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Regione e Comune di Genova, gli scenari. Intervista al professor Cuocolo
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Il risiko della giunta di Bucci, corsa all’ultimo assessore (che sarà di Savona)
Ce la farà Marco Bucci a formare la nuova giunta in 48 ore? Mentre domenica sera, all’uscita della sede della Regione in piazza De Ferrari, si era preso una settimana di tempo per decidere; ieri pomeriggio in consiglio comunale ha ribadito che la sua intenzione è quella di chiudere la partita entro domani, giovedì 14 novembre.
Assessori in aggiunta: una ricetta per il futuro
I nodi da sciogliere restano sempre gli stessi: da una parte l’assessorato savonese, dall’altra il compromesso – chissà quanto storico – tra i partiti politici. La strada da intraprendere, per Marco Bucci, potrebbe essere quella dell’aggiunta di assessori nella composizione della giunta. “Esiste la possibilità di implementare il numero di assessori, a costo zero per tutti, pagati altresì con i soldi che ci sono già – aveva spiegato il sindaco uscente di Genova -. Non ci saranno costi addizionali e non è sbagliato questo ragionamento. La giunta viene chiusa a oggi così com’è, con le regole in atto, ma non è pensabile che in Comune ci siano undici assessori e in Regione solo sette”. Insomma, l’intento è quello di allargare la squadra ma prima di arrivarci, Bucci, dovrà riuscire per forza di cose a stilale una lista completa e pronta.
Chi la dura la vince
Lo scontro in atto, al momento, sembra consumarsi soprattutto tra Lega e Fratelli d’Italia, con il primo che ha blindato i due assessori uscenti Alessandro e Alessio Piana, e il secondo che sembra non voler cedere sulle poltrone da assegnare ai suoi. Simona Ferro da una parte, Luca Lombardi dall’altra, con in mezzo il tecnico (e politico, attaccano dalla Lega ndr) Massimo Nicolò. A questi si aggiunge anche la presidenza del consiglio regionale a Stefano Balleari. Un po’ troppo forse, contesterebbe qualcuno, considerando che FdI si è fermata al 15% alle Regionali dello scorso ottobre. Sullo sfondo e alla finestra resta il territorio savonese, forte della proprio presa di posizione rispetto alla rappresentatività che nessuno sembra mettere in dubbio.
Nuova giunta, ora è duello Lega – Fratelli d’Italia
Marco Bucci il mediatore
Le quotazioni di Ilaria Caprioglio sono sempre alte, nonostante nella serata di ieri sia tornato a circolare con insistenza il nome di Angelo Vaccarezza. Il forzista vorrebbe prendersi l’assessorato all’Agricoltura, anche se qualcuno nelle ultime ore ha riproposto per lui la Sanità, al momento affidata a Nicolò. Ma, inutile dirlo, nessun partito smania per intestarsi una vera e propria “patata bollente”. Marco Bucci non vuole tradire le aspettative, che sono tante, ma attualmente due in particolar modo, senza prestare il fianco ad attacchi, interni ed esterni: un assessore savonese e una donna (che si aggiungerebbe a Simona Ferro ndr). Il risiko continua e l’ex manager, dal canto suo, vestirà i panni del moderatore. Forse.
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Primo passo per la decadenza di Bucci, parole grosse in aula
È stata approvata nel pomeriggio la prima di una serie di delibere con cui il consigli comunale di Genova sancisce la decadenza da sindaco di Marco Bucci, eletto da poco presidente della giunta regionale della Liguria. Con 36 voti è stata approvato un documento che stabilisce la “sopravvenuta condizione di incompatibilità” del sindaco dopo il suo passaggio in piazza De Ferrari.
Cosa dice la legge
Secondo il regolamento, Bucci ha dieci giorni di tempo per presentare delle osservazioni per togliere la causa di incompatibilità. In mancanza di un suo intervento, il consiglio comunale si riunirà di nuovo per una seconda votazione che confermerà l’incompatibilità. A quel punto l’assemblea comunale sarà chiamata a votare la decadenza. Da quel giorno, probabilmente entro la metà di dicembre, il Comune di Genova sarà guidato dal vicesindaco Pietro Piciocchi in qualità di facente funzioni. Nel frattempo nel capoluogo ligure si prepareranno le Comunali della prossima primavera, la finestra sarà quella tra aprile e giugno.
Nervi tesi in aula rossa
Nella seduta odierna ci sono stati momenti di forte tensione culminati con l’allontanamento dall’aula del consigliere del M5s Fabio Ceraudo, che ha protestato per non aver avuto la possibilità di intervenire. Il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba ha spiegato di non aver visto illuminarsi la scritta di intervento. “Cacciami cacciami” gli ha urlato Ceraudo, che ha accusato Cassibba di aver negato la possibilità “a un consigliere eletto di potersi esprimere”. Alla fine la delibera è stata approvata all’unanimità con il parere favorevole della maggioranza, di Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione e di Arianna Viscogliosi del Gruppo Misto. Il resto dell’opposizione, che in un primo momento non aveva votato in protesta all’allontanamento dall’aula del consigliere Ceraudo del M5s, alla fine si è aggiunto alla maggioranza. Sulla stessa è stata votata all’unanimità l’immediata eseguibilità.
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