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Pd-M5s studiano nuove mosse per le Comunali: potrebbero separarsi

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Le bocche sono cucite, le riunioni se ci sono, sono blindate. Così si sta muovendo, al momento a passi lenti, il post Regionali del centrosinistra, con vista sulle Comunali di Genova.

Le stoccate tra Appendino e Orlando

Gli scossoni del campo progressista, dopo le parole della vicepresidente del Mov5s Chiara Appendino, sono stati parati, almeno in parte, dallo stesso Andrea Orlando, che ha risposto in modo pacato e non troppo polemico all’ex sindaca di Torino. Ma non ha risparmiato qualche stoccata, togliendosi alcuni sassolini dalle scarpe. Questo però, non può evitare un clima se non teso, almeno surriscaldato, tra Pd e 5s, anche a livello locale. E mentre a Roma si aspetta l’esito del voto in Emilia Romagna e Umbria (urne aperte il 17 e il 18 novembre ndr), in Liguria si analizzano i motivi della sconfitta, in ottica palazzo Tursi. Se la vittoria del centrosinistra unito ridarebbe fiato a quelle prove “anti-destra” che soprattutto il Pd auspica, una sconfitta finale per 2-1 (la Liguria è già stata persa ndr) trasformerebbe le pieghe attuali in voragini all’interno della coalizione.

Verso le Comunali: insieme o separati?

Nel frattempo a Genova potrebbe prendere quota, e il condizionale è d’obbligo, l’ipotesi di presentarsi separati all’appuntamento con le elezioni amministrative della prossima primavera. La finestra per il voto dovrebbe essere quella aprile-giugno, poco probabile l’autunno che comporterebbe uno slittamento oltre i sei mesi da quando si è dimesso l’ex sindaco Bucci. I dem – forti del loro 30% nel capoluogo ligure – starebbero pensando di non forzare la mano con il Movimento Cinque Stelle per trovare un accordo a tutti i costi, ma di presentarsi insieme ad Avs e ai centristi di Azione, oltre che alla lista civica del candidato sindaco. Capitolo a parte è quello legato a Italia Viva, che al momento, come ribadito anche a Primocanale dalla coordinatrice Raffaella Paita, non ha preso una posizione, ma solo mandato avvisi, per il futuro. Le regole e i modi devono cambiare, l’alert di Iv, indirizzato a tutti i partiti, soprattutto al M5s, che è in attesa della Costituente. Un appuntamento da fissare sul calendario e che, presumibilmente, darà un nuovo, forse definitivo, indirizzo al partito guidato da Giuseppe Conte.

Centrosinistra diviso per poi colpire unito

L’idea, che al momento è solo ipotetica, cambierebbe quindi l’assetto dell’ultima elezione, alle Regionali, dove si erano presenti insieme tutti i partiti a esclusione di Italia Viva e +Europa. Una suggestione che nasce considerando le regole delle Comunali, con il doppio turno (se non si raggiunge il 50%+1 ndr): al ballottaggio infatti, i voti del Mov5s, dopo accordi politici, potrebbero confluire a sostegno del candidato del centrosinistra, come d’altronde già accaduto in città come Firenze e Bari. Un’eventualità che non sembra essere fantapolitica, considerando la palude che sta attraversando il Mov5s – che nutre il bisogno di ritrovare se stesso e di mettersi alla prova in solitaria – e la necessità del Pd di accorciare i tempi nella ricerca del candidato. Quello che l’elettorato progressista non si aspetta, sentiment alla mano, è di assistere a nuovi mesi di melina di fronte alla cavalcata, non scontata e in discesa, verso via Garibaldi.

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Comunali, fuori dalla destra e dalla sinistra spunta il nome di Anna Pettene

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C’è un altro mondo civico, che non si ritrova né a destra né a sinistra, e che si muove sottotraccia per provare a presentarsi alle prossime Comunali di Genova. Non c’entra, almeno fino a oggi, con il saggista e liberal socialista Andrea Acquarone, che in queste settimane è stato molto attivo nel cosiddetto sottobosco centrista e di sinistra. Non c’entra altresì con l’avvocato Filippo Biolé che si è autocandidato, grazie alla spinta di un gruppo di persone, e che ha superato di poco le 500 firme.

Un profilo della società civile

Stiamo quindi parlando di un gruppo di professionisti, intellettuali, accademici, che fanno capo al mondo universitario, che si riconoscono in un civismo puro, al cento per cento. Il progetto, in embrione da tempo, è nato dopo alcuni incontri propedeutici a un percorso di unità d’intenti verso le Comunali della prossima primavera, che vede capofila l’Ordine degli Ingegneri. Il programma ci sarebbe già, è stato infatti stilato in queste settimane. Si tratta di un programma chiaro e semplice, diviso in cinque punti, con inclinazioni anche nel mondo portuale, fanno sapere a denti stretti gli organizzatori, che al momento non vogliono uscire allo scoperto. Dietro ci sarebbe un esponente di spicco, ex Partito Democratico, che dopo la fuoruscita dai dem ha deciso di attivarsi, tracciando un percorso verso palazzo Tursi. Questo gruppo di intellettuali, professori e universitari avrebbe individuato in Anna Pettene la potenziale candidata a sindaco. Pettene è la moglie di Edoardo Garrone, sul proprio profilo Facebook si definisce madre di Francesco, Giulia e Vittoria. È avvocato di professione, presidente dell’Osservatorio sul bullismo, mediatore familiare e autrice di Like. Tra le sue grandi passioni il golf.

Uno sguardo a sinistra (forse)

Al momento il suo nome è quello che più incarna il profilo ideale per questa lista civica, pura. Nei prossimi giorni sono attesi degli incontri proprio con Pettene per sondare la disponibilità ma le pressioni sul suo nome pare siano tante. E arrivano da più fronti. Anna Pettene, impegnata nel sociale, sarebbe spinta anche da una parte del mondo portuale. Da quello che si apprende, ci sarebbe la disponibilità di un armatore del porto di Genova a investire sulla campagna elettorale dell’avvocato. I propositi sono buoni, la struttura dovrebbe consolidarsi sempre di più, e alle porte sono previsti due incontri focali: uno già nella giornata di domani, un altro giovedì prossimo, 23 gennaio, nella sede dell’Ordine degli Ingegneri alle 18. La riunione potrebbe essere il primo vero passo verso la conferma, o meno, di Anna Pettene. Le strade (successive) sarebbero due: un percorso in solitaria della lista civica, che non si ritrova né con il centrodestra né con il centrosinistra, che potrebbe poi convergere al ballottaggio, presumibilmente più con il campo progressista (ma non è così scontato, conterà molto il contenuto del programma presentato dai due schieramenti ndr); o uno scioglimento ancor prima di nascere che porterebbe a un possibile tavolo di incontri con il Pd e gli altri potenziali alleati. Ma l’intenzione, da quello che si apprende, è proprio quella di correre, sì, ma in solitaria.

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