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Regione Liguria celebra i vent’anni del suo Statuto

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Si è svolta in Regione Liguria la seduta straordinaria dedicata al ventesimo anniversario dell’entrata in vigore dello Statuto della Regione Liguria, avvenuta il 5 maggio 2005. A coordinare i lavori della seduta è stato il presidente dell’assemblea legislativa Stefano Balleari.

“Rispetto a vent’anni fa il mondo è cambiato – ha ricordato Balleari -. È uno statuto che gode di ottima salute ma che ha necessità di un make up per rivedere e adeguarsi alle nuove esigenze. Ad esempio abbiamo già anticipato la riforma nazionale sul numero degli assessori: passeranno da 7 a 9. Si tratta di una riforma voluta da tutti i partiti. Il numero di assessori limitato al numero degli abitanti non è più rispondente alle esigenze dei cittadini”. 

Gli interventi durante la seduta 

Durante la seduta sono intervenuti Giancarlo Rolla, già professore ordinario di Diritto pubblico comparato dell’Università degli studi di Genova; Matteo Cosulich, professore ordinario di Diritto costituzionale dell’Università degli studi di Trento; Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di Diritto pubblico comparato dell’Università degli studi di Genova; Enrico Albanesi, professore associato di Diritto costituzionale dell’Università degli studi di Genova.

Nel 2005 l’introduzione dello Statuto portò diverse novità

Nel 2005 l’introduzione dello Statuto portò diverse novità: In primo luogo la scelta della forma di Governo, con elezione diretta del Presidente della Giunta, e il rafforzamento dei poteri del Consiglio regionale. Viene inoltre affermato il ruolo dell’opposizione, con l’introduzione del question time (interrogazione a risposta immediata su argomenti urgenti) e altri strumenti specifici.Altri punti sottolineati dallo Statuto sono il principio delle pari opportunità, la volontà della Regione di favorire la partecipazione dei cittadini all’attività dell’Ente, il ruolo del Consiglio delle Autonomie locali, le Autorità di garanzia e il principio della sussidiarietà come metodo di azione nei rapporti con gli enti locali e i privati.

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Salta il consiglio metropolitano, i retroscena nel centrosinistra

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Sono acque agitate quelle dove sta navigando il centrosinistra nelle ultime 24 ore, dopo la sospensione improvvisa del consiglio metropolitano di Genova. E non era un consiglio qualunque, era il primo. I fari quindi, era puntati tutti contro. L’ago della bilancia, che avrebbe fatto saltare la maggioranza, era il sindaco di Santa Margherita Ligure Guglielmo Caversazio che, prima di pranzo, avrebbe mandato un messaggio, annunciando la propria assenza.

Il voto senza maggioranza

I consiglieri della città metropolitana avrebbero dovuto votare una decina di ordini del giorno, tra cui alcuni relativi al bilancio, al mandato del consiglio, ma soprattutto alle nuove tariffe di Amt. Novità che sono state illustrate durante la conferenza stampa di ieri mattina, alla presenza tra gli altri della sindaca Salis e del vicesindaco Terrile. Santa Margherita Ligure, inoltre, è l’unico socio di Amt S.p.A., con una partecipazione dello 0,04%. Persone vicine al sindaco raccontano di un clima surriscaldato in Comune, con il primo cittadino che non avrebbe digerito la conferenza stampa che annunciava le tariffe, a “cose fatte”.

Uno scontro infuocato

Ma a quanto risulta, a infuocare il clima, già surriscaldato, il mancato accordo sull’assegnazione delle deleghe e la nomina del vicesindaco metropolitano, che i ben informati raccontano avrebbe voluto ricoprire proprio Caversazio. Da quello che risulta però, non sarà così, soprattutto dopo il colpo di teatro di ieri (mercoledì 22 ottobre ndr). Non aver trovato la quadra sullo scacchiere delle deleghe avrebbe contribuito a far saltare il banco. A denti stretti c’è chi narra di uno scontro, alquanto tensivo, tra Guglielmo Caversazio e il vicesindaco di Genova Alessandro Terrile, contrariato da quanto deciso dallo stesso sindaco di Santa Margherita. Insomma, quello accaduto nella giornata di ieri, dopo la conferenza stampa di Amt indetta dalla giunta Salis, ha messo subito in risalto la precarietà della maggioranza in città metropolitana. Il pareggio sostanziale tra centrodestra e centrosinistra, che vede salvi i progressisti – con un 10 a 9 – solo grazie al voto della sindaca Silvia Salis. Tradotto, questo significa che una sola assenza è capace di far saltare i voti necessari per avere la maggioranza. 

La scelta del nuovo vicesindaco metropolitano

La vittoria di un soffio del centrosinistra cela, per i ben informati, alcuni errori di valutazione e di candidature nel campo progressista, soprattutto in Val Trebbia e nel Tigullio, che ha contribuito a una sostanziale parità con il centrodestra. Che qualcosa non sia funzionato, nelle candidature e nei voti, è oramai chiaro a tutti. Nel frattempo, la maggioranza è al lavoro per nominare il vicesindaco della città metropolitana di Genova. Escluso dalla corsa, quindi, Guglielmo Caversazio, sembra prospettarsi la nomina di Simone Franceschi, sindaco di Vobbia, anima di sinistra del Partito Democratico. Sullo sfondo resta il primo cittadino di Casarza Ligure Giovanni Stagnaro, mister preferenze per i progressisti, in quota Italia Viva.

