Italia
Comunali a Genova, i giovani elettori: “La politica non ci ascolta”
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Informare e provare ad avvicinare i giovani alla politica. È quanto fatto dalla Consulta provinciale studentesca di Genova che ha organizzato un evento rivolto agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di II grado per affrontare il tema della cittadinanza attiva. Secondo i dati dell’Osservatorio Censis solo il 17% delle persone di età compresa tra i 14 e 29 anni se ne interessa regolarmente. E al momento delle elezioni sono proprio i giovani i più assenti ai seggi.
E allora la domanda del perché di questa lontananza è rivolta proprio ai giovani: “Molte volte vediamo che i politici non ci prendono in considerazione – spiega Valentino, al secondo voto dopo quello delle Regionali alle 18 -. I giovani hanno una mentalità più aperta, servirebbe maggiore attenzione”.
“A volte i media mostrano la parte meno interessante della politica e pubblicizzano con non va invece di sottolineare quanto può fare (per i giovani ndr) – spiega Gabriele -. Sembra che la politica non ci ascolti e non si impegni da questo punto di vista”.
C’è anche chi fa autocritica: “Spesso siamo noi giovani che pensiamo che i temi della politica siano un qualcosa di troppo lontano o troppo serio invece si tratta di tematiche che ci riguardano tutti i giorni” racconta una ragazza pronta alla sua prima votazione.
Ma quali sono i canali di informazione che usano i giovani? Rispetto a pochi anni la dinamica sembra notevolmente cambiata: qualcuno ancora in via principale attraverso i telegiornali, la grande maggioranza attraverso gli articoli online, molti attraverso i canali social, Instagram su tutti, e poi i più informati e attenti vanno direttamente a vedere i programmi dei candidati.
Ma sono gli stessi neo elettori a spiegare che prima di compiere la maggiora età si informavano poco sulle dinamiche politiche cittadini e nazionali. Solo dopo aver compiuto i 18 anni hanno deciso di informarsi. Ma poi il dato di chi va al voto resta basso.
E allora poi proprio ai giovani viene chiesto quale è il principale problema che affrontano: per tutti o quasi la prima risposta riguarda il trasporto pubblico: “Dopo una certa ora non ci sono treni o bus, o comunque sono pochi” spiega un ragazzo. “Sicuramente i trasporti con i tanti ritardi, c’è molta confusione” e ancora “spesso i mezzi pubblici sono pieni e per chi si muove dalle vallate è un problema”. Qualcuno invece punta sulla necessità di creare spazi ordinati e puliti dove i giovani possano dialogare e collaborare insieme”.
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Italia
Delitto Cella, l’agente: “Soracco si agitò solo con nome Cecere”
Marco Soracco, il commercialista nel cui studio di Chiavari (Genova) venne uccisa la segretaria Nada Cella il 6 maggio 1996, ha sempre avuto un atteggiamento “freddo, secco, coerente e sicuro di sé”. Ma quando gli venne fatto il nome di Anna Lucia Cecere (l’ex insegnante che per l’accusa sarebbe l’assassina), “cambiò repentinamente: iniziò a balbettare, aveva difficoltà a parlare, si muoveva sulla sedia. Un comportamento che non aveva mai avuto, nemmeno nel 1996 quando era indagato per omicidio”. Sono le parole pronunciate dall’ispettore Mino Paoletti, il poliziotto che insieme alla pubblico ministero Gabriella Dotto ha fatto le indagini dopo la riapertura del caso nel 2021. “Quando abbiamo riaperto il caso – ha spiegato davanti ai giudici della corte d’assise (presidente Massimo Cusatti) – il nostro dirigente ci disse di ripartire da zero, come se l’omicidio fosse avvenuto in quel momento”.
Paoletti ha raccontato tutto il lavoro fatto, dalla ricerca dei vecchi fascicoli e reperti fino alle nuove intercettazioni e ricerca dei testimoni
Paoletti ha raccontato tutto il lavoro fatto, dalla ricerca dei vecchi fascicoli e reperti fino alle nuove intercettazioni e ricerca dei testimoni. Ma anche tutti le indagini economiche fatte su Cecere: “è emerso che prima dell’omicidio non stava bene economicamente, segnava ogni singola spesa. Poi da giugno ha iniziato a comprare mobili, anche oggetti di lusso. Una macchina. Aveva depositato 12 milioni di lire in contanti: 10 li dirottò in un fondo di investimento, due li tenne sul conto”. L’ex insegnante ha sempre detto, tramite gli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini, che erano una parte di eredità dopo la morte della nonna. In aula sono state ascoltate alcune intercettazioni, tra cui quella tra Cecere e Soracco dopo che sui giornali dell’epoca si era parlato di una donna indagata. Dall’audio si capisce che i due si conoscevano bene: “Io non sono mai stata interessata a te anzi mi fai schifo”.
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Italia
Si cerca Mauro Puorro: scomparso da tre giorni a Pero
Non si hanno più notizie di Mauro Puorro, 60 anni, scomparso da lunedì 16 giugno a Pero, in provincia di Milano
Non si hanno più notizie di Mauro Puorro, 60 anni, scomparso da lunedì 16 giugno a Pero, in provincia di Milano. L’uomo si è allontanato nel pomeriggio dal negozio di famiglia dove lavora come socio insieme al cognato, lasciando sulla scrivania documenti, chiavi dell’auto, portafoglio, cellulare e persino gli occhiali da vista.
A dare l’allarme è stata la famiglia. Sui social, la cognata ha scritto un appello: “Si è allontanato in stato depressivo dal negozio. Vi prego di far girare il più possibile. Se qualcuno avesse notizie, contatti subito i carabinieri”. L’ultima volta è stato visto con una polo color albicocca, pantaloni blu e scarpe blu con stringhe bianche. Mauro è alto 1 metro e 80, pesa circa 62 chili, ha capelli brizzolati, occhi castani e una cicatrice sul mento.
La famiglia ha chiesto aiuto anche all’Associazione Penelope Lombardia, che da anni assiste i familiari delle persone scomparse. In una nota diffusa online, l’associazione ha ribadito: “Si è allontanato senza cellulare, soldi, documenti e senza occhiali da vista. La famiglia chiede tutto il nostro aiuto. Condividiamo il più possibile!”.
Un appello è stato rilanciato anche dalla trasmissione Chi l’ha visto? su RaiTre.
di Federico Arduini
L’articolo Si cerca Mauro Puorro: scomparso da tre giorni a Pero proviene da La Ragione.
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