Italia
Incognita Comunali, ecco quando vorrebbero votare i partiti
Genova e i genovesi si interrogano sul futuro della città, a testimoniarlo anche i sondaggi che Primocanale sta realizzando sul territorio, tra la gente. E quindi, quando si vota realmente? Le ipotesi si rimpallano, ma una data certa ancora non c’è.
Al momento la situazione è “nebulosa”
La prima finestra utile sarebbe quella tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025. Non è un traguardo così scontato però, se si ragiona in ottica di election day, in termini di risparmio economico. Nel 2020, quando l’Italia era travolta dall’emergenza covid, le elezioni slittarono in autunno ed è in quel periodo (autunno 2025 ndr) che potrebbero traghettare le regioni e le città che andranno alle urne. L’obiettivo per la prossima primavera è quello di accorpare il voto con i referendum sull’autonomia e sulla cittadinanza, che sembrano però ancora in alto mare. Se non si riuscisse a farle confluire, potrebbe concretizzarsi un volata in avanti, nell’autunno 2025 o addirittura nella primavera 2026, anche a causa dell’approvazione del bilancio, alla fine di ogni anno. Ma quello che circola in ambienti tecnici è che, per farlo, servirebbe un decreto legge con altre scadenze elettorali. Nel 2020 si era votato posticipatamente rispetto alla scadenza, quindi o si torna a votare in anticipo per normalizzare i tempi, o si slitta di sei mesi. Primocanale ha aperto la discussione: che cosa ne pensa la politica? Ne “Il programma elettorale di Primocanale, verso le Comunali” è andato in scena un dibattito acceso sulla “preferenza”. E come avevamo già previsto e preannunciato, a sperare in un rinvio è soprattutto il centrodestra, dopo la vittoria sì alle Regionali, ma la sconfitta nel capoluogo ligure di circa dieci punti percentuali.
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Il centrosinistra ha fretta, il centrodestra frena
“Egoisticamente io vorrei che si votasse il più tardi possibile, credo sarebbe utile a livello di centrodestra perché è importante riassestarsi dopo che molti di noi sono stati impegnati a livello di energie, sia singolarmente che come compagine – commenta a Primocanale l’assessore al Marketing territoriale Francesca Corso (Lega) -. Ritengo anche che sarebbe utile per non rendere drogato, nel bene e nel male, il voto della amministrative dalle Regionali. Si dice non esserci connessione tra il voto delle Regionali e le Comunali, ma di fatto Genova si è colorata di rosso e chi è all’opposizione conduce una campagna elettorale che arriva alla pancia della gente. Nelle votazioni di ottobre c’è stato un astensionismo altissimo che premia il centrosinistra e ostacola il centrodestra, ma credo che le amministrative appassionino di più i cittadini”. Diametralmente opposta l’opinione del centrosinistra, che è uscito sconfitto di poco più di 1% dalle Regionali ma che ha riconquistato una roccaforte rossa come Genova. “Io credo che si debba votare il prima possibile, altrimenti ci ritroveremmo per un anno e anche di più in campagna elettorale, invece bisogna andare a votare – incalza il consigliere comunale del Partito Democratico Alberto Pandolfo -. Altrimenti ci sarà spazio solo per le promesse del farò, le promesse elettorali di chi mette denaro e può farlo su questioni che lo riguardano e non servono alla città”.
Si media al centro
Anche la consigliera comunale del Gruppo Misto, in quota Italia Viva, Arianna Viscogliosi, si dice favorevole a chiudere la partita entro sei mesi. “Andrebbe bene nella finestra tra marzo e giugno – ha spiegato Viscogliosi -. Credo questo per un discorso di cittadinanza, secondo me in questo momento c’è instabilità e ci sono difficoltà nell’amministrare il comune. Già la regione si è fermata a maggio, penso che palazzo Tursi, con l’abbandono di Bucci e l’amministrazione sospesa, abbia bisogno di chiarezza, trasparenza e di una situazione amministrativa e politica definita”. Per Liguria al Centro, di cui fa parte Nicholas Gandolfo, nata sotto la scia di Giovanni Toti, è importante sapere quando si andrà a votare. “L’amministrazione che ha un vicesindaco può portare avanti il suo ciclo amministrativo com’è giusto che sia, anche perché a breve andremo a votazione per il bilancio che sarà necessario per la città, noi continueremo a portare avanti i nostri temi e i progetti e ci presenteremo coesi per quando saremo chiamati alle urne” ha ribadito Gandolfo.
