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Una sola donna nella giunta Bucci, l’opposizione alza il tiro

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Nei day after della presentazione della giunta, il presidente Marco Bucci deve fare i conti con gli strascichi e le polemiche. Che non mancano. C’è chi lo accusa di aver composto una squadra da Toti ter, chi lo attacca sulla sanità, e chi sulla mancanza di donne tra gli assessori.

L’attacco del deputato dem Orlando

Sette in tutto (almeno per il momento), in attesa che il numero possa essere allargato a nove. Quattro gli esponenti di centrodestra confermati dalla scorsa giunta di Giovanni Toti, tre i volti nuovi: Massimo Nicolò (tecnico con la tessera di Fratelli d’Italia), Luca Lombardi di FdI e Paolo Ripamonti della Lega. Ripescati, invece, gli assessori uscenti Alessandro Piana, Marco Scajola, Simona Ferro e Giacomo Giampedrone. Ad alzare i toni della critica ci ha pensato, da subito, il deputato Andrea Orlando, che ha tacciato come “misogina” la formazione targata Marco Bucci. L’ex ministro si riferiva alla scarsa presenza femminile, composta dall’unica assessora Simona Ferro. Era stato lo stesso Bucci ad anticipare, già in campagna elettorale, che avrebbe lavorato per accrescere il numero di donne. E alla nostra domanda, così aveva risposto durante la conferenza stampa di presentazione di ieri pomeriggio.

Una donna in giunta, Bucci: “Dispiaciuto ma rappresentate in altri ruoli”

Lo “sconcerto” delle donne del Pd

Contro la decisione di schierare solo una donna in giunta si è scagliata anche la Conferenza delle Democratiche Liguria, composta dalle neo consigliere regionali del Partito Democratico Katia Piccardo e Carola Baruzzo, che hanno definito la scelta di Bucci “sconcertante”. “Si tratta di un dato grave, che dimostra chiaramente la mancanza di volontà politica della destra nel promuovere una reale parità di genere, dentro e fuori le istituzioni. In una regione come la Liguria, dove le donne affrontano ancora enormi disparità, in cui hanno accesso principalmente a lavori precari e a bassa retribuzione, in cui il dato sull’occupazione femminile è il più basso del Nord Italia e dove il reddito medio annuo delle donne è di soli 22.000 euro, il neo eletto presidente Bucci sceglie di escludere la prospettiva femminile dalla propria squadra di governo – si legge nella nota stampa -. La destra guidata da Giorgia Meloni, prima presidente del consiglio donna, si riconferma quotidianamente come la più misogina della storia repubblicana del nostro paese”. 

Ma la politica parla maschile

Un’unica assessora donna, Simona Ferro, va a completare un quadro poco rosa in consiglio regionale, dove sono state elette solo cinque donne su trenta posti disponibili. Due delle quali sono le dem Katia Piccardo e Carola Baruzzo. “Un’occasione importante per dare voce a più colleghe donne in seno alla giunta regionale deliberatamente persa, questo ci preoccupa molto, vigileremo con massima attenzione affinché le pari opportunità non restino una chimera in un cassetto, il nostro impegno dovrà essere teso a invertire il più possibile la tendenza nel nostro ruolo di opposizione seria, responsabile e costruttiva. Per traguardi di civiltà in cui crediamo fortemente la strada si dimostra ancora più un salita di quanto pensassimo, non faremo alcuno sconto” aggiungono Carola Baruzzo e Katia Piccardo. Arriva poi il monito finale, rivolto alla politica (maschile). “Le donne liguri non staranno a guardare. Non accetteremo passi indietro né sui nostri diritti né sulla nostra dignità. La lotta per la parità e per una politica che riconosca davvero il contributo delle donne proseguirà con determinazione, perché una Liguria giusta e inclusiva non può essere costruita relegando metà della popolazione ai margini” chiosano le neo consigliere del Pd. Ma la mancanza di donne nei ruoli apicali della politica ligure balza agli occhi di tutti.

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“Il programma elettorale lo fate voi”, a Pegli: “Ci sentiamo dimenticati”

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Pulizia, cura del verde, miglioramento della qualità balneabilità delle acque “oggi scarsa”, stop all’espansione del porto di Prà, sì alla delocalizzazione dei depositi costieri di Carmagnani e Superba, no all’ipotesi progettuale del nuovo casello di Pegli che passerebbe proprio sotto i depositi: ecco una sintesi delle domande dei pegliesi al futuro sindaco di Genova, raccolte nella nuova tappa de “Il programma elettorale di Primocanale lo fate voi”. 

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Raffaella Paita soddisfatta del Ddl vittime incuria

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Via libera al Senato al disegno di legge che introduce benefici per le vittime di cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali e autostradali di rilievo nazionale.

Di cosa si tratta

Il provvedimento, nato su iniziativa del Comitato ‘Ricordo vittime del ponte Morandi’, prevede una serie di interventi in favore delle vittime, dei loro familiari e delle persone danneggiate da eventi simili. Lo Stato interverrà in termini di sostegno alle vittime, grazie alla costituzione di una misura di civiltà sociale e giuridica necessaria. Ora manca solo il voto finale alla Camera, e il provvedimento diventerà legge.

 

Il commento della senatrice Paita

“Questa è una giornata importante per il Parlamento, perché considero l’atto di oggi doveroso per le vittime del crollo del ponte Morandi e di tutti gli altri incidenti per incuria delle infrastrutture. Un percorso iniziato con il primo disegno di legge a mia prima firma con Alessia Rotta. Una reazione a quell’immane tragedia che ha provocato 43 vittime, e che ha segnato un momento doloroso per Genova, per la Liguria e per tutto il paese. La persona che voglio ringraziare più di tutti è la presidente del comitato delle vittime Egle Possetti, per la dignità e la tenacia con cui ha portato avanti la battaglia per le vittime del Morandi e contro l’incuria e l’assenza di manutenzione delle infrastrutture nel nostro paese. Istituzionalmente si tratta quindi di qualcosa di doveroso. Ma c’è ancora qualcosa che non va ed è il tema della capacità di controllo del pubblico sul privato per tutte le concessioni, ferroviarie, portuali, stradali, autostradali, per avere il margine di rischio il più possibile ridotto. Su questo dobbiamo lavorare in modo il più possibile coeso”.

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DS D85, prime immagini della ammiraglia elettrica da 750 km di autonomia

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DS D85, prime immagini della ammiraglia elettrica da 750 km di autonomia - 3 Design aerodinamico e tecnologia avanzata per prestazioni speciali

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