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Seduta infuocata a Tursi, Salis: “Con i nani si perdono le elezioni”

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Ieri pomeriggio il Consiglio comunale di Nervi è stato teatro di un acceso confronto durante la discussione sulla modifica del Piano urbanistico comunale (Puc). Tutto è iniziato con un richiamo al regolamento da parte di Paola Bordilli, capogruppo della Lega, che ha esortato i colleghi maschi a indossare la giacca, come previsto dalle norme per le sedute consiliari. Il rimprovero era chiaramente rivolto a Massimo Romeo di Avs, seduto con un semplice maglione. Il presidente Claudio Villa ha quindi invitato Romeo a farsi porre una giacca.

La situazione è degenerata quando Lorenzo Garzarelli di Avs, parlando fuori microfono, ha contestato Bordilli per essere stata ripresa da un addetto alla comunicazione tra il pubblico, un gesto che secondo il regolamento sarebbe vietato. Nicholas Gandolfo di Fratelli d’Italia ha risposto collegando la sindaca Salis alla stessa pratica, affermando che “anche la sindaca Salis si fa riprendere da Fausto Brizzi”.

L’affermazione di Gandolfo non è passata inosservata alla maggioranza. Filippo Bruzzone, capogruppo della lista Salis, ha preso subito la parola per condannare la frase e chiedere le scuse di Gandolfo. Poco dopo, lo stesso Gandolfo ha cercato di smorzare la tensione spiegando: “Se qualcuno pensa che sia stato offensivo chiedo scusa, ma ho solo detto che tutti noi ci facciamo riprendere. Salis da Fausto Brizzi, non ci vedo nulla di male.”

La sindaca Salis ha replicato con parole forti: “Fausto è un bravo marito e un bravo padre per nostro figlio Eugenio. Sono fiera di lui, del suo aiuto nella comunicazione e del lavoro del mio staff, dei consiglieri e degli assessori. Circondarsi di persone competenti è una prova di intelligenza: con i nani si perdono le elezioni.”

Questa frase ha provocato la reazione della minoranza, interpretata come un’offesa non solo a chi ha perso le elezioni, ma anche probabilmente rivolta a Gandolfo, il cui fisico non è propriamente imponente. Alessandra Bianchi, di Fratelli d’Italia, ha risposto: “Quindi noi siamo nani perché abbiamo perso? Ma non vedo giganti dall’altra parte.”

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Nuove tariffe Amt, Piciocchi: “Allontaneranno gli utenti dall’uso dei mezzi pubblici””

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https://youtube.com/watch?v=Ox9xxW6LtX0%3Fsi%3DsqPwb2GJHgJktDqe

Le nuove tariffe Amt presentate dalla sindaca di Genova Silvia Salis insieme al vicesindaco e assessore al Bilancio Alessandro Terrile e al membro del cda di Amt Enrico Franchini hanno portato a una rivisitazione delle misure adottate da inizio 2024. Una serie di novità con lo stop alla gratuità per metro e impianti verticali e all’introduzione di due nuove misure sperimentali per quanto riguarda i mezzi notturni e la domenica con la gratuità per tutti i residenti dell’area metropolitana. 

Giallo in Città metropolitana, rinviato il voto sul documento di indirizzo ad Amt

Piciocchi: “Nessun confronto in Consiglio comunale e metropolitano”

Misure fortemente criticate dall’opposizione. Pietro Piciocchi, consigliere di Vince ex vicesindaco facente funzioni commenta: “La Giunta comunale annuncia nuove tariffe del trasporto pubblico locale senza alcun confronto con il Consiglio comunale e con il Consiglio metropolitano che è l’organo competente in materia. La confusione regna ormai sovrana: non è stato presentato il piano di risanamento e i numeri alla base del bilancio cambiano in continuazione. Il Consiglio metropolitano convocato nel pomeriggio per l’approvazione della manovra viene sconvocato all’ultimo momento.
Eppure, dopo l’aumento dell’IMU a luglio, ecco la nuova stangata della Sindaca Silvia Salis ai genovesi”.

Piciocchi: “Misure produrranno la disaffezione dell’utenza” 

Piciocchi attacca: Una nuova politica tariffaria che aumenterà di ben 100 euro l’abbonamento annuale, divide il bacino urbano dall’extraurbano, riportandoci così al passato, revoca la gratuità della metropolitana e degli ascensori, misure che tanti benefici avevano portato soprattutto alla popolazione anziana. Una politica tariffaria che costituisce un grave errore: non solo produrrà disaffezione dell’utenza ma comporterà la perdita dei finanziamenti previsti dal Governo a sostegno dell’uso del trasporto pubblico locale. Una manovra che non serve all’azienda perché la politica tariffaria incide molto marginalmente sulla totalità delle entrate di Amt. Ci opponiamo quindi a questa decisione affrettata e non adeguatamente ponderata e sulla stessa chiederemo di poterci esprimere al più presto in Consiglio comunale”.

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