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Guerra Ucraina

Nebbia di guerra, attacchi “mordi e fuggi” e due brigate ucraine: cosa succede nel Kursk

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La situazione nella regione russa è difficile da tracciare con precisione. Per il momento, si stima che nell’attacco siano coinvolti 1000-2000 soldati ucraini, che si sono spinti fino a 30 chilometri dal confine

L’offensiva ucraina in territorio russo continua, circondata dalla “nebbia di guerra” volta a confondere il nemico. I social sono invasi da notizie contradditorie, non verificabili e amplificate dalla cassa di risonanza dell’informazione rapida e globalizzata. Le certezze su ciò che sta accadendo sono poche e la più importante è che, a sei giorni dall’inizio dell’operazione di Kiev, l’esercito di Mosca non è ancora riuscito a recuperare il controllo della regione di Kursk.

Non sappiamo, però, quanto territorio i russi abbiano riconquistato, né tantomeno il numero di soldati e mezzi ucraini coinvolti nell’offensiva. Secondo gli esperti di istituti e think tank, sarebbero tra i mille i 2mila, che avrebbero occupato un’area compresa tra i 200 e i 250 chilometri quadrati. Non è noto nemmeno dove le truppe di Kiev si stiano dirigendo o come stiamo reagendo le unità della Federazione. Il Cremlino ha affermato che aver arrestato un’avanzata verso la centrale nucleare di Kursk e di aver impegnato i nemici nelle cittadine di Tolpino, Jouravli, Obchotchi e Kolodez, a circa 30 chilometri in linea d’aria dalla regione ucraina di Sumy. Lo Stato maggiore russo ha anche aggiunto che, nei combattimenti, sono rimasti uccisi “centinaia di nemici”.

Gli esperti americani, invece, hanno parlato di avanzate delle truppe di Kiev a meno di 25 chilometri. La situazione è molto fluida e difficile tra tracciare con precisione, considerando che le piccole unità ucraine continuano a muoversi rapidamente, colpendo con tattiche mordi-e-fuggi e ritirandosi. Su Telegram, alcuni ex ufficiali dell’esercito di Kiev hanno spiegato che la difficoltà di stabilire una dimensione numerica dell’operazione dipende dal fatto che entrambi gli schieramenti hanno smembrato le loro brigate, mandando singoli battaglioni a rafforzare i settori più delicati. “Sia i comandi russi che ucraini hanno creato numerose unità nuove, ma spesso mancano di soldati e mezzi. Ed entrambi diffondono in rete vecchi video, da località diverse da quelle dove si trovano adesso le nuove unità, per confondere i nemici”, si legge sulla piattaforma di messaggistica.

Secondo quanto riportato dal Kyiv Post, al momento sono state identificate due brigate ucraine coinvolte nell’operazione, la 22esima meccanizzata e l’82esima di assalto dall’aria. Il sito ha anche riportato che le truppe di Kiev puntano alla velocità e alla mobilità, che confonde i russi ma espone i mezzi di Kiev al pericolo degli attacchi dal cielo e al bisogno di assistenza meccanica dopo pochi giorni.
Pare, inoltre, che siano state utilizzate massicciamente le difese antiaeree e che, per il momento, siano stati abbattuti un jet e due elicotteri di Mosca. Il Kyiv Post, infine, ha affermato che gli assi dell’attacco di Kiev sono almeno due e che, all’inizio, i russi si sono dimostrati assolutamente impreparati.

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Guerra Ucraina

I droni drago che sputano fuoco, la nuova arma a base di metallo in polvere dell’esercito ucraino

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Li chiamano i ‘droni drago’ oppure il “Fuoco di Peurn’, dal nome dell’antica divinità slava del tuono, perché così come le creature leggendarie lanciano fiamma al loro passaggio. Chimicamente si tratta di una pioggia fitta di metallo fuso, incandescente, che può incendiare all’istante qualsiasi superficie sulla quale si deposita. È questa la nuova arma dell’esercito ucraino per attacchi precisi, mirati, in grado di spargere velocemente il fuoco su più punti di intere aree geografiche, con estrema precisione.

È la Cnn a spiegare come la miscela sia costituita da un metallo in polvere e un ossido metallico che brucia a temperature fino a 2.200 gradi. Tanti i video pubblicati in queste ore, alcuni dei quali diffusi su Telegram dal ministero della Difesa ucraino, in cui si vedono i droni sorvolare a bassa quota una zona boschiva e lancia getti di fuoco sulla vegetazione formati da una miscela che provoca un incendio istantaneo sul terreno colpito da torrenti di fuoco.

Il rapporto sui droni drago

Nicholas Drummond, analista della difesa ed ex ufficiale dell’esercito britannico, ritiene che il principale impatto dei droni DRAGO ucraini sia soprattutto psicologico piuttosto che fisico. Durante un’intervista alla CNN, ha spiegato che l’Ucraina dispone di risorse limitate per produrre la cosiddetta “effetto termite”, il che ne limita l’uso. Secondo il gruppo britannico Action on Armed Violence (Aoav), che si occupa di difesa dei diritti umani in contesti di guerra, l’Ucraina ha già impiegato termite lanciata dai droni per distruggere i carri armati russi.

La termite viene rilasciata direttamente nei portelli dei veicoli corazzati, sprigionando un calore così intenso da incendiare e devastare rapidamente tutto ciò che trova. Un rapporto dell’Aoav conferma come la combinazione tra precisione e la capacità dei droni di aggirare le difese tradizionali rende questa tecnologia un’arma particolarmente efficace nel contesto bellico attuale.

L’articolo I droni drago che sputano fuoco, la nuova arma a base di metallo in polvere dell’esercito ucraino proviene da Il Riformista.

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