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Matteo Salvini a Imperia: “Il Centro per rimpatrio? Ne vorrei uno sotto casa”

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IMPERIA – “Fosse per me metterei un Centro per il rimpatrio sotto casa mia”, ha commentato così l’ipotesi che nel ponente ligure ha fatto crescere le polemiche di aprire un Cpr nell’ex caserma militare Camandone di Diano Castello Matteo Salvini: il vicepremier e leader della Lega oggi è nel ponente ligure a sostegno della campagna elettorale regionale, in vista del voto del 27-28 ottobre. “Mi auguro che il governo francese sia un po’ più morbido sui respingimenti dei migranti”. Nel pomeriggio di venerdì si è svolto un primo vertice italo-francese tra il primo ministro francese Michelle Barnier e i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e degli Esteri Antonio Tajani.  

“I centri per i rimpatri sono fondamentali per espellere i clandestini: non sono centri aperti, ma chiusi. Il problema è che se prendo un clandestino oggi e non ho un centro per le espulsioni, lo devo lasciare uscire dopo un quarto d’ora. In ogni regione italiana ci vorrebbe un Cpr”

Il tema dell’immigrazione coinvolge Salvini anche per la vicenda Open Arms. “Mi sembra evidente, che c’è una parte di magistratura che fa pesantemente politica di sinistra. C’è qualche giudice che pensa di essere in un centro sociale più che in un tribunale. Se non gli piacciono leggi sull’immigrazione, si candidino alle elezioni e chiedano i voti degli italiani“.

“Ritengo di aver fatto il mio dovere, di avere bloccato gli sbarchi e conto di essere assolto. Se venissi condannato non sarebbe un problema per Matteo Salvini, ma un disastro per l’Italia. Vorrebbe dire che chiunque potrebbe venire nel nostro Paese per farsi gli affari suoi”

L’incontro con gli elettori si è tenuto in piazza San Giovanni a Imperia: Salvini ha salutato e augurato buon lavoro ai volontari del banchetto del Pd, situato poco lontano da quello del centrodestra. Si è parlato anche dell’eventuale influenza che potrà avere la vicenda giudiziaria dell’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sulle prossime elezioni regionali. “Mi spiace che i liguri debbano votare anzitempo, anche qui per un’incursione della magistratura in ambito politico. Poi, i liguri votano per la buona amministrazione e se hanno visto cambiare la loro regione e la loro terra, conto che la Lega vincerà e vincerà bene e Bucci vincerà non di poco. Lo dico col massimo rispetto per Orlando che fa il proprio mestiere, ma venire a spiegare ai liguri, che devono tornare indietro ai tempi di Burlando e che devono far finta che la loro terra non sia andata avanti, è difficile. Non invidio il candidato della sinistra”. 

“Oggi la Liguria è nella parte alta per lo sviluppo del territorio. Conto che i liguri scelgano la continuità, scelgano le infrastrutture, scelgano la crescita, scelgano le grandi opere”

(Foto da Facebook)

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Ducati in mostra al MIMIT 2024, il Blind Spot Detection per una guida più sicura

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Ducati al MIMIT 2024 con il formidabile Blind Spot Detection 1Una tecnologia innovativa inella mostra dedicata alle invenzioni italiane di successo

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Primo consiglio regionale con Bucci presidente, martedì il giuramento

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C’è attesa per l’insediamento di Marco Bucci alla presidenza del consiglio regionale, dopo la vittoria alle Regionali del 27 e 28 ottobre scorsi. La data fissata sul calendario è quella di martedì 26 novembre.

Tra “vecchi” e “nuovi”

L’oramai ex sindaco di Genova siederà sulla poltrona più prestigiosa di via Fieschi e presterà giuramento per il suo nuovo percorso. La convocazione è stata diramata per le 11 e quella che andrà in scena sarà una seduta rigida, da protocollo. In via provvisoria, ovvero fino all’elezione del presidente, sarà presieduta dal consigliere anagraficamente più anziano, Giovanni Boitano, che sarà coadiuvato dai due consiglieri più giovani, Federico Bogliolo e Federico Romeo, che avranno il ruolo di segretari.

Le tre fasi della mattinata

Il primo step sarà la nomina della giunta per le elezioni che è composta da cinque membri (eletti in modo tale da garantire la rappresentanza dei gruppi in rapporto alla loro consistenza numerica), che entro un mese dall’insediamento è tenuta a proporre all’assemblea la convalida degli eletti, dopo aver verificato se esistano condizioni di ineleggibilità e/o incompatibilità, relativamente a ciascuno dei componenti dell’assemblea. Nella seconda parte della mattinata si terranno le votazioni separate dell’ufficio di presidenza. Il presidente e il vicepresidente dell’assemblea legislativa sono eletti a scrutinio segreto in un’unica votazione: ogni consigliere potrà esprimere nella scheda un solo nome in modo tale da assicurare la rappresentanza delle minoranze. I profili, a onor del vero, sono già stati individuati: come presidente del consiglio regionale è stato indicato Stefano Balleari, in quota Fratelli d’Italia; come vicepresidente il dem Roberto Arboscello; e infine il consigliere segretario sarà il forzista Angelo Vaccarezza. A seguire si terrà il giuramento del presidente della giunta regionale Marco Bucci che giurerà fedeltà alla Costituzione della Repubblica e allo Statuto secondo la formula indicata dall’articolo 11 del regolamento interno. Nella prima seduta non si terrà nessuna forma di dibattito.

Cosa cambia nell’aula di via Fieschi

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Entro dieci giorni, quindi il martedì successivo, 3 dicembre, Bucci presenterà al consiglio la giunta (già ufficializzata lunedì scorso, 18 novembre ndr) e il programma della sua maggioranza. Il 10 dicembre invece, andrà in scena il dibattito con la minoranza e i lavori dell’aula inizieranno a entrare nel vivo. Il consiglio regionale della nuova legislatura 2024-2029 sarà composto da 17 consiglieri di centrodestra e 14 di centrosinistra, nella scorsa presieduta da Giovanni Toti lo scarto era maggiore, 13 a 18. Sono quindici i nuovi assessori, su trenta totali, a cui si aggiunge il presidente Marco Bucci. Su questi sono solo cinque le donne che si siederanno sugli scranni dell’aula.

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Italia

Per i maliani siamo razzisti. Però restano qui

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Ilaria Cucchi porta in Senato l’associazione degli immigrati dal Paese africano e il fratello di Moussa Diarra, ucciso a Verona dall’agente che stava per colpire. Da loro non sarebbe successo, dicono. Lo spieghino alle toghe che ritengono quello Stato «insicuro».

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