Italia
Possibile avviso di garanzia ad Arianna Meloni, Noi Moderati: “Dopo Toti non bisogna cavalcare onda giustizialista”
ROMA – “Non fosse bastato il caso Toti a mettere in evidenza il cortocircuito che può scattare quando certa politica cavalca l’onda giustizialista e dimentica le basi dei principi democratici, oggi ci confrontiamo con un altro caso che rischia di deflagrare contro ogni rispetto della volontà popolare. Ci auguriamo che il prospettato avviso di garanzia ad Arianna Meloni non sia reale, altrimenti sarebbe grave e incomprensibile“. Lo hanno dichiarato i deputati di Noi Moderati Ilaria Cavo e Pino Bicchielli dopo le notizie pubblicate da alcuni quotidiani sulla presunta presenza di Arianna Meloni, coordinatrice nazionale di Fratelli d’Italia e sorella della Premier Giorgia Meloni, ai vertici per le nomine in Rai e in Ferrovie dello Stato, seguite da interrogazioni parlamentari delle renziane Raffaella Paita e Maria Elena Boschi: secondo la maggioranza di Governo si tratterebbe di tentativi del centrosinistra di spingere la magistratura ad indagare proprio su Arianna Meloni.
“Chi avrebbe dovuto trattare le nomine se non il capo della segreteria politica del più importante partito di governo – chiedono i deputati -? Come si può anche solo ipotizzare, per ora da parte di certa politica, che si tratti di un traffico di influenze? Come si può ipotizzare che si tratti di un reato e non di un normale confronto sulla base del forte mandato popolare? Quanto sta accadendo non può che vederci ancora più impegnati nella riforma della giustizia, nella riforma legata ad alcune fattispecie di reato troppo ambigue e in grado di bloccare il nostro sistema democratico. Andiamo avanti. Nessuno stop, a maggior ragione, è possibile”.
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Italia
Fabiana Cilio (Camera Penale): “Ecco cosa ha patteggiato Toti”
Per capire meglio la svolta nell’inchiesta giudiziaria che ha scosso la Liguria lo scorso 7 maggio abbiamo interpellato Fabiana Cilio la nuova presidente della Camera penale regionale ligure, prima avvocato donna a ricoprire il ruolo.
“Per Toti è rimasta l’accusa di corruzione impropria. Provo a spiegare di cosa si tratta. Il reato di corruzione prevede due fattispecie. Propria è quando un pubblico ufficiale riceve denaro per fare un atto non dovuto o contrario a miei doveri o ritardare una pratica, quindi qualcosa che va contro la pubblica amministrazione. La corruzione impropria invece non porta alcun danno per la pubblica amministrazione perché il pubblico ufficiale ha fatto un atto ciò che è nei suoi poteri e quindi tutti gli atti nell’inchiesta restano leciti. Però può esservi collegato il ricevimento di denaro che ovviamente è sempre un confine poco definito su quanto può essere un finanziamento o una corruzione impropria. Si dovrebbe definire meglio la fattispecie del reato come successo con l’abuso d’ufficio che dopo tanti anni di confusione e condanne è stato poi abolito. Un po’ la stessa cosa dovrebbe fare il Parlamento per quanto riguarda il finanziamento lecito e illecito e capire quando si ravvisa il reato. Non sarà facile ma qualcosa andrà fatto”.
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