Italia
Nicolò blocca la nuova giunta e Orlando deve scegliere. Gli scenari
Domani il presidente della Regione Liguria sarà in Umbria per la chiusura della campagna elettorale della candidata Donatella Tesei e così ha deciso di richiamare gli alleati nel suo ufficio oggi prima della partenza. Bucci proverà a capire se esistano oppure o i presupposti per chiudere il cerchio sui sette assessori compreso quello di Savona. Ma il puzzle non è dei più semplicii da comporre. Vediamo gli scenari.
Bucci vuole Nicolò ma non non lo vuole Fdi
Il presidente Bucci vuole a tutti i costi il professor Nicolò come suo assessore alla Sanità. Nicolò è il responsabile Salute di Fratelli d’Italia e già vice sindaco Fdi di Bucci, sicuramente un professionista conosciuto, stimato ma ad oggi è il tassello voluto da Bucci che ha bloccato la composizione della giunta. Anche se il presidente lo vuole a tutti i costi non lo vorrebbe proprio Fratelli d’Italia per vari motivi. Il leader del partito in Liguria l’onorevole Matteo Rosso è preoccupato sia per il partito che per il presidente del consiglio Giorgia Meloni che ha voluto Bucci in Regione. Sono ben noti tutti i problemi del sistema sanitario, dalle liste di attesa sino alla costruzione di nuovi ospedali. Diventare il filo diretto tra Palazzo Chigi a Piazza De Ferrari della Sanità targata Fratelli d’Italia è un forte rischio per il segretario regionale Onorevole Matteo Rosso che per questo vorrebbe evitarlo. Inoltre non intende rinunciare ai tre posti di potere gia’ decisi: presidenza del consiglio Regionale a Balleari, Simona Ferro peraltro ad ora l’unica donna in giunta, Luca Lombardi di Sanremo in quota sempre Fratelli d’Italia ma corrente del senatore Berrino.
La Lega non vuole cedere
La Lega ribadisce a gran voce la sua intenzione di non arretrare un milimetro e e vuole i due Piana, Alessio e Alessandro, in ruoli rilevanti con deleghe similari a quelle che avevano nella precedente giunta. Forza Italia ha bloccato l’assessorato per Marco Scajola e la Vicepresidenza forte sia del risultato elettorale che del peso politico dello zio Claudio su Marco Bucci
Vince Liguria, la civica del Presidente, blocca l’assessorato con Giacomo Giampedrone ottenendo due obiettivi: coprire La provincia di Spezia con un suo assessore e dare delega alla protezione civile ad uno che di esperienza ne ha molta e ha dimostrato negli anni di saperla gestire al meglio.
La posizione quindi di Nicolò scompensa molto nelle logiche politiche dei partiti: manca almeno una donna, solamente una al momento Ferro e manca un savonese in giunta.
Inoltre nell’equilibrio tra i partiti Fratelli d’Italia avrebbe 3+1 perché il Professor Nicolò non può non essere considerato del partito di Rosso/ Meloni.
Nessuno fa un passo indietro e siamo al blocco. Certo e’ che invece le soluzioni teoriche ci sarebbero per chiudere il cerchio.
Le ipotesi
Nicolò si ritira. Viene nominata assessore Ilaria Caprioglio ex sindaco di Savona e si risolve sia parzialmente il tema della presenza rosa in Giunta ( 2 su 7) sia la presenza di Savona in giunta. In tal caso non è detto che all’ex sindaco di Savona andrebbe alla Sanità dove potrebbe andare un assessore piuù esperto come ad esempio Scajola. Entra in giunta Angelo Vaccarezza coprendo Savona ma andrebbe a sbilanciare il peso di Vince Liguria di Bucci che avrebbe 2 assessori, se confermato e considerato inamovibile Giampedrone.
Bucci ritiene che gli assessori possano passare a 9 e poi nominare i sottosegretari.
In effetti per fare 9 assessori e’ necessaria una legge che dovrebbero fare a Palazzo Chigi
I sottosegretari invece devono essere deliberati da una legge regionale che quindi si potrà’ fare nel tempo ma difficilmente in meno di 5 mesi. Quindi si dovrebbe partire con la Giunta a 7 con patti e promesse di bilanciare il tutto entro 6 mesi con due passaggi per aumento degli assessori e sottosegretari con una legge o decreto nazionale (che dovrebbe garantire la premier Meloni per accontentare Bucci) ed una regionale da gestire tra i partiti nei tempi possibili.
La partita è in corso, sicuramente pensare che una regione si gestisca bene con soli 7 assessori e’ utopia. Basti pensare che ai tempi della Giunta Burlando gli assessori erano ben 12.
Orlando deve decidere
Intanto a sinistra resta una grande incognita: Orlando opterà per restare a Roma come onorevole o preferirà scegliere di guidare l’opposizione a Bucci in Regione? La legge dice che deve decidere entro 30 giorni e quindi il D Day e’ il 26 dicembre.
La sua scelta apre a diverse strade che tendono molto le corde a due pretendenti.
Se Orlando resterà a Roma in consiglio regionale dovrebbe entrare uno tra l’ex sindaco di Albenga Giorgio Cangiano e Cristina Lodi.
Qualora Orlando invece dovesse optare per la Liguria al suo posto entrerebbe in parlamento il “pinottiano” Pandolfo.
Sicuramente a sinistra gli spezzini ( Orlando e Natale) non sono certo graditi a Genova per gestire le elezioni del Comune che si dovranno tenere in data da definirsi e che i genovesi vogliono gestirsi senza intrusioni di chi, comunque. ritengono a microfoni spenti i responsabili della sconfitta elettorale stante il minimo margine, sotto al 5%, su Bucci proprio in casa loro a Spezia.
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Pd, Orlando molto nervoso sui social sbotta con un utente
Polemiche per una risposta data dal consigliere del Pd in Regione Liguria Andrea Orlando sui social a un utente che lo criticava. A riportare l’accaduto è Rocco Invernizzi, capogruppo in pectore di Fratelli d’Italia in Regione Liguria.
“Spiace che un deputato della Repubblica, espressione di un partito che crede di essere il depositario di parole come “dibattito” e “confronto”, si riduca a rispondere volgarmente sui social a un utente che abbia ‘osato’ criticarlo. Evidentemente è abituato agli esclusivi salotti romani ma non al confronto con i cittadini. Comprendo il nervosismo di Orlando per aver perso le elezioni in Liguria nonostante pensasse di vincere a mani basse, ma questo non giustifica l’uso di quei toni” commenta Invernizzi.
Orlando, in risposta alla critica di un utente, ha scritto: “…ma lei deve rompere i coglioni anche a Natale?”. Invernizzi aggiunge: “La verità è che Orlando è figlio di quella sinistra autoreferenziale e radical chic, che ha tradito i lavoratori, tagliato la sanità e salvato le banche con i soldi dei cittadini. Per fortuna, stiamo mettendo alle spalle quella brutta stagione. Si vergogni”.
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