Connect with us

Italia

Il sistema “Beccaria”

Published

on

Cosa sia davvero successo nel carcere minorile Beccaria di Milano sarà la magistratura a dirlo. Ma ciò che emerge, fa già paura

Cosa sia davvero successo, nel carcere minorile Beccaria di Milano, lo accerterà la magistratura. Certo i racconti messi a verbale nell’inchiesta che ha portato in carcere 13 agenti di polizia penitenziaria, fanno rabbrividire. Altri otto sono stati sospesi dal servizio. In pratica la metà del corpo di polizia penitenziaria dell’istituto.

Un ragazzo racconta di un tentativo di violenza sessuale, da parte di un agente. Un altro, dei calci in faccia con gli stivali, delle cinghiate ai genitali. «Sono arrivati sette assistenti, mi hanno messo le manette e mi hanno cominciato a colpire. Me le hanno messe coi polsi dietro la schiena. Io ho un problema alla spalla sinistra e mettendomele con forza mi è uscita, mi è uscita la spalla… Gli dicevo: ‘Per favore toglietemi queste manette che mi sta uscendo la spalla‘”.

«Hanno cominciato a darmele, con forza. Il primo colpo è stato uno schiaffo, il secondo un pugno, il terzo è stato un calcio nelle parti intime e da lì ho visto tutto nero, vedevo tutto nero. È l’ultima cosa che ricordo… Mi hanno sputato addosso». Questo solo uno dei racconti dei detenuti, racconti che andranno certo verificati. Le violenze, secondo i ragazzi, avvenivano praticamente senza motivo, e sempre dove non c’erano le telecamere.

Ma oltre ai racconti dei minori, quello che fa rabbrividire sono le intercettazioni degli stessi agenti finiti sotto inchiesta per lesioni, maltrattamenti, tortura, falso e una tentata violenza sessuale. «Manco la mamma li riconosceva per quanti schiaffi hanno preso» dice uno degli agenti intercettati. Tanto che poi, quando le telecamere vengono installate, fra gli agenti si scatena il panico. «Lo hanno preso da sopra e lo hanno scassato di mazzate, le immagini sono devastanti» dice ancora uno degli intercettati.

Un “sistema Beccaria”, così è stato ribattezzato dalla stampa ma ovviamente cosa sia accaduto sarà l’inchiesta a chiarirlo. Di certo, lo spaccato che ne emerge è allucinante. Per i numeri, degli agenti coinvolti. Per i racconti, tanti, e concordi, dei ragazzi. Perché chiunque indossa una divisa dovrebbe essere l’esempio. La legge. Non il suo contrario.

di Annalisa Grandi

L’articolo Il sistema “Beccaria” proviene da La Ragione.

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]
Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Italia

Garlasco, qualche domanda. Non sulle indagini

Published

on

By

Comunque vada a finire la nuova indagine su Garlasco, lo spettacolo offerto è già ai limiti dell’inconcepibile. Non sappiamo a chi, ma bisognerà chiedere scusa a qualcuno quando la polvere si sarà posata

Altri molto più ferrati, esperti e anche appassionati del sottoscritto scriveranno certamente meglio del “giallo di Garlasco“. Delle clamorose novità delle ultime settimane e del vero e proprio colpo di scena che da 48 ore fa parlare tutto il Paese. Inteso come Italia, perché ormai Garlasco è quasi più un sinonimo che un luogo. Non spenderò una parola su impronte, ipotesi, indagati, presunti colpevoli e presunti innocenti. Non è il mio pane, pur sapendo che è impossibile sottrarsi alle infinite discussioni. Logico e inevitabile.

Qualche considerazione, però, è doverosa. Comunque vada a finire questa storia che non sappiamo neppure come definire – inchiesta bis ci pare poco – la credibilità dell’ordine giudiziario subirà un colpo molto severo. Lo spettacolo offerto è ai limiti dell’inconcepibile, con i vecchi titolari di indagini durate 10 anni che se ne vanno in giro fischiettando o altri che continuano a ripetere che quell’uomo non poteva essere condannato in punta di diritto. Pensiamo, uno per tutti, al giudice dell’assoluzione di secondo grado.

Chi indaga oggi non parla e fa benissimo, ma come al solito tutto arriva ai giornali, alle televisioni e tracima nei social. Il controllo sulla riservatezza degli atti dell’inchiesta traballa. Chiunque si improvvisa esperto forense, sa, sottolinea, riporta, accusa e assolve. Noi giornalisti ci gettiamo a corpo morto sulla notizia “che funziona“. Ne sto scrivendo, quindi faccio parte del circo e non è necessario che me lo si ricordi. Almeno evito di iscrivermi a uno dei due partiti – colpevolisti o innocentisti – che nelle ultime settimane hanno assistito a poderosi travasi di chi per anni aveva costruito ore di trasmissioni o versato bit a manetta sull’ipotesi opposta a quella oggi favorita.

Poi ci sarebbero le vite distrutte, di nuovo date in pasto a una curiosità che oggi non ha alcun limite.
Non sappiamo a chi, ma siamo certi che bisognerà chiedere scusa a qualcuno quando la polvere si sarà posata.

Un ultimo pensiero non può che essere rivolto ai genitori di quella povera ragazza. Abbiamo letto l’indiscrezione secondo cui la procura giudicherebbe incomprensibile la diffidenza della famiglia nei confronti della nuova indagine. L’unica cosa che ci appare incomprensibile – ove fosse vero – è come non si possa comprendere la violenza di un incubo che ritorna. I genitori di Chiara Poggi non sono magistrati, carabinieri, periti, esperti o editorialisti. Sono mamma e papà. Alle prese da 18 anni con un dolore che non abbiamo neanche la capacità, nella nostra lingua, di definire con un termine.

Cosa dobbiamo chieder loro? Di tifare per uno dei partiti di cui sopra? Di abbracciare una tesi, dopo che per quasi vent’anni ne sono state annunciate e triturate un numero di cui abbiamo perso il conto? Chi indaga cerca la giustizia e lo fa in nome del popolo italiano e ha un obbligo morale nei loro confronti. Punto. Non deve aspettarsi ‘comprensione’. Ci vuole rispetto.

Di Fulvio Giuliani

L’articolo Garlasco, qualche domanda. Non sulle indagini proviene da La Ragione.

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]
Continue Reading

Italia

Dacia Bigster GPL mild hybrid a da 140 cv, aperti gli ordini

Published

on

By

Prezzo da 24.800 euro, autonomia fino a 1450 km. Efficiente e versatile

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]
Continue Reading

Italia

Omoda 3, il nuovo B-Suv Chery con design mecha e interni … spaziali

Published

on

By

Arrivo nel 2026, prezzo da 20.000 euro

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]
Continue Reading

Tendenza

Via Molino delle Armi, 49, 20123 Milano MI. Copyright © 2017-2024 giorno24.it