzioni più dure. Contiamo anche su sanzioni dure da parte di Usa e G7, di tutti coloro che vogliono la pace” ha continuato Zelensky, “è molto importante che ora il mondo non resti in silenzio e che ci sia una risposta unita ai vili attacchi della Russia”.
Oggi Zelensky è atteso al Consiglio europeo
Ma la risposta richiesta dal presidente ucraino si fonda su interessi che appaiono divergenti sia in seno all’Unione europea che tra le due sponde dell’Atlantico. Oggi Zelensky è atteso al Consiglio europeo dove sarà ribadito il “sostegno incrollabile” all’Ucraina. Parola del presidente Antonio Costa. Ieri il leader ucraino è stato a Oslo e a Stoccolma, dove ha ricevuto di nuovo conferme del sostegno scandinavo al Paese invaso. In Svezia, Zelensky ha firmato con il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, una lettera di intenti per una forte cooperazione nel settore della difesa e per consegnare a Kyiv tra i 100 e i 150 caccia Gripen prodotti dalla Saab. E dalla Scandinavia, il presidente ucraino ha lanciato anche un nuovo assist a Trump, dicendo che il congelamento del fronte, come proposto dal tycoon, è “un buon compromesso”.
Zelensky ha detto che Trump ha chiesto di “restare dove restiamo e iniziare il dialogo”. “Penso che sia un buon compromesso, ma non sono sicuro che Putin lo sosterrà, e l’ho detto al presidente” ha confermato Zelensky. Ma in conferenza stampa con Kristersson, il presidente ucraino ha ribadito i suoi punti fermi. “Siamo disposti a seguire i canali diplomatici; sosteniamo il cessate il fuoco. Siamo disposti a impegnarci nella diplomazia, ma non ad abbandonare determinate aree e consegnarle al nostro aggressore”, ha detto il leader di Kyiv. Ma tutto dipende anche da come Putin si muoverà nei prossimi giorni.
I raid sulle città ucraine di certo non sono di buon auspicio né sono segnali che inducono a credere nella sua propensione al dialogo. Ma ieri, lo “zar” ha anche lanciato un primo indizio sul fatto di non volere aumentare la tensione con gli Stati Uniti. Dopo avere presenziato alle esercitazioni della triade delle forze nucleari strategiche russe (in cui “sono stati lanciati missili balistici intercontinentali e missili da crociera da aerei”, come ha spiegato il ministero della Difesa). Putin ha tenuto a ribadire in videoconferenza che quelle manovre erano “previste”. Quasi a dire che non era un messaggio bellicoso rivolto a Washington.
L’articolo Drone russo su asilo a Kharkiv in pieno giorno. Zelensky atteso al Consiglio europeo: “Congelare la linea del fronte” proviene da Il Riformista.
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