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Paolo Gozzi lascia Vince Genova, il centrodestra alla conta in Comune
Altro scrollone in casa centrodestra, il gruppo consiliare Vince Genova perde un elemento di spicco. Si tratta di Paolo Gozzi, ex capogruppo del partito nato con l’attuale presidente di Regione Liguria Marco Bucci, che già negli scorsi mesi aveva deciso di fare un passo indietro e di rimanere consigliere comunale “semplice”. Gozzi passa così al Gruppo Misto.
Fine di una storia
È sempre stato considerato un elemento di spicco per il centro, del centrodestra. Si tratta di un centrista, moderato, che ha parlato da subito una lingua “civica” e nelle ultime settimane si è trovato spesso in dissenso con la giunta di Bucci prima, e di Piciocchi dopo. La storia di Gozzi nasce nel centrosinistra, più precisamente nel Partito Democratico. Il consigliere, con il tempo, negli anni della giunta Doria, si è allontanato dai dem (ha lasciato il partito nel 2014 ndr), fino a ritrovarsi dal lato opposto della barricata. Ma la sua natura, di centrista, non è mai stata tradita. Nell’operato di Marco Bucci aveva ritrovato il senso della politica “del fare”, perché quella dei progressisti, a suo dire, “era troppo immobile e radicata su se stessa, troppo legata solo agli ideali”. Una liaison finita male, anche se all’inizio era stato un grande colpo di fulmine, proprio con l’ex sindaco, manager, Marco Bucci.
I partiti la fanno da padrone
Raggiunto da Primocanale, Paolo Gozzi ha confermato la “soffiata”: il comunicato con cui ha annunciato le proprie dimissioni da Vince Genova è arrivato sulla scrivania del gruppo proprio nel pomeriggio del primo venerdì del 2025. “Le mie considerazioni, rispetto a quello che già avevo evidenziato in passato, si sono palesate sempre di più con il passare del tempo – commenta a Primocanale Paolo Gozzi -. Ho constatato apertamente che l’identità civica è molto debole ed è stato utilizzata a fini elettorali, senza una vera e propria identità. Io nel perimetro del centrodestra non ho mai aderito e quando non mi ci sono più ritrovato ne ho preso atto. Questo perimetro si è delineato soprattutto nella seconda giunta”. Insomma, Paolo Gozzi vede un centro che spinge sempre più a destra ed è assoggettato ai partiti, perdendo la propria identità. “Si è chiuso un ciclo politico, si tratta solo di un civismo di facciata, e con queste premesse non c’erano più i presupposti – prosegue Gozzi -. Tutte le ragioni che mi avevano indotto nel 2022 ad aderire a questo percorso civico si sono incagliate, quello nuovo che si apre ha dei margini di debolezza che ho evidenziato negli ultimi mesi”.
Le mosse centriste nel centrodestra, i partiti tornano a prendere quota
C’è voglia di qualcosa di nuovo, al centro
Tradotto, secondo Gozzi il centrodestra ha paura di perdere le prossime elezioni Comunali e si affida sempre di più ai partiti. “Prendo atto che il civismo non c’è più” sentenzia il consigliere genovese. Paolo Gozzi è quindi pronto ad aderire al Gruppo Misto, ed è in procinto di raggiungere la capogruppo Cristina Lodi (fuoriuscita dal Pd), la consigliera di Italia Viva Arianna Viscogliosi e l’ex forzista Stefano Costa, entrambi hanno lasciato la maggioranza per trasferirsi sui banchi dell’opposizione. Gozzi ha già annunciato che non si candiderà alle prossime amministrative per impegni e programmi personali, quindi il suo passaggio non è legato all’ingresso in un partito di centrosinistra. “Ci sono progetti embrionali a cui guardo con interesse come cittadino per i miei valori e ideali – ha aggiunto Gozzi -. Rivendico in generale un posizionamento politico moderato e un’area politica che in questi anni ha subìto una diaspora tra i partiti e il bipolarismo. Alla fine ho constatato che mi manca questo riferimento dal 2014”. Non è detto che Gozzi possa aderire a Comunità Democratica, il progetto che fa capo a Del Rio e Ruffini e che si ritroverà per la prima volta a Milano il 18 gennaio, ma quello che è certo è che quel movimento centrista e cattolico potrebbe richiamare chi si sente di centro, con un taglio cattolico. Nel frattempo a Genova il Gruppo Misto, numeri alla mano, si sta allargando sempre di più e i ben informati sanno che a muoversi, in queste settimane, sono soprattutto i progressisti, pronti ad allargare il raggio d’azione e a richiamare a sè i cosiddetti “insoddisfatti”.
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