Italia
Il Pd in consiglio regionale, è attesa sulle nuove nomine
Sono ore e giornate concitate, sia in piazza De Ferrari che in via Fieschi. Da una parte la formazione della giunta di Marco Bucci, arrivata al fotofinish nella giornata di ieri, dall’altra la riorganizzazione dei partiti che prenderanno parte al nuovo consiglio regionale.
La nuova (vecchia) squadra del presidente Bucci
Il presidente della Regione ha trovato la quadra a pochi minuti dalla conferenza stampa di presentazione, quando al centro dello scontro c’era l’assessorato più spinoso, quello alla Sanità, che sembrava dover passare dalla mani di Nicolò a quelle di Castanini. Alla fine ad avere la meglio è stato l’oculista genovese, non senza tensioni e nervosismi. Questo per quanto riguarda la maggioranza, che si appresta a iniziare ufficiosamente la nuova legislatura, che sarà consacrata martedì prossimo, 26 novembre, con il primo consiglio regionale. La squadra è pronta, gli assessori ci sono, sette in tutto (almeno per il momento), in attesa che il numero possa essere allargato a nove. Quattro gli esponenti di centrodestra confermati dalla scorsa giunta di Giovanni Toti, tre i volti nuovi: Massimo Nicolò (tecnico con la tessera di Fratelli d’Italia), Luca Lombardi di FdI e Paolo Ripamonti della Lega. Ripescati, invece, gli assessori uscenti Alessandro Piana, Marco Scajola, Simona Ferro e Giacomo Giampedrone.
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Sorrisi per Emilia e Umbria, ma il Pd in Regione è in stand by
Questo per quello che riguarda la maggioranza capitanata da Marco Bucci; dall’altra parte della barricata il centrosinistra festeggia il risultato di Emilia Romagna e Umbria, che ha visto trionfare Michele de Pascale e Stefania Proietti, con il cosiddetto campo largo, se non larghissimo. Insomma, è finita 2-1 per il campo progressista, ma in Liguria la sconfitta scotta ancora. Molti scommettevano in un 3-0, che sarebbe suonato come un segnale forte al governo (stabile) di Giorgia Meloni. E allora se la richiesta è quella di ripartire da lì, in vista anche delle Comunali che si terranno a Genova nei prossimi mesi, il Pd in via Fieschi è in attesa di distribuire i ruoli. La fumata nera è andata in scena nelle scorse ore, quando ancora non si era trovato l’accordo tra gli otto/nove consiglieri dem. Nella giornata odierna dovrebbe tenersi un nuovo incontro nelle stanze del consiglio regionale, per provare a chiudere una partita fondamentale per l’opposizione. I dem infatti sono il gruppo consiliare più ampio, otto gli eletti, a cui si aggiunge il deputato Andrea Orlando, che a dicembre scioglierà le riserve rispetto a una permanenza o meno in Liguria, che lo incoronerebbe capo della minoranza. Oneri e onori per il Pd ligure, che sarà chiamato a capitanare l’opposizione in aula, con i vecchi (Armando Sanna, Davide Natale, Roberto Arboscello ed Enrico Ioculano) e i nuovi esponenti (Katia Piccardo, Federico Romeo, Simone D’Angelo e Carola Baruzzo). Entro una settimana i ruoli dovranno essere ripartiti, a partire da chi sarà il nuovo capogruppo, e in vantaggio pare esserci sempre il segretario regionale Davide Natale; si dovrà poi decidere chi sarà il suo vice, oltre a indicare il nome del vicepresidente del consiglio regionale. Il profilo uscente è quello di Armando Sanna, che non disdegnerebbe di ripetere l’esperienza, forte anche delle sue oltre 8 mila preferenze raccolte. Ma l’ex sindaco di Sant’Olcese è insidiato da Katia Piccardo e Roberto Arboscello. Le riserve dovrebbero essere sciolte nel giro di poche ore.
Orlando e la giunta “misogina” di Bucci
Nel frattempo il candidato alla presidenza di Regione Liguria Andrea Orlando attacca, e commenta, la nuova giunta dell’oramai sindaco uscente di Genova. “La giunta Bucci e i suoi orpelli sono un pastrocchio misogino. A tutti auguriamo buon lavoro” ha scritto sui propri profili social Orlando. L’ex ministro si riferisce alla composizione della squadra di governo, della quale fanno parte sei uomini e una sola donna. Era stato lo stesso Bucci ad anticipare che avrebbe lavorato per accrescere il numero di donne. E alla nostra domanda, così aveva risposto durante la conferenza stampa di presentazione di ieri pomeriggio.
Una donna in giunta, Bucci: “Dispiaciuto ma rappresentate in altri ruoli”
Italia
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Italia
“Il programma elettorale lo fate voi”, a Pegli: “Ci sentiamo dimenticati”
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Pulizia, cura del verde, miglioramento della qualità balneabilità delle acque “oggi scarsa”, stop all’espansione del porto di Prà, sì alla delocalizzazione dei depositi costieri di Carmagnani e Superba, no all’ipotesi progettuale del nuovo casello di Pegli che passerebbe proprio sotto i depositi: ecco una sintesi delle domande dei pegliesi al futuro sindaco di Genova, raccolte nella nuova tappa de “Il programma elettorale di Primocanale lo fate voi”.
Italia
Raffaella Paita soddisfatta del Ddl vittime incuria
Via libera al Senato al disegno di legge che introduce benefici per le vittime di cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali e autostradali di rilievo nazionale.
Di cosa si tratta
Il provvedimento, nato su iniziativa del Comitato ‘Ricordo vittime del ponte Morandi’, prevede una serie di interventi in favore delle vittime, dei loro familiari e delle persone danneggiate da eventi simili. Lo Stato interverrà in termini di sostegno alle vittime, grazie alla costituzione di una misura di civiltà sociale e giuridica necessaria. Ora manca solo il voto finale alla Camera, e il provvedimento diventerà legge.
Il commento della senatrice Paita
“Questa è una giornata importante per il Parlamento, perché considero l’atto di oggi doveroso per le vittime del crollo del ponte Morandi e di tutti gli altri incidenti per incuria delle infrastrutture. Un percorso iniziato con il primo disegno di legge a mia prima firma con Alessia Rotta. Una reazione a quell’immane tragedia che ha provocato 43 vittime, e che ha segnato un momento doloroso per Genova, per la Liguria e per tutto il paese. La persona che voglio ringraziare più di tutti è la presidente del comitato delle vittime Egle Possetti, per la dignità e la tenacia con cui ha portato avanti la battaglia per le vittime del Morandi e contro l’incuria e l’assenza di manutenzione delle infrastrutture nel nostro paese. Istituzionalmente si tratta quindi di qualcosa di doveroso. Ma c’è ancora qualcosa che non va ed è il tema della capacità di controllo del pubblico sul privato per tutte le concessioni, ferroviarie, portuali, stradali, autostradali, per avere il margine di rischio il più possibile ridotto. Su questo dobbiamo lavorare in modo il più possibile coeso”.
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