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Italia

Crucioli risponde a ‘diario di indagato’

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Il consigliere comunale di Uniti per la Costituzione Mattia Crucioli risponde al dibattito aperto da Maurizio Rossi nel suo ‘diario di un indagato’ (Leggi qui)

Caro Maurizio, ho letto con interesse il tuo articolo in cui evidenzi la faziosità di certi media. Da tempo mi sono reso conto che la linea editoriale di giornali e tv condiziona pesantemente il lavoro dei giornalisti e che quasi sempre le notizie vengono confezionate in maniera strumentale: non per informare bensì per orientare l’opinione dei lettori.

C’è quasi sempre un secondo fine che determina il sensazionalismo dei titoli e il taglio degli articoli. Ovviamente ci sono, come in tutte le categorie, giornalisti più refrattari ai condizionamenti e quelli naturalmente inclini a storpiare i fatti per compiacere i propri editori; questi ultimi non si fanno scrupolo di colpire personalmente i propri obiettivi, con fredda noncuranza dei danni che possono arrecare; in passato ho definito questi ultimi “killer prezzolati” ricevendo per questo una querela, una citazione per risarcimento danni e un comunicato al vetriolo da parte del sindacato dei giornalisti (ci tengo a ricordare che entrambi i giudizi si sono conclusi favorevolmente per me).

Purtroppo la maggior parte della gente non si accorge di tutto ciò, almeno fino a quando non vive un’esperienza diretta che la porti a toccare con mano la distanza tra la realtà e le notizie che vengono diffuse. Sono quindi perfettamente d’accordo con te quando dici che sarebbe utile che ogni giornalista potesse vivere, almeno una volta, cosa si prova ad essere “dall’altra parte”.

In conclusione, al di là della tua vicenda giudiziale (dalla quale mi auguro tu possa uscire assolto), penso che il tema di come garantire una informazione libera sia in assoluto il più importante per la nostra moribonda democrazia e ci tengo a dire che la tua televisione è stata tra i pochissimi media che hanno trattato me e la mia parte politica in maniera imparziale, dando un certo spazio anche alle mie posizioni più divisive (come ad esempio la contrarietà alla trattativa con Autostrade, la critica al green pass, la contrarietà all’invio di armi all’Ucraina o la solidarietà ai Palestinesi): ciò è avvenuto nonostante io non abbia mai pagato un euro in pubblicità alla tua azienda.

Per questo, e per la qualità (anche tecnica) della tua emittente, che fornisce un servizio pubblico indiscutibile, voglio pubblicamente ringraziarti in questo momento per te così difficile.

Mattia Crucioli, consigliere comunale di Genova di Uniti per la Costituzione

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L’offerta arriva anche ai cassintegrati. L’azienda: è una richiesta. Investimenti per 406 milioni di dollari in Michigan

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Italia

Toti contro Renzi: “Matteo non è Blair, se va a sinistra ci fa un piacere”

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GENOVA – Quale potrebbe essere il regalo che Matteo Renzi, leader di Italia Viva, potrebbe fare al centrodestra? Non ha dubbi Giovanni Toti, a tuttotondo sulla politica ligure, dopo il 7 maggio scorso, quando sulla Regione si è abbattuta la maxi inchiesta giudiziaria che ha coinvolto l’oramai ex presidente di Regione Liguria. Dicevamo, qual è il presente di Renzi all’attuale maggioranza? “Se Renzi volesse fare un regalo al centrodestra andrebbe con Andrea Orlando perché farebbe fuggire persone a sinistra, che di vedersi sul palco con Matteo Renzi non ne vuol sapere, anzi avrebbe successivi problemi di orticaria, problemi dermatologici e gastrointestinali importanti – ironizza, ma non troppo, Giovanni Toti a Primocanale -. A me dispiacerebbe molto vedere Renzi così, come mi dispiace vedere il mondo di Calenda su un palco dove siedono persone che da quell’esperienza lì non hanno nulla a che vedere e a che spartire”.

Secondo Giovanni Toti, Renzi ha provato a costruire in Italia un Pd come il New Labour di Tony Blair, ovvero un Pd, a detta di Toti “uguale per valori e idee alla Lista Toti o alla lista arancione Avanti Liguria, che guardi alle imprese e al merito e non a una uguaglianza piattente, qualcosa di grintoso e competitivo, un po’ darwiniano”. L’attacco non è solo a Renzi, ma anche a Calenda: “Vederlo con chi fa referendum contro job act o vuole le 35 ore settimanali, è qualcosa che francamente mi dispiacerebbe più da Giovanni Toti. Se io dovessi tifare direi ragazzi tutti di là, perché chi a sinistra vuole il salario minimo non può stare sul palco con i riformisti, per rispetto agli elettori. È legittimo, dopodiché mi spiace dare la patente a una coalizione con dentro Sansa e Avs, dicendo che si è riformisti blairiani europei come si spaccia Renzi. Come se io mi dessi la dignità di olimpionico con la disciplina da scatto, magari il lancio del peso ok, finché non devo gareggiare però” ha concluso Giovanni Toti.

Nel frattempo, a conferma che a sinistra gli elettori siano tutt’ora iper scettici alla presenza in coalizione di Renzi e Calenda, il sondaggio che Primocanale ha commissionato a Tecné. Infatti, il 93% degli elettori di centrosinistra e il 79% del totale degli elettori ritengono che sia meglio “una coalizione con partiti omogenei per poter governare la regione in caso di vittoria” rispetto a “una coalizione con dentro tutti i partiti alternativi al centrodestra perché l’importante è vincere” LEGGI QUI. Da Roma, ma anche dalla Liguria, nonostante le diverse spaccature interne, e salvo colpi di scena, Renzi e Calenda – eterni nemici – hanno speso parole positive nei confronti del sindaco Marco Bucci (candidato ufficiale del centrodestra ndr) ma hanno ribadito la scelta di campo già anticipata nelle scorse settimane: “rimaniamo nel centrosinistra”. E che questa decisione possa diventare un boomerang, lo dirà solo il tempo, che scorre inesorabilmente verso il 27 e 28 ottobre. 

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