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Salute mentale, più di 100 minori ricoverati con gli adulti. Il garante: “Gaslini intervenga”
“Sono oltre cento i minori che ogni anno in Liguria vengono ricoverati nei reparti di psichiatria insieme agli adulti, 118 nel 2024, perché all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova compiuti i 14 anni non è più possibile essere ricoverati perciò chiediamo al Gaslini di attivarsi per avere un reparto che accolga almeno la fascia tra i 14 e i 16 anni, in modo che i ragazzi molto giovani non siano ricoverati insieme a persone con età diversa e problematiche più avanzate e più complesse”. È l’appello lanciato dal garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Doriano Saracino a margine della presentazione delle attività svolte nell’ultimo biennio.
“Servono comunità dedicate ai giovani autori di reato con problematiche psichiatriche”
“Bisogna istituire comunità dedicate ai giovani autori di reato con problematiche psichiatriche e potenziare le neuropsichiatrie infantili – sollecita – prevedendo anche accordi con le agenzie educative che hanno in carico gli adolescenti. Il mio mandato non riguarda solo il carcere, ma tutte le persone con una limitazione della libertà personale quindi non solo i detenuti”.
“La figura del garante è un punto di raccordo essenziale tra le istituzioni e i cittadini più fragili, spesso invisibili – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò -. Il lavoro svolto nel monitorare le condizioni di vita, promuovere la tutela dei diritti e favorire percorsi di inclusione e cura, anche in ambito sanitario, costituisce un contributo prezioso per garantire la dignità e il rispetto della persona in ogni contesto”.
Diminuiscono i minori autori di reato presi in carico dai servizi socio sanitari
Dalla relazione emerge che il numero di minori autori di reato in Liguria presi in carico dai servizi socio-sanitari per la giustizia minorile, ha mostrato un forte calo: sono stati 241 i nuovi soggetti coinvolti nel 2024 con un calo del 43% rispetto all’anno precedente, ma per la prima volta il numero dei minori stranieri ha superato quello degli italiani.
E poi l’annoso tema del sovraffollamento carcerario. “Ad oggi la capienza regolamentare degli istituti penitenziari in Liguria è pari a 1.051 posti, ed i detenuti superano questa soglia – spiega Saracino – ma con un indulto per le pene residue inferiori a due anni potrebbero essere scarcerate circa 450 persone creando condizioni di vita e di lavoro per gli operatori penitenziari ben diverse e si darebbe un segnale di speranza ai detenuti”. Tra le problematiche emerse nei 371 colloqui che il garante ha avuto con i detenuti emerge quella del vitto e delle schermature alle finestre, che in alcuni istituti impediscono non solo la visuale ma anche la circolazione dell’aria.
R.E.M.S
Sul territorio ligure si trovano due R.E.M.S., strutture per autori di reato giudicati parzialmente o totalmente incapaci di intendere e di volere e con provvedimento della Magistratura di pericolosità sociale. La R.E.M.S. destinata ai pazienti liguri si trova sulle alture del quartiere genovese di Prà; la R.E.M.S. di Calice al Cornoviglio, nell’entroterra spezzino, ha, invece, mandato – unico in tutta Italia – di accogliere temporaneamente pazienti che non trovano posto nella loro regione e provenienti da tutti gli Istituti di Pena italiani. Nel biennio 2023-24 le due R.E.M.S. hanno dimesso ben 56 pazienti: da Calice al Cornoviglio essi sono rientrati nella regione di appartenenza, mentre da Prà alcuni hanno fatto ritorno al proprio domicilio perché stabilizzati dal punto di vista della patologia psichiatrica ma comunque seguiti dalla Salute mentale, ed altri inseriti invece in comunità. Il principio della territorialità vuol dire consentire alle persone di mantenere legami con la famiglia e progettare piani terapeutici individualizzati.
Minori autori di reato
Il tema ha destato preoccupazione e allarme, ma il numero di minorenni presi in carico dai servizi socio-sanitari per la giustizia minorile ha mostrato un forte calo (241 nuovi soggetti nel 2024, con un calo del 43% rispetto all’anno precedente). Per la prima volta il numero dei minori stranieri ha superato quello degli italiani, ma in valore assoluto il valore è inferiore alla media dell’ultimo quinquennio. “Dobbiamo ragionare su questi temi senza farci prendere dall’emotività – ha commentato Saracino – aggiungendo che per i minori che commettono un reato e che non possono restare in famiglia occorre costruire alternative all’istituto penale minorile notando che, nel biennio 2023-24 una quota oscillante fra il 30% ed il 40% dei giovani reclusi al Ferrante Aporti di Torino provenivano dall’area ligure. Per la difficoltà di trovare posti in strutture idonee, i minori autori di reato spesso vengono inseriti in comunità nelle regioni del sud Italia; per questo occorre potenziare la rete delle comunità del nostro territorio disposte ad accogliere minori autori di reato nella nostra regione”.
