Guerra Ucraina
La diplomazia armata l’unica via possibile per la fine delle guerre in Ucraina e Medio Oriente: i ‘punti’ conquistati da Kiev e Israele
Le logiche di guerra possono apparire atroci, ma hanno una logica. Se ti aggrediscono, devi cercare in tutti i modi di rendere la vita difficile all’aggressore. Preparando la pace come male minore per chi voleva annientarti. Le logiche della politica internazionale possono apparire vacue. Ma anch’esse hanno una logica. Se sei un grande paese, o addirittura una unione di paesi, prima devi saper sostenere chi si difende, poi essere protagonista sui tavoli dove si decide la fine del conflitto. Nel mondo in bilico in cui viviamo, qualcosa finalmente sembra muoversi.
Far sentire il panico del popolo
In Ucraina, dopo oltre 900 giorni di guerra, di sanzioni fallite e sberleffi russi ad ogni mediazione, Zelensky e i suoi hanno trovato un varco: “Mosca ci ha portato la guerra, ora deve sentirla”, dice il presidente ucraino. Non è un problema solo di colpire Putin al cuore, cioè i gasdotti e le centrali nucleari. Ma soprattutto di far sentire al Cremlino il panico del suo popolo, che piange almeno 120mila morti e 400mila feriti. Per ora le autorità russe pagano il silenzio delle famiglie, ma questo sistema non può durare. E di fronte all’attacco di Kiev su territorio russo, Bruxelles agisce come dovrebbe fare sempre se gli Stati uniti d’Europa fossero realtà: parla subito e con una sola voce, per dire che “l’Ucraina ha il diritto di attaccare il nemico ovunque lo ritenga necessario”.
La fase della ragione e della trattativa
Inizialmente i russi hanno definito l’azione di Kiev sul loro territorio “una provocazione”. Poi, probabilmente si sono resi conto dell’assurdità di tale definizione: un paese aggressore che si sente provocato da una modesta incursione nemica. Ora potrebbe iniziare la fase della ragione e della trattativa. Non c’è futuro e non c’è Europa, se l’Ucraina viene smembrata e resa neutrale. E la rapida scalata di Kamala Harris aumenta la speranza di non indebolire il patto atlantico. Non è un caso che sia legata a idee che della democrazia sono la linfa: emancipazione femminile, rifiuto del razzismo, lotta ad ogni forma di totalitarismo.
Medio Oriente, la diplomazia armata verso una svolta
Intanto, anche in Medio Oriente si intravede uno squarcio, nel buio di 10 mesi di massacri seguiti al 7 ottobre 2023. La prossima conferenza di pace, al Cairo o a Doha, potrebbe non essere l’ennesima fumata nera. I paesi musulmani, Egitto in testa, hanno reso evidente all’asse del terrore Hamas-Iran-Hezbollah-Houthi che per loro non vi sono sponde se decidessero un attacco diretto a Israele. Teheran alza la voce perché vive un reale dilemma, quello di esporsi con un’azione militare che, per quanto dimostrativa, provocherebbe il gelo degli arabi e la violenta reazione di Tel Aviv. E potrebbero essere colpiti gli impianti petroliferi, cuore del potere degli ayatollah anche più del gas per Putin. Anche qui “la diplomazia armata” si rivela l’unica via possibile. Dietro la tenuta di Israele ci sono gli europei ma soprattutto gli americani. Ed è emblematico il fatto che a chiedere moderazione all’Iran ci sia anche Mosca. L’incendio globale anti-americano e anti-occidentale a quanto pare non conviene più tanto.
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Guerra Ucraina
I droni drago che sputano fuoco, la nuova arma a base di metallo in polvere dell’esercito ucraino
Li chiamano i ‘droni drago’ oppure il “Fuoco di Peurn’, dal nome dell’antica divinità slava del tuono, perché così come le creature leggendarie lanciano fiamma al loro passaggio. Chimicamente si tratta di una pioggia fitta di metallo fuso, incandescente, che può incendiare all’istante qualsiasi superficie sulla quale si deposita. È questa la nuova arma dell’esercito ucraino per attacchi precisi, mirati, in grado di spargere velocemente il fuoco su più punti di intere aree geografiche, con estrema precisione.
È la Cnn a spiegare come la miscela sia costituita da un metallo in polvere e un ossido metallico che brucia a temperature fino a 2.200 gradi. Tanti i video pubblicati in queste ore, alcuni dei quali diffusi su Telegram dal ministero della Difesa ucraino, in cui si vedono i droni sorvolare a bassa quota una zona boschiva e lancia getti di fuoco sulla vegetazione formati da una miscela che provoca un incendio istantaneo sul terreno colpito da torrenti di fuoco.
Il rapporto sui droni drago
Nicholas Drummond, analista della difesa ed ex ufficiale dell’esercito britannico, ritiene che il principale impatto dei droni DRAGO ucraini sia soprattutto psicologico piuttosto che fisico. Durante un’intervista alla CNN, ha spiegato che l’Ucraina dispone di risorse limitate per produrre la cosiddetta “effetto termite”, il che ne limita l’uso. Secondo il gruppo britannico Action on Armed Violence (Aoav), che si occupa di difesa dei diritti umani in contesti di guerra, l’Ucraina ha già impiegato termite lanciata dai droni per distruggere i carri armati russi.
La termite viene rilasciata direttamente nei portelli dei veicoli corazzati, sprigionando un calore così intenso da incendiare e devastare rapidamente tutto ciò che trova. Un rapporto dell’Aoav conferma come la combinazione tra precisione e la capacità dei droni di aggirare le difese tradizionali rende questa tecnologia un’arma particolarmente efficace nel contesto bellico attuale.
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