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Civismo a Genova, Bogliolo: “Noi Moderati a Tursi? Non è necessario”
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Cos’hanno in comune Federico Bogliolo e Federico Romeo? Non solo il nome, non solo il doppio ruolo (entrambi presidenti di Municipio e consiglieri regionali), ma anche l’età. Bogliolo è il più giovane dell’aula, per pochi mesi. Cosa li distingue? La fede politica, uno di centrodestra, l’altro di centrosinistra. Il primo rivendica il suo civismo, il secondo nasce e cresce nel Partito Democratico. Entrambi sono agli albori in consiglio regionale e si stanno rodando in una nuova dimensione istituzionale. “Per certi aspetti è molto simile al ruolo sia comunale che municipale, per altri è decisamente diversa, perché cambia il metodo di lavoro adottato che in regione affronta e comprende delle tematiche sicuramente più ampie, ma al tempo stesso poi il punto, l’obiettivo che si va a raggiungere e che si va a perseguire è lo stesso, lo stesso che si affronta in municipio e lo stesso che si affronta in comune, ovvero il riscontro diretto nella quotidianità e sul territorio” spiega a Primocanale Federico Bogliolo.
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Bogliolo, lei è anche presidente del Municipio Levante, arriverà fino a fine mandato? Considerando che una data per le elezioni ancora non c’è e qualcuno ipotizza si possa arrivare alla primavera 2026.
“Secondo quelle che sono le notizie che ci sono state fornite in questo periodo, durante l’amministrazione regionale, assolutamente sì, arriveremo fino a fine mandato, ovviamente salvo ulteriori comunicazioni da parte delle autorità competenti quindi delle autorità comunali ma anche dalle autorità ministeriali che poi sono le figure istituzionali deputate a pronunciarsi su eventuali richieste di parere nel merito. È logico che oggi, secondo un’analisi e un’interpretazione della normativa nazionale, ma anche di quella regolamentare comunale, sembra che effettivamente la possibilità e la compatibilità tra i due ruoli ci sia, quindi proseguiamo in quella che è la nostra attività sul territorio e arriveremo ovviamente fino alle future elezioni anche se non sappiamo ancora quando si voterà”.
Quindi riesce a muoversi parallelamente su due binari: come si dividono in questi giorni le sue giornate?
“L’attività di questi giorni è un’attività che si differenzia tra il territorio e l’ambito istituzionale municipale, in questi giorni stiamo seguendo il bilancio e siamo chiamati a fornire il parere all’amministrazione centrale. A questo si aggiunge una serie di attività direttamente sul territorio, fatta di sopralluoghi, monitoraggi di quelle che sono le criticità sul fronte municipale. A livello regionale il lavoro si sposta in consiglio, in via Fieschi, e comprende tutti quelli che sono gli incontri legati alla regione, insomma giornate molto piene ma delle quali ovviamente sono felice, sono orgoglioso anche per il doppio ruolo, un ruolo che mi dà tanta energia per fare bene, quindi non lo vedo come un problema, non la vedo come una criticità, come una perdita di tempo, la vedo come una possibilità molto importante per fare ancora meglio”.
In campagna elettorale Bucci ha lavorato su alcuni must, che dovrà portare avanti da presidente. Su cosa pensate di concentrarvi maggiormente?
“Abbiamo ascoltato qualche giorno fa il programma di governo presentato dal presidente Bucci in consiglio regionale e ci sono diverse tematiche sulle quali abbiamo già iniziato a lavorare, a partire dalle infrastrutture, dalla difesa del suolo, fino ad arrivare alla sanità, e ancora le tematiche legate al terzo settore, al sociale e anche allo sport. E poi c’è il tema della sanità, che è molto spinoso, ma che vogliamo affrontare da subito perché non ci tiriamo indietro. È stato molto significativo la settimana scorsa, come prima delibera della giunta regionale recentemente riunitasi, una variazione di bilancio dal fondo sanitario nazionale per 96 milioni e 500 mila euro, quindi una variazione di bilancio volta a colmare quel gap, quel debito che si era creato e che consentirà, si spera ovviamente nell’immediato futuro, di avere dei riscontri diretti nella quotidianità. Parliamo ovviamente della possibilità di prenotare degli esami, della possibilità di prenotarli in tempistiche ragionevoli e non di dover aspettare 6-7 mesi. Ma non solo la sanità, per noi è importante concentrarci anche sulle infrastrutture perché la volontà dell’amministrazione è quella di portare a compimento opere importanti come Terzo Valico, Gronda, Tunnel Subportuale, Diga ma anche il Tunnel della Valfontanabuona, perché come Vince Liguria vogliamo concentrarci molto su questo. Si tratta di un’opera da 250 milioni di euro che al momento è in approvazione al ministero competente a Roma e sulla quale stiamo lavorando molto. Insomma, ci sono tante cose da fare, tanti tempi da affrontare ma noi siamo sicuramente volenterosi di farlo”.
Parliamo di politica Bogliolo: è innegabile che ci sia un po’ di tensione tra le due civiche pure Vince Genova, Vince Liguria e Noi Moderati, nonostante in consiglio regionale sia nato il gruppo Vince Liguria-Noi Moderati. Cosa sta succedendo? Vince Genova/Liguria vogliono mantenere la propria identità?