Schermature alla finestra e vitto dei detenuti
Il Garante ha, infine, ricordato che nel corso del 2023 ha effettuato colloqui con 371 detenuti, mentre nel 2024 sono stati 333. Tra le problematiche affrontate ricorda, tra l’altro, quello del vitto alle persone detenute, nonché quello delle schermature alle finestre, che in alcuni istituti, e segnatamente ad Imperia, impediscono non solo la visuale ma anche la circolazione dell’aria. Tra i progetti in corso, che ci si auspica che vedano la luce nel corso dell’anno, un protocollo per la comunicazione degli eventi avversi in carcere, nonché il completamento della rete dei garanti territoriali.
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Italia
Genova riconosce i figli di due donne, applausi e commozione a Tursi
Un mercoledì di fine giugno, con il caldo e l’afa della città, sarà ricordata come una giornata storica per Genova, per tutte quelle coppie di donne che hanno dei figli. Oggi infatti, la neo sindaca di Genova Silvia Salis ha registrato i primi riconoscimenti ufficiali di figli nati da coppie omosessuali (femminili), rendendo concreta nel capoluogo ligure l’ultima sentenza della Corte Costituzionale che sancisce il diritto alla doppia maternità. Ad accogliere la decisione di Salis tante mamme, insieme ai loro bimbi, che hanno accompagnato con un applauso le parole della prima cittadina. A distanza di poco più di una settimana dalla “promessa” lanciata in occasione del Liguria Pride l’amministrazione ha registrato ufficialmente le bambine e i bambini recependo la recente sentenza 68 del 22 maggio 2025 della Corte Costituzionale. La sentenza sancisce il diritto alla doppia maternità e viene incontro, nel concreto, a coppie di donne che hanno dato alla luce bambini con tecniche di procreazione assistita avvenuta all’estero.
La soddisfazione di Silvia Salis
“Oggi semplicemente applichiamo una sentenza della Corte Costituzionale e non stiamo facendo un favore a nessuno, né stiamo facendo una fuga in avanti, oggi facciamo quello che deve fare un’amministrazione comunale nel 2025 – commenta la sindaca di Genova Silvia Salis -. Io mi voglio occupare del presente, non di quello che è stato il passato: questa città finché ci sarò io, finché ci sarà questa giunta, non agirà sulla pelle dei bambini, finché ci siamo noi sarà così”. Nelle scorse ore l’ex vicesindaco reggente Pietro Piciocchi ha parlato di decisione discutibile e che potrebbe urtare la sensibilità di alcune persone. Silvia Salis non vuole replicare, e taglia corto. “Io non faccio nessuna polemica con l’ex vicesindaco, che oggi è un consigliere comunale di opposizione ed esprime quello che vuole e se ne prende responsabilità, lui risponde a un elettorato che non gli ha fatto vincere le elezioni, questa giunta vive nel 2025 e agisce di conseguenza”. Salis parla di feedback positivi da parte dei cittadini, che vanno incontro e si confrontano con una società moderna, contemporanea. “Io sono una madre e per me le madri sono madri, sono tutte madri e non dev’essere il mio modello a indicare la strada”. E i diritti che ancora mancano per gli uomini? “Io credo che nel tempo il paese si uniformerà alle istanze contemporanee, io credo che prima di tutto vanno tutelati i diritti dei bambini e al centro i loro progetti di vita” ha chiosato Salis.
La richiesta di ulteriori passi avanti
Soddisfazione è stata espressa da Ilaria Gibelli, avvocata di Rete Lenford e attivista Lgbtqia+. “È stato un passo ufficiale, oggi i sindaci fanno un atto dovuto, contenti della scelta di Silvia e soddisfatti che si celebri insieme a noi questo passo – ha spiegato Ilaria Gibelli -. Avere la sindaca oggi al nostro fianco è importante, serve cura verso le persone che sono discriminate. Le istituzioni che si schierano al fianco fanno cambio di passo”. È stato così abrogato un pezzo della legge 40 che fa si che chi va all’estero, ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita (vietata a single e persone dello stesso sesso in Italia ndr) possa vedere riconosciuta la maternità piena, secondo l’articolo 8. “Si riconosce quindi la genitorialità come alle coppie etero, a questo però sono esclusi i due papà, soprattutto dopo che il governo ha messo a reato universale la gestazione per altre persone, punito con reato universale” ha aggiunto Ilaria Gibelli.
