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Regionali, la politica divisa tra chi è pro e contro le liste civiche

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GENOVA – Passato, presente e futuro delle liste civiche in Liguria. Siamo partiti da qui con la rubrica “La pulce nell’orecchio” a cura di Mario Paternostro, all’interno de “Il programma elettorale di Primocanale” del venerdì LEGGI QUI. Qual è il ruolo delle liste civiche? In questi anni sono cresciute, hanno rosicchiato spazio e voti ai partiti tradizionali, sostituendosi in quella crisi della politica che perdura da anni. In Liguria, a poco più di un mese dal voto del 27 e del 28 ottobre, il mondo si divide tra fautori e detrattori.

“Io sono un fautore delle liste civiche, i partiti non esauriscono tutte le domande e tutte le complessità della società che sono diventate più complesse – commenta a Primocanale Gianni Pastorino, candidato con la lista a sostegno di Orlando Presidente -. I partiti sono corpi intermedi di grande importanza, però oggi abbiamo bisogno anche di altro, di un’interlocuzione di donne e uomini, portatori di interessi e di caratteri generali. Sono stati supportati partiti e anche attività istituzionali, in consiglio regionale per esempio c’è stata una soggettività che acquista importanza politica. Il rapporto tra politica e civici può essere un valore aggiunto perché nei partiti le discussioni si esauriscono e invece c’è bisogno di interlocuzione più ampia”.

Nel centrodestra, se c’è chi ha risentito negli scorsi anni della crescita del movimento arancione di Giovanni Toti, è proprio Forza Italia, già partito dell’ex presidente di Regione Liguria. Non solo in termini di voti, ma anche di cosiddetti “transfughi”. E lo sa molto bene Claudio Muzio, capogruppo di FI nell’ultima legislatura. “È evidente che la presenza di liste civiche robuste incida sui risultati dei partiti, e qui in Liguria è stata vissuta in maniera forte. Nel 2015 eravamo 5 consiglieri regionali, poi nel 2020 sono rimasto da solo – spiega Claudio Muzio -. Nei piccoli comuni di norma le liste che appoggiano i sindaci sono civiche, senza simboli di partiti. Un sindaco di un piccolo comune non è portatore di bandiera e di partito”. Muzio però, non nasconde la propria perplessità rispetto all’ipotesi, lanciata proprio a Terrazza Incontra dal sindaco Bucci, candidato del centrodestra, di creare una lista dei sindaci. “Questa ipotesi, di una lista civica dei sindaci, non so che rilevanza potrebbe avere sul territorio” ha aggiunto il forzista.

Sindaca di Rossiglione, responsabilità sanità della segreteria regionale del Pd, Katia Piccardo conosce bene la differenza tra “civismo” e partitismo, nonostante il suo ruolo tra i dem. “Io ritengo che sia importante vedere in quale genere di competizione si inserisca una lista civica – sottolinea la candidata al consiglio regionale con il Pd Katia Piccardo -. Alle comunali c’è un valore intrinseco di rete tra le professioni e la competizione di voto personale, talvolta può avere la sua ragion d’essere, soprattutto dove possa allargare e dare voce a rappresentanza e cittadinanza delle coalizioni. Per noi in questa partita delle Regionali conta la centralità della sanità pubblica, dei diritti civili. La suggestione dei sindaci/liste civiche mi riguarda da vicino, con i sindaci che mettono a disposizione cammino ed esperienza a servizio dei partiti, ed esistono entrambe le esperienze”.

Tra il civico e il partito c’è Davide Falteri, oramai ex esponente di Italia Viva, oggi pronto a scendere in campo con Vince Liguria che fa capo al sindaco Marco Bucci. Falteri ha deciso di non seguire l’indicazione del partito di Matteo Renzi, di appoggiare il centrosinistra. “C’è una linea di coerenza diversa, sono entrato con la lista civica Vince Genova in appoggio a Bucci ma in quota Italia Viva, abbiamo lavorato su tanti progetti aziendali, e di internazionalizzazione, che stanno portando risultati – ha spiegato a Primocanale Davide Falteri -. Di fronte a una scelta ideologica e partitica, con la mia esperienza, capisco che le persone oggi ragionino su progetti e opportunità e non sulle ideologie, quando si prende un impegno e si porta avanti un progetto, mettendoci la faccia, bisogna avere la forza di essere coerenti e portare avanti quella convinzione. Comunque la mia scelta si è basata su continuità e non rottura, condivisa con il partito”.

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