“Allora, io farei una differenziazione, da una parte ovviamente c’è Vince Genova che è una lista civica nata sette anni fa, quindi con le comunali del 2017 e che ricomprendeva e aveva al proprio interno tutta una serie di ideologie civiche di persone che lavoravano e che hanno lavorato in questi anni sul territorio. Oggi c’è una rappresentanza molto importante che comprende tutti i nuovi municipi genovesi e il consiglio comunale, una delle liste sicuramente più forti e più rappresentative in ambito comunale. Poi dall’altra parte c’è Vince Liguria, una neo lista civica nata durante le elezioni regionali di qualche settimana fa e che ha visto aggiungersi al proprio nome in sede di costituzione del gruppo quello che è il partito di Noi Moderati”.
Quindi tutto sotto controllo? Non c’è il rischio che si crei un vero e proprio dualismo?
No, non si tratta di due liste in contrapposizione che dialogano in maniera negativa tra di loro, ma è un qualcosa di positivo rivolto al futuro perché Noi Moderati è un partito a livello nazionale che riprende perfettamente quelle che sono le ideologie civiche di consiglieri, amministratori e di persone che lavorano sul territorio. Quindi io penso che la lista civica di Vince Liguria trovi perfettamente spazio all’interno di quelli che sono i pensieri e i valori degli amministratori nazionali del partito politico a livello nazionale capeggiato e coordinato dal presidente Lupi, quindi direi che grossi problemi non ce ne sono”.
Bogliolo vuole dire che è solo narrazione e dietrologia giornalistica?
“No neanche, io direi che secondo me in questo caso noi abbiamo due realtà, una a livello regionale e una a livello nazionale che si sposano perfettamente in termini di ideali, di valori e che allo stesso modo sono in grado di lavorare perfettamente tra di loro e di farlo sul territorio. Si tratta di qualcosa di diverso invece per Vince Genova, perché Vince Genova è un qualcosa che è nato tempo fa e comprende tutta una rappresentanza come dicevo di amministratori locali, sarebbe un po’ diverso logicamente lavorare a una sorta di fusione, di unione, tra due realtà distinte”.
Quindi mi sembra di capire che su Genova la lista civica sia ben radicata e non abbia bisogno dell’appoggio di Noi Moderati? Secondo lei il partito di Lupi e Ilaria Cavo sta preparando l’ingresso in consiglio comunale?
“Direi che comunque ci sono già dei profili politici, dei consiglieri che si rivedono magari per quanto riguarda i loro ideali in Noi moderati a livello nazionale, nello specifico non se ne è più parlato negli ultimi giorni, però non ne vedrei l’esigenza e la necessità di vedere Nm in consiglio comunale. Perché, ripeto, consiglieri comunali, amministratori pubblici a livello comunale che già si rivedono in un’idea di Noi Moderati ci sono e stanno lavorando bene sul territorio con i gruppi politici ai quali appartengono, quindi non vedo l’esigenza e la necessità di stravolgere le carte a pochi mesi dalle elezioni”.
L’ultima domanda Bogliolo me la consenta sul comune di Genova: il suo municipio ha tenuto, come si suol dire, ma cosa non ha funzionato a Genova, dove il centrodestra ha perso quasi dieci punti percentuali? C’è preoccupazione in maggioranza?
“Sicuramente più che preoccupazione, c’è uno spirito di analisi e di guardarsi allo specchio in merito a quello che è successo nei mesi passati, soprattutto nel momento preelettorale. Io non dico che qualcosa non sia stato fatto, però un’attenzione ulteriore e maggiormente pregnante verso il territorio e quelle che sono le esigenze legate alla quotidianità penso possa essere molto importante, questo per tutte le elezioni, dalle Comunali ma lo abbiamo visto anche alle Regionali. È importante il riscontro diretto con il cittadino, per quello che il cittadino vede quando esce di casa, quindi parlo di decoro urbano, parlo di pulizia, della questione dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti, le manutenzioni ordinarie ma anche quelle straordinarie. In questi mesi dovremo cercare di stare vicino al territorio, vicino al cittadino e dare dei riscontri diretti. Per farlo dovremo concentrarci sul bilancio. Abbiamo visto in questo bilancio, in questo piano triennale che andrà a votarsi nei prossimi giorni in consiglio comunale a Genova, molta attenzione per la quotidianità, per le manutenzioni ordinarie e per il territorio. Questo penso che sia un punto di partenza e uno stimolo ulteriore importante per fare bene sul territorio in questi mesi che mancano alle elezioni comunali”.
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Regione Liguria, passi avanti per i due nuovi assessori in più
Sin dal principio il presidente della Regione Marco Bucci ha espresso la volontà di avanzare la richiesta di poter lavorare con un maggior numero di assessori, senza che questo ovviamente porti a costi aggiuntivi. Il tema è stato uno di quelli al centro dell’incontro che Bucci ha avuto a Roma con la premier Giorgia Meloni. ” La cosa può andare avanti c’è già un emendamento proposto dalla conferenza Stato Regioni, quindi si tratta solo di decidere come portarlo avanti e in quale date – spiega il presidente a Terrazza incontra su Primocanale – Non siamo l’unica regione a spingere per questo. Anche la Puglia, che tra l’altro ha un governo di centrosinistra, ha ridotto il numero degli abitanti sotto i due milioni e quindi si trova costretta ad abbassare il numero degli assessori a sette ma ha tutta l’intenzione che questo non accada. Questa legge è stata fatta tempo fa con diciamo intenti di un altro tipo, non quelli che abbiamo noi. Gli assessori servono per lavorare, non per fare attività demagogica: servono per lavorare e lavorare meglio”
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