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Regionali: Bucci e Orlando a confronto su giovani, salute, denatalità

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GENOVA – Si è svolto nella sala Quadrivium della Curia il confronto tra i candidati alla presidenza di Regione Liguria, in vista del voto del 27 e del 28 ottobre prossimi. Tre le domande rivolte ai rappresentanti degli schieramenti, su tematiche soprattutto di carattere sociale. Due i minuti a disposizione per ognuno. Ad aprire il dibattito le parole di Don Massimiliano Moretti: “È importante mettere al centro le persone più povere, quelle più bisognose che hanno necessità di essere sostenute anche dalla società, ed è questo il nostro primo obiettivo”. È arrivato poi l’appello ai cittadini liguri, da parte di Don Moretti: “Andate a votare, è un diritto e un dovere”. 

Che siano liguri o foresti la Liguria ha bisogno di prendersi cura dei giovani. Vi chiediamo se condividete questo approccio e come si deve fare per realizzarlo. 

Marco Bucci, candidato alla presidenza di Regione Liguria per il centrodestra. “Se non ci si occupa dei giovani la città è destinata a morire, noi abbiamo fatto un programma anche su questo. Bisogna partire dall’ascolto dei giovani, anche per aiutarli. Non sappiamo tutto, anzi sappiamo poco, ma c’è il nostro impegno per educazione, professione, università, scuola e case per gli studenti. Il nostro obiettivo è quello di far trovare lavoro subito dopo l’università. Ma avremo grande attenzione anche per chi vuole fare start up e lavorare nella blu economy. Si tratta di incubatori essenziali per i giovani. Possiamo trovare lavoro per tutti, le possibilità ci sono. Importante è partire dall’ascolto”.  

Andrea Orlando, candidato alla presidenza di Regione Liguria per il centrosinistra. “Un grande sindaco del passato, Giorgio La Pira, diceva che bisogna farsi carico della povera gente e delle persone più in difficoltà. In Liguria la media dei salari è sotto del 10% rispetto alle altre regioni. Dobbiamo riuscire a creare lavoro di qualità, per farlo si deve lavorare anche sulla reindustrializzazione, anche per non far andar via le persone. Esiste un problema economico e di classe dirigente del futuro. Il ceto medio, oramai, deve decidere se riuscire a mandare all’università i figli, dobbiamo riattivare il diritto allo studio e per farlo è fondamentale il tema dell’abitare. Per questo lavoreremo per declinare Arte a un’agenzia per l’abitare, anche per il ceto medio. E infine non bisogna scaricare sulle famiglie il peso del covid e di quello che si è vissuto”.

Quali sono le misure concrete da adottare per le persone in ambito di sistema sanitario? Parliamo di accesso alle cure, di servizi alle persone.

Andrea Orlando. “La sanità ligure ha macchinari obsoleti e 234 milioni di euro di debito. In questi anni sono stati realizzati zero ospedali e otto persone su cento non si curano in Liguria. Per questo ritengo che non si possa rivendicare la continuità. Ritengo fosse necessario usare le case di comunità per integrare privato e pubblico e orientare le persone nella gestione della cura. Rispetto a quel 10% delle persone che non si curano rientrano anche le persone povere che non possono proprio permetterselo. Noi dobbiamo stare vicino alle persone sole davanti alla malattia. Per questo la prima cosa da fare è costruire un sistema che non li abbandoni”. 

Marco Bucci. “L’accesso alla sanità deve essere pubblico e disponibile per tutti, per persone fragili e sole e per quelli che hanno problemi. Serve un’infrastruttura che funzioni. Bisogna costruire degli ospedali, il Gaslini, il Galliera, quello degli Erzelli, e mi chiedo perché qualcuno non lo voglia fare il Galliera, come sia possibile. Le macchine devono lavorare almeno 18/20 ore al giorno, perché una tac si può fare anche alle 3 del mattino, certo bisogna pagare gli straordinari. Poi servono percorsi di cura per pazienti cronici e serve coinvolgere i medici di medicina generale e le case di comunità nelle valli e nell’entroterra. Con risorse importanti ce la possiamo fare”. 

Parliamo di denatalità, che coinvolge anche la Liguria. Come si possono far coesistere lavoro stabile e sicuro, con la possibilità di costruirsi una famiglia, anche per le donne che vogliono avere un figlio e continuare a lavorare?

Marco Bucci. “La denatalità è un problema italiano e i numeri in Liguria sono uguali al resto d’Italia, si tratta di un problema sociale grosso. Dobbiamo aiutare le persone e lo possiamo fare con i buoni asilo, quelli baby sitter, che verranno finanziati con il nuovo programma di Regione Liguria. Si tratta di un problema sociale ed educativo e bisogna capire che è importante per la società. Ma non è solo un problema economico, lo è anche di altro tipo, bisogna contribuire a fare figli perché è un servizio sociale per la società. Si devono aiutare le famiglie ma bisogna lavorare ed educare la famiglia, non raggiungeremo questo risultato però, se come società non daremo un messaggio che dice che chi fa figli contribuisce al successo della società”.

Andrea Orlando. “Io non ho ricette certe, ma sono sicuro che non si risolve il problema criminalizzando le persone che non hanno avuto figli perché non sono riusciti a farne. Si devono anticipate le autonomie dei giovani, oggi fare un figlio costa, il 50% delle famiglie che hanno figli e sono mono reddito sono sotto la soglia di povertà. Serve Welfare e bisogna non andare sotto la soglia di povertà. Non si possono negare i problemi veri della società e della nostra regione: dal 2015 le nascite si sono dimezzate. Ci impegneremo per un lavoro di qualità e per far sì che la sanità sia un servizio universale”.

Infine è arrivato l’appello al voto, perché votare il candidato e la sua coalizione.

Andrea Orlando. “Questo voto sarà un referendum tra una Regione e una Liguria per pochi ricchi privilegiati o per una Liguria per tutti. Non posso promettere di azzerare le liste d’attesa ma le diminuiremo passo dopo passo del 15% tornando a una sanità pubblica. La povertà non è una colpa ma un fallimento di tutti noi. Il mio slogan sarà: la libertà esiste se non c’è discriminazione per qualcuno”.

Marco Bucci. “Io amo la Liguria come amo la mia città e l’ho dimostrato lavorando sodo per tutti i cittadini in questi sette anni. I capi sono i cittadini e non i politici a Roma, io voglio dire loro che faremo le infrastrutture, lo dimostreremo, come già fatto in passato. Non è accettabile proporsi con belle parole senza aver detto cosa si vuole fare: diga, tunnel, Aurelia bis. Una Liguria non abbandonata ma vincente”. 

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