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Vittoria o sconfitta possono passare dai tempi
La preoccupazione, in casa centrodestra, è che si perdano pezzi (consiglieri comunali ndr) per strada: dal passaggio al Gruppo Misto di Arianna Viscogliosi (Italia Viva) a quello di Stefano Costa (Forza Italia), in dissenso con il suo partito e la maggioranza. Adesso, numeri alle mano, diventano potenzialmente decisivi quando l’aula vota. Insomma, il centrosinistra vuole andare a votare il prima possibile, per non sprecare un vantaggio di quasi dieci punti percentuali, che sono al momento un’indicazione dalla quale ripartire; il centrodestra inebriato dalla vittoria alle Regionali deve però fare i conti con la sconfitta a Genova e per farlo ha bisogno di più tempo prima che le urne vengano riaperte. Su Primocanale il dibattito continua.
Italia
Comunali, fuori dalla destra e dalla sinistra spunta il nome di Anna Pettene
C’è un altro mondo civico, che non si ritrova né a destra né a sinistra, e che si muove sottotraccia per provare a presentarsi alle prossime Comunali di Genova. Non c’entra, almeno fino a oggi, con il saggista e liberal socialista Andrea Acquarone, che in queste settimane è stato molto attivo nel cosiddetto sottobosco centrista e di sinistra. Non c’entra altresì con l’avvocato Filippo Biolé che si è autocandidato, grazie alla spinta di un gruppo di persone, e che ha superato di poco le 500 firme.
Un profilo della società civile
Stiamo quindi parlando di un gruppo di professionisti, intellettuali, accademici, che fanno capo al mondo universitario, che si riconoscono in un civismo puro, al cento per cento. Il progetto, in embrione da tempo, è nato dopo alcuni incontri propedeutici a un percorso di unità d’intenti verso le Comunali della prossima primavera, che vede capofila l’Ordine degli Ingegneri. Il programma ci sarebbe già, è stato infatti stilato in queste settimane. Si tratta di un programma chiaro e semplice, diviso in cinque punti, con inclinazioni anche nel mondo portuale, fanno sapere a denti stretti gli organizzatori, che al momento non vogliono uscire allo scoperto. Dietro ci sarebbe un esponente di spicco, ex Partito Democratico, che dopo la fuoruscita dai dem ha deciso di attivarsi, tracciando un percorso verso palazzo Tursi. Questo gruppo di intellettuali, professori e universitari avrebbe individuato in Anna Pettene la potenziale candidata a sindaco. Pettene è la moglie di Edoardo Garrone, sul proprio profilo Facebook si definisce madre di Francesco, Giulia e Vittoria. È avvocato di professione, presidente dell’Osservatorio sul bullismo, mediatore familiare e autrice di Like. Tra le sue grandi passioni il golf.
Uno sguardo a sinistra (forse)
Al momento il suo nome è quello che più incarna il profilo ideale per questa lista civica, pura. Nei prossimi giorni sono attesi degli incontri proprio con Pettene per sondare la disponibilità ma le pressioni sul suo nome pare siano tante. E arrivano da più fronti. Anna Pettene, impegnata nel sociale, sarebbe spinta anche da una parte del mondo portuale. Da quello che si apprende, ci sarebbe la disponibilità di un armatore del porto di Genova a investire sulla campagna elettorale dell’avvocato. I propositi sono buoni, la struttura dovrebbe consolidarsi sempre di più, e alle porte sono previsti due incontri focali: uno già nella giornata di domani, un altro giovedì prossimo, 23 gennaio, nella sede dell’Ordine degli Ingegneri alle 18. La riunione potrebbe essere il primo vero passo verso la conferma, o meno, di Anna Pettene. Le strade (successive) sarebbero due: un percorso in solitaria della lista civica, che non si ritrova né con il centrodestra né con il centrosinistra, che potrebbe poi convergere al ballottaggio, presumibilmente più con il campo progressista (ma non è così scontato, conterà molto il contenuto del programma presentato dai due schieramenti ndr); o uno scioglimento ancor prima di nascere che porterebbe a un possibile tavolo di incontri con il Pd e gli altri potenziali alleati. Ma l’intenzione, da quello che si apprende, è proprio quella di correre, sì, ma in solitaria.
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