Il messaggio delle mamme: “Lottare sempre per la propria libertà”
Presenti a Tursi tante coppie di mamme, felici ed emozionate, e forse anche un po’ sollevate, dopo la decisione della sindaca Salis. “Per noi è una giornata importante per i diritti che non vanno dati per scontati, oggi siamo qui per conquistarli, per le nostre figlie, è fondamentale” raccontano con entusiasmo Silvia De Nadai e Marisa Flora. Cosa direte alle vostre bimbe? “Diremo che i diritti vanno conquistati e difesi, glielo spiegheremo, perché così si risana una discrepanze. La società è più avanti della politica – commentano le due mamme -. Noi però nella quotidianità, a scuola, nella sanità, non abbiamo mai dovuto dimostrare e delegare, perché è importante il quotidiano, dove ci riconoscono come madri. I bambini sono il futuro e una parte di popolazione è tutelata”. Qual è il messaggio che volete lanciare oggi? “Di non dare mai le cose per scontato e di lottare per la propria libertà e per i diritti” hanno aggiunto Silvia e Marisa Flora.
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Italia
La Liguria approva un piano per l’economia sociale: unanimità in consiglio regionale
Con 23 voti favorevoli il consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per sviluppare un Action Plan dell’Economia Sociale di Regione Liguria.
Che cos’è l’economia sociale
L’economia sociale rappresenta un modello di sviluppo economico che mette al centro il benessere delle persone e delle comunità, coniugando la crescita economica con l’inclusione e la coesione sociale. In Italia le organizzazioni dell’economia sociale sono circa 379 mila e occupano un milione e 495 mila dipendenti pari al 13,7% del totale nazionale e possono contare su più di 5 milioni di volontari. Fanno parte del tessuto dell’economia sociale le cooperative del settore agricolo, la Gdo nei servizi di Welfare e alle persone, le imprese sociali e le associazioni e le fondazioni presenti soprattutto negli enti del Terzo Settore. La commissione europea ha adottato il 9 dicembre 2021 un piano di azione (Action Plan) con l’obiettivo di creare un’economia al servizio delle persone.
Il promotore Alessio Piana
“La Liguria sarà la prima regione in Italia a dotarsi di un piano d’azione per l’economia sociale”, ad annunciarlo è il consigliere delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana, a seguito dell’approvazione all’unanimità in consiglio regionale dell’ordine del giorno che impegna il presidente e la giunta a predisporre una road map di azioni a sostegno del settore. “L’economia sociale rappresenta un importante modello di sviluppo economico che mette al centro il benessere delle persone e delle comunità, coniugando la crescita economica all’inclusione e la coesione sociale – spiega il consigliere delegato Alessio Piana -. In Liguria sono tradizionalmente radicate le cooperative, le mutue, le associazioni, le fondazioni e le imprese sociali. Realtà organizzative che promuovono quotidianamente il lavoro nella nostra società e le cui conoscenze e peculiarità possono esser a fattor comune per elaborare un piano d’azione, coerente con le politiche e i programmi nazionali e comunitari, utile a sostenere, promuovere e valorizzare l’economia sociale sul nostro territorio. Bene che questo percorso sia stato, non soltanto approvato in aula, ma sottoscritto e condiviso da tutti i gruppi politici dell’assemblea legislativa. Segno di come, insieme, si possano traguardare risultati concreti per il bene delle nostre comunità”. In aula tutti i gruppi consiliari e i suoi rappresentanti hanno dato parere positivo.
I prossimi step
L’impegnativa prevede, inoltre, la promozione di un intergruppo regionale, quale luogo di confronto ed elaborazione di proposte nelle materie di competenza del consiglio regionale, e la costituzione del “Liguria Social Economy Board”, un gruppo di lavoro tecnico e di indirizzo composto dai rappresentanti della cooperazione e del terzo settore che sarà interlocutore dell’intergruppo consiliare, delle commissioni e della giunta regionale.
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