Italia
Genova nelle mani di Piciocchi: le prime mosse e gli scenari futuri
GENOVA – Non ci volevano esperti di strategia per capire che le Regionali avrebbero aperto scenari differenti e per certi versi rivoluzionari. Sarebbe successo in caso di sconfitta di Marco Bucci, succede ora anche dopo la sua vittoria. Bucci non è più il sindaco di Genova. Al suo posto, fino alle elezioni della primavera 2025, Pietro Piciocchi, assessore con tante e importanti deleghe e già vicesindaco.
Classe 1977, Piciocchi è sposato, ha sei figli più due in affido e di professione fa l’avvocato specializzato in diritto amministrativo. La città oggi è quindi nelle sue mani. Avrà il difficile compito di gestire una fase delicata, con un consiglio comunale leggermente mutato e con tanti progetti da portare avanti provando a sbagliare il meno possibile per farsi trovare pronto in primavera quando ci saranno le elezioni che lui vorrà vincere.
Le sfide di Piciocchi: un piccolo rimpasto e le grandi opere
Tra le prime sfide da affrontare per Piciocchi la sostituzione di Matteo Campora, l’unico assessore comunale ad aver ottenuto un seggio in Regione, che ha lasciato scoperte deleghe di grande peso come Mobilità, Trasporti e Ambiente.
Chi prenderà il suo posto? Qualche idea c’è, come quella di Davide Falteri, consigliere comunale e candidato a consigliere regionale nella lista Vince Liguria. Falteri è vicepresidente di Federlogistica, con competenze su trasporti, filiera logistica e shipping.
Piciocchi dovrà poi dare un’accelerata alle grandi opere che segue da tempo come Skymetro, funivia e waterfront per farsi trovare pronto all’appuntamento delle urne consapevole che le stesse opere sicuramente scontenteranno qualcuno e quindi potrebbero essere un boomerang. A chi affiderà le sue tante e importanti deleghe? La sua volontà è quella di spalmarle su più persone in modo che tutti sentano coinvolti e nessuno si sieda. La sua intenzione è quella di mettere un po’ di pepe alla giunta insomma.
Un mandato breve e l’orizzonte delle elezioni
Il nuovo assetto della giunta, però, si troverà a operare in un contesto temporale molto ristretto perché già dai primi dell’anno nuovo inizierà la campagna elettorale tanto per dare un’idea.
Insomma per Piciocchi una partita tutta da giocare ma ancora da vincere. Lui ha già accettato, mentre il vicepremier Salvini, ai microfoni di Primocanale, lo ha “investito” ufficialmente. Ma non è detto che alla fine qualcuno nell’area del centrodestra non cerchi una soluzione differente. Sicuramente il fatto che dalle ultime regionali sia uscita una Genova più rossa può suonare come un campanello d’allarme e il suo essere un fedelissimo di Bucci potrebbe penalizzarlo nella scelta finale. Ma Piciocchi, ne siamo sicuri, in questi mesi lavorerà per il bene di Genova, iniziando dalla sicurezza e dalla pulizia, e non per la sua campagna elettorale. E per la città e’ un bel vantaggio.
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Sindaco di Genova, nel Pd c’è chi si dice pronto alla sfida
GENOVA – Se volessimo una colonna sonora, ad accompagnare queste ore in casa centrosinistra, il jukebox intonerebbe “Ricominciamo” di Adriano Pappalardo. Perché dopo la delusione – una vera e propria doccia fredda che ha risvegliato i sogni di gloria – il cosiddetto campo largo è chiamato al riscatto, in vista del prossimo appuntamento elettorale. Il passaggio di Marco Bucci da palazzo Tursi a piazza De Ferrari apre un nuovo scenario, quello delle Comunali, fissate per la prossima primavera. Il mese da cerchiare sul calendario dovrebbe essere quello di maggio, ma ancora è presto per avere contezza di quando si riapriranno le urne nel capoluogo ligure. E se il centrodestra è al lavoro per formare la giunta del sindaco-presidente, dall’altra sponda del Bisagno è partito il totonomi per chi dovrà sfidare, al momento, il candidato in pectore (sindaco facente funzioni) Pietro Piciocchi. Un dato certo c’è, esiste, ed è quello che riguarda la percentuale raccolta dal Partito Democratico in Liguria e ancora di più a Genova, che ha sfiorato il 30%.
La cartina del capoluogo infatti, si è colorata di rosso, dopo anni di dominio di centrodestra. Prima ancora di decidere chi sarà il volto chiamato a trainare la coalizione, si dovrà decifrare il perimetro di chi ne prenderà parte, “senza sé e senza ma” fanno sapere i delusi della sconfitta regionale. Il Pd, numeri alla mano, sarà il baricentro di un’alleanza che non potrà più permettersi il lusso di mettere veti e di litigare al proprio interno. Se non dovrebbero esserci dubbi sulla presenza di Avs e Azione, al momento le frizioni nazionali nel Movimento Cinque Stelle (da Roma qualcuno ipotizza che Conte possa interrompere qualsiasi rapporto con il Pd ndr) potrebbero allontanare la presenza grillina, nonostante a Genova l’opposizione a Marco Bucci proceda compatta da anni. Alla finestra, al momento, resta Italia Viva, che proprio ai microfoni di Primocanale con Raffaella Paita, ha spiegato che “è ancora presto per capire come si evolverà la coalizione di centrosinistra”.
Nel frattempo però, c’è già chi, forte delle preferenze ottenute alle Regionali, apre il dibattito sulla scelta del candidato sindaco. “Bisogna velocizzare subito questo processo con un nome e una coalizione forte perché abbiamo una responsabilità oggi importante dopo quello che è accaduto a Genova e dopo il risultato di giugno alle Europee – commenta a Primocanale Armando Sanna, riconfermato consigliere regionale del Pd con oltre 8 mila preferenze -. Credo che una persona con 8 mila voti e un passato da amministratore non si possa nascondere sul fatto di lavorare con la città di Genova. Io voglio essere presente in un processo di cambiamento, essere presente e coordinato con la cabina di regia”. Secondo l’ex sindaco di Sant’Olcese il risultato di quasi dieci punti di differenza per il centrosinistra sintetizza quello che non va a Genova. “È stato bocciato il lavoro di Bucci come sindaco, noi siamo pronti e vogliamo ripartire, il lavoro sviluppato in questi anni deve essere portato avanti. E ci tengo a ribadire che non siamo mai stati quelli del no ma abbiamo portato avanti proposte importanti”.
Armando Sanna quindi pronto a candidarsi a sindaco? “Armando Sanna si mette a disposizione perché fa politica, è in mezzo alla gente, non ho trovato ostilità verso le figure politiche e adesso dobbiamo portare a votare persone che non vanno più”. Insomma, il consigliere regionale più votato calca la mano sul ruolo degli amministratori e lancia la sfida: “Ci sono tanti profili pronti che possono fare sintesi in una coalizione che oggi più che mai guardi al futuro”. I primi nomi iniziano a circolare, da Sanna alla suggestione Orlando, passando per il passato e il futuro del Pd, perché a questo giro, per ricominciare, forse bisogna farlo proprio puntando su un politico. E tra i dem i profili non mancano.
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